Il Consiglio Comunale di Capannori, con i voti a favore dei consiglieri di maggioranza, ha approvato la variante urbanistica che permetterà la realizzazione dell’impianto di riciclo dei materiali igienici che Reti Ambiente intende realizzare a Salanetti.
Nel mio discorso, afferma il Consigliere Comunale Domenico Caruso, ho affermato chiaramente che l’assenso alla variante urbanistica non poteva espresso in mancanza di VAS (valutazione ambientale strategica) obbligatoria nella gestione dei rifiuti ai sensi dell’art. 5, comma 2 della legge regionale n. 10/2020 per l’impatto che impianti del genere hanno sull’ambiente e sul territorio.
La mancanza di VAS e, pertanto, la violazione delle norme in materia di ambiente e paesaggio tutelati dal PIT-PPR rende passibile di opposizione ai sensi dell’art. 14 quinquies comma 1 della Legge n. 241/1990 la stessa decisione finale assunta dalla conferenza dei servizi che equivale di per sé a variante ai sensi dell’art. 208 del codice dell’ambiente.
Purtroppo, sostiene Caruso, non sono stato ascoltato dalla maggioranza che con la sua decisione rischia di trasformare Capannori nella pattumiera di mezza Italia dato che nell’impianto di Salanetti si ipotizza la lavorazione di 10.000 tonnellate annue di materiali igienici provenienti dall’Ato Toscana e da altri ambiti territoriali.
Ai consiglieri di maggioranza poco importa di questo! Per loro si tratta di una questione ideologica ovvero impedire il conferimento in discarica e migliorare il tasso di raccolta differenziata. Peccato che per Salanetti vi sia anche il risvolto della medaglia rappresentato dall’impatto devastante che un impianto del genere ha sull’ambiente.
Mi riferisco, spiega Caruso, al consumo di acqua nell’ordine di 3 milioni di litri all’anno, al consumo di quasi 2 milioni di mc di gas, 7.500 MwH di energia elettrica, alle acque reflue da convogliare verso il depuratore di Casa del Lupo certamente non attrezzato per trattare microrganismi patogeni, medicinali, sostanze chimiche e PFAS presenti nei prodotti igienici da riciclare. Non a caso, l’ASL ha avvertito della possibile esposizione a rischi di natura biologica e chimica per le maestranze e per la popolazione.
Questi rischi non devono essere sottovalutati e avrebbero imposto una attenta valutazione prima di prendere una qualsiasi decisione in Consiglio Comunale anche per quanto riguarda gli aspetti economici dell’investimento il cui costo per l’importo di 10 milioni di euro sarà traslato da Reti Ambiente sui cittadini con le bollette emesse dalle varie società operative dei rifiuti.
Sono stato tra i primi a parlare dell’impianto di Salanetti nel febbraio 2023 in un dibattito televisivo su Noi TV con l’allora assessore all’ambiente Giordano Del Chiaro e le considerazioni fatte all’epoca sull’eccessivo impatto ambientale di un’opera di cui Capannori non ha affatto bisogno sono valide ancora oggi.
Ho anche cercato di spiegare, prosegue Caruso, l’inutilità della variante urbanistica ad un regolamento urbanistico decaduto il 31.03.2024 e che a breve sarà sostituito dal nuovo piano operativo. E la stessa variante è in contrasto con il piano strutturale intercomunale che qualifica Salanetti P3 ad alto rischio idrogeologico per alluvioni frequenti tanto è vero che un contributo al PSI presentato da Reti Ambiente per Salanetti è stato respinto dai tecnici comunali ragion per cui il Consiglio Comunale ha approvato una delibera contrastante con le decisioni assunte dal settore urbanistica.
La battaglia contro l’impianto di Salanetti, conclude Caruso, non è ancora conclusa ma c’è molto da lavorare ancora per far capire a Reti Ambiente e a qualche sedicente guru dell’ambientalismo che l’impianto di riciclo dei materiali igienici è dannoso per l’ambiente e per Capannori.