Era prevedibile. Se solo ti ergi al di sopra del Pensiero Unico Dominante e del politicamente corretto verniciato di rosso-fucsia, ti si scatenano contro orde di antifascisti che del fascismo non sanno alcunché se non per averlo imparato sui libri virtuali e inesistenti scritti coi paraocchi dell'Ideologia. Abbiamo scritto tre articoli sul libro del generale Roberto Vannacci e abbiamo ricevuto decine di migliaia di visualizzazioni. Un libro assolutamente scevro da ogni forma di razzismo e di omofobia se solo ci si impegna a leggerlo senza gli occhi foderati di prosciutto e deformati dalle lenti dell'odio seriale dei Nuovi Servi dell'Omogenizzazione-Omologazione dilagante. Ciònonostante, sul profilo facebook della Gazzetta di Lucca, siamo stati tempestati di insulti piuttosto che di critiche, di dileggio invece che di confronto e da gente che non solo il testo non l'ha mai letto, ma che da sempre attacca il nostro giornale solo perché fuori dal coro della ignavia e cecità dilaganti a un tanto al chilo. Ebbene, di fronte alle offese non abbiamo risposto allo stesso modo scendendo sullo stesso livello, anche perché molti si mascheravano, forse tutti, dietro profili fasulli per non incorrere in eventuali denunce alla polizia postale. Si tratta di gente che vive di questo, che dietro il nulla attacca e odia senza avere nemmeno gli attributi per metterci la faccia. Un branco di voci bianche e di eunuchi senza qualità.
Così, ad alcuni di questi falsi signori, abbiamo risposto nell'unico modo con il quale siamo capaci di rispondere: ossia provocatoriamente e anche ironicamente visto che non possediamo la capacità di decidere simili cose: abbiamo augurato ad un paio di quelli tra i 'meno eleganti' di morire perché, a nostro avviso, di gente simile, inetta e meschina, si può fare anche a meno. Attenzione, le offese erano rivolte verso chi scrive non certo critiche nei confronti del libro del generale ché mai ci saremmo permessi di attaccare una sincera e onesta critica frutto di autonomia di pensiero e indipendenza di giudizio.
Nemmeno il tempo di svegliarsi ed ecco che un giornalista di quelli che scrivono sul peggior quotidiano esistente nel panorama della stampa italiana, a nostro modesto avviso il quotidiano più fazioso e inutile che esista, ossia La Repubblica che fu un tempo il miglior giornale possibile, ci ha dedicato una chicca denominata Pietre nella quale ci accusa, falsamente e, probabilmente, coscientemente, di ciò che non è vero. Il giornalista in questione si chiama Paolo Berizzi ed è conosciuto, soprattutto, perché riesce a vedere i 'fascisti' non solo allo stadio, ma anche dove nessuno è in grado di farlo, esperto di inchieste sul neofascismo al punto che, in occasione di un nubifragio che colpì la città di Verona, sempre nella sua rubrica scrisse: Sono vicino a Verona e ai veronesi per il nubifragio che ha messo in ginocchio la città. I loro concittadini nazifascisti e razzisti che da anni fomentano odio contro i più deboli e augurano disgrazie a stranieri, negri, gay, ebrei, terroni, riflettano sul significato del karma. Non ci sembra così diverso, anzi, da quello che abbiamo scritto noi e per ben altre ragioni, le nostre, più sacrosante.
Ma non è tutto. Su wikipedia, che sarà anche l'enciclopedia dei poveri senza voce in capitolo, ma qualcosa in genere ci azzecca, lo stesso Berizzi il 25 luglio 2016, il Consiglio di disciplina territoriale dell’O.D.G. della Lombardia, ha sanzionato Berizzi per la violazione dell'art. 2 L. 69/1963 e art. 1 del Testo unico dei doveri del giornalista. L'articolo di Berizzi a cui si fa riferimento, “Il bimbo di quattro anni che fa il saluto fascista: i genitori lo correggano o lo cacceremo dall’asilo”, è stato pubblicato su la Repubblica il 12 maggio 2015. Nel testo della sanzione si legge che "Paolo Berizzi non è riuscito a convincere questo Collegio di avere fatto tutto quanto è richiesto ad un cronista diligente per verificare una notizia prima di pubblicarla. Egli, di fatto, si è basato sulle dichiarazioni rilasciate da una sola persona, dichiarazioni che non hanno avuto alcun tipo di riscontro".
