Una durissima condanna quella richiesta poco fa dal pubblico ministero nel processo in corso di svolgimento presso il tribunale di Lucca che vede imputato l'ex campione del mondo di ciclismo Mario Cipollini accusato dei reati di maltrattamenti, lesioni e minacce nei confronti della ex moglie Sabrina Landucci e, in parte, anche del suo attuale compagno, l'ex giocatore di calcio rossonero Silvio Giusti.
Letizia Cai, infatti, al termine della sua requisitoria durata poco meno di un'ora, ha chiesto per Cipollini due anni e sei mesi di reclusione. Il pm ha esordito riandando indietro nel tempo e riassumento, uno dopo l'altro, gli episodi che hanno caratterizzato questa vicenda di violenza tra le mura domestiche, ma non soltanto. In primo luogo l'evento che ha, poi, convinto la vittima a denunciare l'ex marito ossia l'aggressione subita mentre si trovava all'interno del luogo di lavoro, il centro sportivo Ego di Sant'Alessio dove la donna svolgeva la sua attività e dove, tra l'altro, presta tutt'ora la propria opera. In quella circostanza l'ex campione iridato afferrò la consorte per il collo e la sbattè al muro. Terrorizzata, Sabrina Landucci fu soccorsa da alcune persone che si trovavano in palestra e, successivamente, scelse di intraprendere la strada legale superando la paura di una bufera mediatica che avrebbe inevitabilmente travolto anche le figlie e vincendo anche la propria attitudine alla riservatezza.
Sebbene l'evento avvenuto nella palestra sia stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, i comportamenti violenti del "Re Leone" - titolo che suona ormai quasi parodistico - erano cominciati molto prima, già dai primi anni di matrimonio. Il pubblico ministero, infatti, ha ripercorso i primi atti violenti e le prime minacce, come quando, in preda ad un attacco di gelosia, Cipollini arrivò a segare in due la bicicletta dell'allora compagna per paura che lei "disobbedisse" scegliendo di usarla senza il suo consenso.
Nonostante le dettagliate descrizioni dei fatti fornite dai testi della parte civile e del pubblico ministero, il noto ciclista ha continuato a smentire tutti i fatti, arrivando a negare un episodio avvenuto direttamente all'interno del tribunale, nell'ultima udienza, in cui Cipollini ha strattonato con forza Sabrina Landucci di fronte all'avvocato di lei e a decine e decine di testimoni.
Il ritratto datoci dal PM è quindi quello di un uomo "estremamente violento, estremamente minaccioso ed estremamente prevaricatore" la cui gelosia e cieca rabbia si è più volte riversata contro Sabrina Landucci ma anche contro il suo attuale compagno Silvio Giusti. Proprio all'interno della già citata palestra Ego, Cipollini arrivò a definire Silvio Giusti un signor nessuno, urlando di fronte a numerose persone: "Tu non sei nessuno e non vali niente, mentre io sono Cipollini. Se un giorno alle 5 mi sveglio e voglio farti sparire non ti trova più nessuno, ho amici ovunque."
E' proprio l'idea di essere sostituito, evidentemente, che ha più volte animato la rabbia del ciclista, che già dall'inizio aveva impostato la relazione in modo profondamente unilaterale e tossico, facendo in modo che la compagna non possedesse niente di ciò che la circondava così da poterla controllare prima di tutto economicamente. E' infatti solo grazie alla "complicità" della domestica che la sig.a Landucci riuscì a portare via i vestiti quando nel 2013 decise per la seconda volta di trasferirsi dalla madre, arrivando a gettarli dalla finestra e poi spostarli di nascosto.
Per quanto il processo e le deposizioni dipingano una relazione tossica e pregna di violenza fisica e psicologica è importante far notare come, fortunatamente, le figlie dei due non siano rimaste in alcun modo coinvolte né nel processo, né nelle vicende mediatiche che lo hanno riguardato, grazie all'impegno degli avvocati e dei due protagonisti.
"Un elemento che va sicuramente a nostro favore è il tipo di teste chiamati dalla difesa - ha affermato l'avvocato della signora Landucci, Sabrina Campione dopo l'udienza -, i quali hanno difeso l'imputato solo sui maltrattamenti e solo fino al 2009, perché tutti loro non vedevano la mia cliente da allora, alcuni addirittura dal 2004. E' importante notare anche come nessuno di loro facesse parte della cerchia familiare, non abbiamo visto né la mamma, né un fratello di Cipollini: la sorella addirittura ha scelto di non rispondere piuttosto che tentare di scagionare il fratello."
"Anche la testimonianza della Ventura - ha continuato l'avvocato - la domestica della coppia che tral'altro lavora ancora per Cipollini è determinante. Lungi dallo smentire ciò che dice la sig.a Landucci, in realtà finisce per confermarlo, dando una versione dei fatti incredibile. Durante un litigio tra i due ex coniugi è stata lei a chiamare la mamma della sig.a Landucci, dicendole di muoversi che sua figlia rischiava di essere ammazzata. Lei ha parlato di una normale lite fra coniugi, con la sig.a che la chiamava mentre Cipollini la mandava via e che lei spaventata ha deciso di chiamare la madre."
"Quale moglie che litiga col marito chiama la domestica se non è in pericolo? Poi, lei si spaventa per sè stessa, ha affermato, ma ha poi chiamato la mamma di Sabrina - ha concluso l'avvocato - già questo può dirci molto sul tipo di situazione in cui questa donna si è trovata ed il modo istintivo in cui ha reagito tentando di proteggere la sig.a Landucci."
Non rimane, quindi, che aspettare la sentenza che arriverà il 13 luglio, anche se le motivazioni arriveranno come di consueto solo più avanti. Sarà allora che il giudice deciderà sui due anni e mezzo richiesti dal pubblico ministero e sugli 80 mila euro richiesti dalla parte civile come risarcimento.