Anno XI 
Martedì 15 Ottobre 2024
- GIORNALE NON VACCINATO
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Scritto da Redazione
Cronaca
01 Ottobre 2020

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I genitori della scuola d'infanzia di Nozzano tornano a parlare. "Vogliamo chiarire che la nostra rimostranza si basava nella scelta scellerata di applicare il metodo montessoriano sia in tempi inopportuni sia per le motivazioni inesistenti e la scorrettezza delle procedure, e soprattutto vengono meno al buonsenso e al dialogo con le famiglie - intervengono - Le stesse che fin da subito, dopo la comunicazioni fatta dalla maestre ai genitori in data 11 settembre, hanno cercato un confronto con la Dirigente Teresa Monacci, per evidenziare le perplessità di una decisione discriminatoria e lesiva della serenità dei bambini".

"Subito abbiamo capito che la dirigente non aveva tenuto conto della situazione dei bambini di 4 e 5 anni: infatti questi bimbi, iscritti dai loro genitori in una scuola con classi divise per età, avevano intrapreso un percorso educativo così caratterizzato, instaurando relazioni stabili con maestre e compagni di classe.  Come genitori abbiamo voluto contrastare con tutte le nostre forze la forte discriminazione per tutti, specialmente per i bambini di 5 anni - continuano - Inizialmente nella nostra presa di posizione abbiamo coinvolto anche i genitori dei bambini di 4 anni perché credevamo di condividere una problematica comune, pensando che insieme avremmo gestito in concerto questa situazione di stravolgimento. Purtroppo da parte loro non c'è stato sufficiente interesse a proseguire un'azione comune contro la decisione della Dirigente, seppur manifestassero solidarietà nella vicenda".

Altro argomento di discussione è la suddivisione delle classi che stando alle parole dei genitori è inadeguata: "Un bambino si ritrova con una maestra storica della classe originaria ha la fortuna di vedere la continuità didattica ed educativa, grazie alla presenza di un'altra maestra della classe precedente; se invece sei inserito nella sezione intermedia dove non è presente alcuna maestra e la continuità educativa dovrebbe essere garantita dal gruppo, ma anche in questo caso è impossibile vista la divisione iniziale - spiegano - I nostri figli, quindi, con questo criterio sono stati smistati, in classi diverse, hanno perso i loro compagni e un terzo di loro anche le maestre di riferimento. Un discrimine crudele, insensato e inaccettabile, ma talmente intuitivo e lampante che anche gli stessi bambini, seppur preparati positivamente dai genitori a questo nuovo cambio, hanno chiaramente palesato nella prima settimana di scuola, mostrando segni di paura, sconforto e delusione, perché cercavano il gruppo originario oppure lo sguardo amorevole di una loro maestra". Arriva poi giovedì e "Durante la riunione sulle piattaforme digitali indetta dalla dirigente, la stessa, ci ha riferito di aver risolto il problema volendo riportare l'assetto originario delle classi, creando omogeneità alla classe dei cinque anni per permettere ai bambini di concludere secondo il disegno didattico originale il percorso verso la primaria. Il cambio doveva essere effettuato il lunedì successivo. A seguito della volontà dei genitori dei quattro anni, di avere classi miste per i loro figli, come manifestato dalla loro rappresentante di classe presente all'incontro, la dirigente ha rivisto la posizione e ha concluso l'incontro con il compromesso di far entrare i bambini di cinque anni in una sezione e quelli di tre e quattro anni in due sezioni miste - continuano - Inspiegabilmente, dopo la decisione presa in concerto con la dirigente e i rappresentanti di classe, i genitori dei bambini di quattro anni, hanno fortemente contrastato questa scelta, fino a convincere la dirigente a convocare d'urgenza un consiglio d'istituto che potesse risolvere la complessità del problema. La storia poi si conclude con la decisione del consiglio di non proseguire con la tutela del disagio dei bambini di cinque anni, ma di proseguire la scelta della classe mista suddivisa in modo selvaggio e discriminante". 

Ciò che vogliono è chiarezza "sul modo poco corretto di svolgere il proprio lavoro, perché è incoerente e incomprensibile come una dirigente proclami in nome della propria autonomia di poter prendere decisioni sulla composizione delle classi, dovendo essere spinta da organi istituzionali a parlare con i genitori, riveda  la sua decisione in concerto con le esigenze espresse dai rappresentanti di classe, in mediazione di interessi e necessità al fine di uno spirito collaborativo, per poi a meno di 24 ore dall'accordo, su pressione di una delle due parti ricambi idea e a questo punto lasciando la decisione al consiglio d'istituto, senza prendere una posizione in nome della propria autonomia, dalla stessa sempre proclamata - concludono - Questa incredibile storia non finisce qui, perché dopo questo il giorno successivo alla decisione del consiglio d'istituto, la dirigente telefonando al nostro rappresentante di classe, comunica che la stessa era in accordo con il nostro dialogo e collaborazione in piena correttezza ed educazione, condivideva il disagio dei nostri bimbi, ed avrebbe voluto che loro fossero messi in una classe omogenea, addossando la responsabilità di questa scelta incomprensibile al Consiglio. Tutto ciò paradossalmente è accaduto nello stesso giorno in cui i giornali riportavano le interviste della stessa dirigente in cui sosteneva che la decisione presa è legata da esigenze covid e si lanciava in elogi sulle classi miste, spostando l'attenzione dell'opinione pubblica su un tema che non appartiene alla vicenda".  

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