Dal 2009 ad oggi nella Piana di Lucca vengono sensibilizzati a donare sangue circa 400 ragazzi ogni anno, di cui oltre il 50% arriva alla donazione e un 30 per cento continua poi a compiere con regolarità questo importante gesto.
Sono i dati che emergono dalla collaborazione in atto tra l’Educazione e promozione della salute area nord – zona Piana di Lucca e il servizio di Medicina trasfusionale (SIMT) di Lucca per promuovere la donazione di sangue nelle scuole.
L’iniziativa è nata nel 2009 dal SIMT e negli anni successivi si è consolidata grazie al contributo della struttura di Educazione e promozione della Salute area nord con il progetto “Benessere a Scuola-Mafalda”, che prevede la formazione di studenti peer educator che fungono da facilitatori con i loro pari. Ad oggi il percorso coinvolge vari Istituti secondari di secondo grado della Piana di Lucca. Da novembre ad aprile, ogni settimana si svolgono a scuola gli incontri informativi e promozionali, della durata di un’ora per ogni classe, gestiti in collaborazione tra studenti peer educator e operatori della Asl. A seguito dell’incontro vengono poi organizzati gli accessi al Centro trasfusionale: ogni sabato entra nella struttura una classe.
Prima della pandemia era possibile far accedere l’intero gruppo di studenti: chi pensava di voler o poter donare seguiva il percorso per la donazione differita (gli esami ed il colloquio ed in seguito la donazione), mentre gli altri potevano visitare il laboratorio di Immunoematologia e i siti di conservazione. Attualmente partecipano direttamente all’iniziativa soltanto i ragazzi che intendono davvero iniziare questo percorso di donazione.
A questo proposito è stato realizzato recentemente un interessante studio sull’effetto della pandemia in questa particolare categoria di donatori. Le conclusioni sono state presentate anche al 44° Convegno nazionale della SIMTI (Società Italiana di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale). L’analisi dei dati ha permesso di rilevare che, nonostante le problematiche legate all’emergenza Covid, è stato possibile raccogliere la disponibilità al dono di un numero consistente di ragazzi, addirittura con un miglioramento della percentuale di donanti. Questo è dovuto sicuramente alla stretta collaborazione tra Scuola, Servizio trasfusionale ed Educazione e promozione della salute, che hanno saputo adattarsi ai cambiamenti introdotti a seguito della pandemia rivedendo anche l’organizzazione e la gestione dei percorsi.
Attualmente, nonostante le difficoltà legate alla ormai nota difficoltà a reperire personale di Medicina trasfusionale (anche da dedicare a questa specifica attività), il progetto prosegue, cercando di rispondere per quanto possibile alle numerose richieste che arrivano dalle scuole.