Non soltanto. Questo cinquantenne d'assalto vive da alcuni anni sotto scorta per le minacce ricevute dai gruppi - ma quali? - di neofascisti terroristi scatenati. A noi pare che il terrorismo di destra sia piuttosto latitante almeno che non ci sia sfuggito qualcosa. Anzi, a dire la verità ci pare che se qualche anelito di terrorismo ci sia, è ancora verniciato di rosso sia pure sbiadito. Quindi, essendo sotto scorta e per di più, simbolo dell'antifascismo contro la minaccia, concreta, di un colpo di stato, è evidente che si può permettere di scrivere di tutto e su tutti. Peccato che se la sia presa con uno che del fascismo - quello vero, però, quello concreto che per 20 anni ha gestito l'Italia portandola alla rovina - sa qualcosa più di lui, ma non è nemmeno questo il punto.
Berizzi ci accusa di aver recentemente scritto un pezzo di insulti contro gay, lesbiche e transgender. A noi non risulta di aver mai scritto un solo pezzo contro queste persone se non, invece, affrontato quella che, per noi, è diventata una deriva pericolosa e l'articolo cui fa riferimento Berizzi che non lo ha sicuramente letto impegnato come sarà a difendersi e nascondersi dai fascisti, citava la vergogna di quanto accaduto a Sanremo con il bacio tra Fedez e Rosa Chemical.
Il tweet di Berizzi ha dato il la ad un periodico on line, Articolo21 che si appella, nel titolo, alla nostra Costituzione, ma, evidentemente, a senso unico e che ha presentato un esposto contro di noi. Ecco il testo di ciò che ha pubblicato e attenzione, notate l'onestà intellettuale di questi antifascisti pro Lgbtq e via dicendo:
Il segno dell’intolleranza non è stato superato solo dal generale Roberto Vannacci con il suo libro (che si avvia ad una fulgida scalata nelle hit di vendita) ma anche da un numero crescente di suoi simpatizzanti. L’ultimo in ordine temporale è il direttore della Gazzetta di Lucca. La storia è stata raccontata dal solito e bravo Paolo Berizzi nella rubrica “pietre” di Repubblica. Ebbene il direttore della Gazzetta di Lucca, Aldo Grandi, rispondendo ad un’utente che aveva mosso critiche circa la presentazione del libro del generale che ci sarà il 27 settembre a cura dello stesso Grandi ha replicato con altro post sui social: “Non so chi sei ma ti auguro di morire entro un anno”. Quindi chi tocca Vannacci o si permette di far notare la sequela di affermazioni razziste contenute in “Il mondo al contrario”, merita di morire, secondo lo zelante direttore che al suo attivo ha altre perle. Augurò un male incurabile anche al presidente della Camera in carica nel 2017, Laura Boldrini e nel suo curriculum vanta un considerevole numero di attacchi agli omosessuali. La vicenda è stata segnalata all’Ordine dei Giornalisti della Toscana.
Guardate l'odio che trasudano queste parole, la rabbia per uno che la pensa diversamente come il generale e che, quindi, va emarginato, allontanato, osteggiato, impallinato. Ma non è tutto. Il sottoscritto, addirittura, vanterebbe un considerevole numero di attacchi agli omosessuali. Evvai ecco la gogna, si fa per dire, mediatica. E via con l'esposto all'ordine dei giornalisti della Toscana che, a sua volta e come ha sempre fatto, lo girerà all'ordine del Lazio che ci convocherà per difenderci e per fornire la nostra versione prima di comminarci eventuale misura disciplinare.
Che dire? Niente. Ci difenderemo come sempre e come sempre non faremo un solo passo indietro non avendo la coscienza sporca e guardando ai tanti Paolo Berizzi di questo sfasciato Stivale con commiserazione e profonda compassione. Vedono fascisti dappertutto quando non la pensano come loro. E allora gliela vogliamo regalare l'ultima perla così di esposti ne presenteranno un altro? Bene, tra un mondo senza identità dove si potranno acquistare figli come al mercato o prendendo in affitto uteri altrui, dove l'adozione sarà permessa anche a chi non ha nessuna intenzione di riconoscere che esistono un papà e una mamma, che esiste una famiglia fondata sul legame di sangue, che esiste una natura che non può e non vogliamo venga modificata a colpi di carta bollata, un mondo dove tutto andrà alla rovescia perché, ormai, non ci sarà più alcunché di dritto, bene, non una, ma diecimila volte meglio il fascismo, così, almeno, si sapeva contro chi si doveva combattere e non come adesso dove l'avversario non esiste perché bandita ogni critica e opposizione al Pensiero Unico Dominante del Politicamente Corretto.