Non avevamo dubbi e non certo da ora. Sapevamo anzi, immaginavamo benissimo che per Beatrice Venezi sarebbero arrivati tempi duri. Brava, bella, onesta, simpatica, educata, ma, soprattutto, tradizionale e con convinzioni che si potrebbero definire conservatrici. Sufficiente, a queste latitudini, ossia quelle del porcile politico italiano verniciato di rosso e non solo, per essere massacrati e sputtanati. Se fosse stata brutta, magari anche Lgbtqrstuvz e di sinistra, state sicuri che nessuno avrebbe avuto niente da dire, ma, per sua e nostra fortuna, Beatrice Venezi non solo non è di sinistra, ma è bella anzi, bellissima e intelligente anzi, intelligentissima. Così, alcune delle performances che sono state messe in scena con la nostra eccellenza lucchese devono aver sollevato invidie e gelosie nei salotti romani dove lo sterco alberga in ogni angolo e dove l'ipocrisia e la falsità sono una sorta di intonaco che copre ogni parete. Nessuno, però, avrebbe mai potuto immaginare che Beatrice Venezi, direttore d'orchestra, sarebbe finita nel tritacarne mediatico dei giornalisti invertenrati e ad un tanto al chilo, eunuchi per la maggior parte, per colpa di una donna di nome Maria Rosaria Boccia il cui lavoro non è da noi conosciuto anche se, a quanto pare, l'ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano l'aveva assunta come consulente del ministero da lui diretto e, comunque, se la portava dietro ad ogni evento professionale. Ora, che cosa c'entri la Venezi con questa sozzura nemmeno riusciamo ad immaginarlo. C'è un ex ministro senza attributi che, addirittura, piange in Tv e dice di voler tornare dalla moglie per di più giornalista e cornificata regolarmente e c'è una signora sicuramente procace e anche verace la quale racconta particolari che mettono in mutande un uomo che, invece, ha fatto la peggiore delle figure possibili. Niente di nuovo sotto il sole per carità, a destra sin dai tempi del Duce i ministri, Ciano in primis, erano soliti girovagare un po' di qui e un po' di là con le loro amiche solo che la censura impediva ai giornali di occuparsene. Del resto, se non erriamo, c'è stato anche un altro parlamentare ex segretario dei Ds, ex ministro della Giustizia, che è stato denunciato per il vizietto di mettersi in tasca profumi al duty free shop dell'aeroporto senza, però, pagarli. Quisquilie... ai politicanti, neri o rossi, tutto è consentito. Tornando al caso Boccia è evidente che una signora che va in giro con registratori e minivideocamere non è proprio quel che si dice una gentildonna di cui innamorarsi, ma, evidentemente, il Sangiuliano, convinto di essere un adone, c'è cascato come un sorcio.
Affari di un partito che noi amiamo definire gnam-gnam e che dopo tanti anni senza governare, si trova come quei bambini davanti alle vetrine dei giocattoli o dei dolciumi: non ci capisce più niente. Un minimo di dignità, tuttavia, non guasterebbe e un po' più di amore per la verità.
Ma torniamo alla querelle tra la Venezi e la Boccia con la prima che niente ha detto né ha fatto per ricevere le attenzioni della bionda dalla dentatura possente. Quest'ultima, senza rispetto né un minimo di educazione, ha raccontato di tutto, di più, di compensi elargiti a mani basse, di richieste di presentazioni di libri a pagamento, ha sputtanato la Venezi in una maniera così nauseante e roboante che l'eccellenza musicale lucchese non può far finta di niente e lasciar correre e, difatti, ha sporto querela. Ma non basta o, almeno, a noi non basta. Venezi dovrebbe chiedere il risarcimento danni in sede civile e avrebbe dovuto evitare la querela la quale, tanto, non ottiene alcun risultato se non quello di essere dimenticata da tutti. Ammesso e non concesso che la Boccia possieda qualcosa, la Venezi lo avrebbe immediatamente reso attaccabile. Chi offende la reputazione non può passarla sistematicamente liscia.
Noi non possiamo fare altro che manifestare la nostra solidarietà al direttore d'orchestra che tutto il mondo, giustamente, ci invidia e che una robusta parte del nostro Paese, invece, non ama, tutto preso ad applaudire gente come la Salis mandandola a Bruxelles con uno stipendio da oltre 20 mila euro al mese più bonus vari. Già, ma viviamo in un mondo dove, presto, si scatenerà una guerra tra chi ha e chi non ha e nemmeno ha voglia di lavorare per avere. Una guerra senza quartiere dove non ci sarà pietà. Questi sono soltanto degli assaggi.
Nessuno tocchi Beatrice tantomeno una Boccia.