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Scritto da Redazione
Cronaca
05 Ottobre 2020

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Domenica. È l'ora dell'aperitivo e sui tavoli dei bar di Lucca, come in tutte le altre città italiane, cominciano a comparire spritz, noccioline e taglieri. In tutti, tranne in uno, proprio quello che fino a mercoledì mattina è stato uno dei fulcri della movida cittadina: il bar Monica - da Giò, per gli amici. Un'istituzione che oggi ha la saracinesca abbassata a causa del sequestro giudiziario avvenuto qualche giorno fa con l'accusa di disturbo e del riposo delle persone.

Tanti gli interventi solidali che in queste ultime ore si sono attuate nei confronti di Giovanni Martini, il titolare: tra flash bob silenziosi e raccolte fondi sembra che l'intera città si sia attivata per aiutarlo. In fondo il bar "È la sua vita, non solo il suo lavoro, ma la sua passione": le parole arrivano da Federico Corti, l'avvocato che sta seguendo il caso di Martini che, esattamente come il suo assistito, non vede l'ora che la porta del bar possa riaprire.

"Ci siamo mossi immediatamente e venerdì si terrà la prima udienza - spiega Corti - Non appena ricevuta l'accusa ci siamo attivati per richiedere la rivalutazione del caso da parte di tre giudici". L'iter è che la procura invii i fogli al tribunale affinché questo possa organizzare l'incontro giudicante con le parti, la decisione deve avvenire entro dieci giorni dalla ricezione dei documenti: fino ad allora permarrà il sequestro dell'esercizio. Ciò significa che Giovanni al momento non può rientrare tra le mura della sua attività, ma non è prevista nemmeno una data di "scadenza" ufficiale: "Il sequestro è cautelare - continua a spiegare l'avvocato - Si tratta di un provvedimento che potrà essere rimesso in discussione anche in caso di esito negativo a seguito dell'udienza. Ovviamente ci auguriamo che non accada, ma quell'evenienza  sarebbe semplicemente un altro ostacolo tra Giovanni e la riapertura del locale".

Le avvisaglie non sono cominciate ieri, è dal 2018 che persistono lamentele e notifiche per Il bar Monica, ma non solo rivolte a questo, corso Garibaldi infatti è colmo di locali, è uno dei centri principali della città: "Sì, è vero. Non è stato un fulmine a ciel sereno e i locali sono tanti, in ogni caso tutto ciò che riteniamo opportuno contestare verrà depositato nell'udienza di venerdì, in attesa di novità sotto questi aspetti non possiamo essere più aperti di così - conclude Corti - Ciò che posso dirle è che oggi Giovanni è ovviamente molto amareggiato e preoccupato, ma l'affetto che sta percependo dall'intera comunità riesce a trasmettergli un po' di serenità. A lui, così come a tutti coloro che gli sono attorno". 

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