La procura della Repubblica di Lucca nella persona del suo procuratore capo Domenico Manzione ha archiviato il procedimento penale aperto nei confronti del sindaco di Lucca Mario Pardini in merito a presunti abusi edilizi commessi per la realizzazione della piscina nella sua villa. Allo stato attuale, quindi, abusi non ce ne sono perché la sanatoria del comune di Lucca negli anni Ottanta, a seguito del silenzio del ministero entro i 60 giorni previsti per le verifiche di conformità del vincolo paesaggistico, ha consolidato lo stato di cose dell'epoca. Furono eseguiti dei lavori e fu chiesto il parere del ministero, come prevedeva la normativa, sulla conformità del vincolo paesaggistico dato che le opere vennero tirate su in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico, ma come accadeva quasi sempre, a Roma avevano troppe cose o ben altre cose da fare e niente avvenne. All'epoca Mario Pardini attuale sindaco di Lucca aveva un'età irrisoria per cui non può essere considerato responsabile di eventuali irregolarità commesse a quel tempo irregolarità, comunque, del tutto sanate. Quando La Gazzetta di Lucca ha pubblicato l'articolo sulla piscina al quale ha fatto seguito la conferenza stampa di smentita da parte della giunta tutta riunita moglie del sindaco compresa, chi scrive pubblicò per due ragioni molto semplici: perché non ha mai guardato in faccia nessuno in tutti i 13 anni di esistenza del giornale on line e perché, in passato, per tutti i numerosi articoli apparsi sulle pagine della Gazzetta non era mai stata mossa una sola osservazione e non era mai stato 'sbagliato' un colpo. Con Mario Pardini esisteva un rapporto di stima e di sincera amicizia che andava, a nostro avviso, al di là del nostro lavoro, ma è indubbio che un errore di valutazione è stato fatto e di quell'errore la responsabilità ricade solo e soltanto sul direttore, in questo caso davvero, (ir)responsabile delle Gazzette. Chiedere scusa, quindi, è necessario anzi, doveroso ed è superfluo andare a cercare il pelo nell'uovo. Riconoscere uno sbaglio è sempre meglio che far finta di non averlo fatto. Errore, è bene dirlo però, commesso in assoluta buona fede e senza intenti persecutori o di altro tipo dal momento che, come ricorderanno gli addetti ai lavori, la Gazzetta è stata sin dal primo momento a fianco del candidato Mario Pardini anche quando i partiti che adesso gli leccano sistematicamente il fondoschiena, non lo volevano neppure nominare.
Da allora molta acqua - e che acqua! - è passata sotto i ponti e questa giunta ha smarrito, a nostro avviso, la strada che avrebbe dovuto intraprendere e che aveva promesso di percorrere. Ma non siamo qui per questo, bensì per chiedere scusa a Mario Pardini il quale sa bene che non smetteremo mai di rompere i coglioni indipendentemente da chi sarà il destinatario, ma sa anche e molto bene, che la professionalità e l'onestà intellettuale sono, a queste latitudini, una priorità assoluta.