“La febbre vorrei non averla”. Questo biglietto scritto da Giacomo Puccini negli ultimi giorni della sua vita al figlio Antonio (che lo aveva accompagnato a Bruxelles in quello che sarà l’ultimo viaggio della sua vita) è una semplice frase che ci rivela quanto il musicista fosse desideroso di guarigione, specialmente in quel frangente di tempo in cui era impegnato nella stesura delle ultime due scene di Turandot di cui rimane purtroppo solo un abbozzo musicale discontinuo.
“La febbre” sembra essere il soggetto della proposizione ed è invece l’oggetto del ”non desiderio di Puccini” di sentirsi preso dal morbo dell’infezione che gli rivelava giorno dopo giorno la lotta impari che stava affrontando contro una malattia all’epoca incurabile e che in breve tempo lo avrebbe portato alla morte.
“Sono ormai al di là” ripeteva spesso, “ E se sto al di qua ci sto perché è Iddio che mi ci fa stare”.
Prosegue anche quest’anno, in occasione del centenario della morte del Maestro che ricorre il 29 novembre l’attività musicale che come tradizione dà il via al progetto musica dell’IC “Giacomo Puccini” a cura degli insegnanti referenti Prof. Antonio Della Santa e Prof.ssa Lucia Coli, condiviso con la Dirigente Scolastica e con l’intero Collegio Docenti.
Infatti in tutte le sezioni e classi dell’Istituto verranno proposti Giochi, Laboratori, Musica, Performance e la visione di estratti e brani d’opera del Maestro.
Per questa importante ricorrenza la scuola “C.Massei” di Mutigliano, organizza una mattinata musicale per tutti gli studenti del plesso con la partecipazione del soprano Anita Venturi, dell’attore Tiziano Rovai e del pianista Mattia Zappalà, incentrata sull’ascolto e la contestualizzazione storico musicale delle arie da camera ed operistiche del musicista.
Tali attività hanno il fine di avvicinare le nostre studentesse ed i nostri studenti alla figura di questa insigne personalità lucchese, in modo adatto alle diverse età dei nostri ordini di scuola.
Sarà appunto “Un momento con Giacomo” che è stato prima che un grande artista, bambino e ragazzo della nostra realtà territoriale come tutti i nostri discenti.