A seguito di un comunicato del comitato vivere il centro storico apparso ieri sul una testata giornalistica, Confcommercio intende replicare: "Non è nostra abitudine replicare alle affermazioni di questo comitato – dice Confcommercio -, che da anni non chiarisce pubblicamente né chi ne faccia parte, né chi lo guidi, né tantomeno da quante persone sia composto, arrogandosi però il diritto di parlare a nome di tutti i residenti del centro storico. Stavolta, nostro malgrado, è necessaria una doverosa eccezione a questa regola, perché l'ultimo comunicato di questi signori in cui si paventano "iniziative volte a boicottare gli acquisti natalizi in centro invitando a rivolgersi ai siti online dove si trova di tutto e di più" è semplicemente vergognoso. In un momento storico drammaticamente senza precedenti, che vede a rischio il presente e il futuro di centinaia di imprese e migliaia di posti di lavoro – solo per rimanere alla città di Lucca -, in una fase storica in cui da tutto il mondo arrivano inviti a sostenere i negozi di vicinato rispetto ai colossi on line (è di ieri, solo ultimo in ordine di tempo, un appello in tal senso lanciato Oltralpe da un autorevole gruppo di intellettuali francesi) questi signori scherzano sulla pelle dei nostri imprenditori e provano a lanciare segnali di tenore completamente opposto, solo perché arrabbiati (?) /infastiditi (?) /in disaccordo (?) con le proposte sindacali che la nostra associazione legittimamente rivolge, come da suo ruolo, all'amministrazione comunale". "Per fortuna – prosegue la nota –, se da una parte abbiamo dubbi sulle effettiva rappresentatività di questo comitato fra i residenti, dubbi non ne abbiamo invece sul fatto che le ipotizzate "iniziative volte a boicottare gli acquisti natalizi in centro" non saranno fatte proprie dai cittadini. Ma è giusto che non soltanto i commercianti, ma anche la stragrande maggioranza dei residenti, comprenda bene quale sia il livello di certe iniziative".
"Persone – conclude Confcommercio –, queste, che giova ricordare come già durante il lockdown di primavera, con le imprese commerciali in ginocchio e costrette dal Governo a chiudere in fretta e furia, avessero avuto la bella pensata di segnalare la presenza a loro non gradita di tavoli e sedie dei locali chiusi, correttamente posizionati all'interno del suolo pubblico loro assegnato dal Comune, chiedendone la rimozione. Una segnalazione, questa, che già all'epoca era valsa a questi signori il biasimo pressoché unanime di tutta la città".