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Scritto da Redazione
Cronaca
17 Gennaio 2020

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Nel corso del mese di gennaio sono numerosi gli eventi organizzati attorno al Giorno della memoria, rivolti a studenti e cittadinanza. L’ISI Pertini si è mostrato in prima linea con due iniziative: la visita al Confine Orientale e la posa della prima Pietra di Inciampo italiana.

La Regione Toscana, in collaborazione con la rete degli Istituti Storici Toscani della Resistenza e dell’Età contemporanea e dell’Ordine dei giornalisti della Toscana, ha confermato anche per questo Anno Scolastico 2019-2020 un progetto legato alla Legge 92/2004 e alla celebrazione del 10 febbraio, Giorno del Ricordo, in memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del Confine Orientale.

L’ISI “S. Pertini”, da sempre impegnato nella costruzione di una cittadinanza responsabile, attiva e consapevole, è stato selezionato per la seconda volta tra le venticinque scuole superiori del territorio destinate a partecipare al progetto, con lo scopo di portare cinquanta studenti toscani sul Confine Orientale, tra il Friuli Venezia Giulia e l’Istria, dall’11 al 15 febbraio. Il Viaggio studio toccherà i luoghi simbolo delle complesse vicende che hanno caratterizzato l’Alto Adriatico nel corso del Novecento: il Sacrario di Redipuglia, Trieste e la Risiera di San Sabba, Basovizza con la visita alla foiba e al Memoriale degli eroi, Gonars, Fiume, Padriciano, Albona e il campo di concentramento di Anghiari.

La Prof.ssa Martina Grasselli, in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Lucca, ha organizzato sei incontri di formazione per gli studenti delle classi quarte e quinte e ha selezionato le due studentesse, Gaia Moscardini e Rachele Ramacciotti, che rappresenteranno l’Istituto nel Viaggio.

Il percorso ha permesso di approfondire una vicenda storica europea del Novecento che ha recentemente sollecitato un nuovo dibattito culturale e politico, dalla forte eco mediatica, ma anche di guidare gli studenti a riflettere sul tema dell’identità nazionale, sui concetti di confine e di “attraversamento” e sulla stratificazione storica delle “memorie non condivise”.

Spostando l‘attenzione sulla città di Lucca, la Pia Casa in via Santa Chiara il giorno 9 gennaio è stata insignita di un importante riconoscimento: il luogo che durante la dittatura nazifascista è stata una prigione per ebrei e oppositori al regime da indirizzare verso i campi di lavoro e di detenzione ha visto installare al suo ingresso la prima soglia d’inciampo italiana.

Diversamente dalla semplice pietra d’inciampo, che ha la dimensione di un sampietrino e che ricorda una singola persona deportata, la soglia nasce da un’idea dell’artista tedesco Gunter Demning con l’obiettivo di imprimere nella memoria e nel tessuto urbanistico cittadino la vicenda di un intero gruppo di persone, la cui tragica vicenda personale si sia intrecciata nella storia collettiva di una città, di un popolo, di un Paese, di un periodo storico.

In questa occasione i ragazzi della terza B professionale dell’ISI Pertini hanno riproposto il video I luoghi della Costituzione a Lucca, realizzato in collaborazione con l’ISREC con l’intento di ricordare i luoghi in cui durante la resistenza si sono vissuti episodi salienti diventati poi incunaboli dei valori espressi dalla nostra Costituzione. I ragazzi hanno ripercorso le drammatiche vicende della Resistenza a Lucca, la figura di Don Aldo Mei e di tutti gli altri protagonisti della resistenza al nazifascismo in nome di tutti quei valori che la nostra Costituzione afferma e ricorda. Il Video ripropone una simbolica passeggiata lungo la città durante la quale i ragazzi si fermano a guardare e conoscere i luoghi spesso attraversati nella quotidianità ma vissuti ed osservati con un occhio diverso e più attento a capire a fondo il proprio passato. 

L’attenzione si è poi spostata sulla figura di Ernesto Guidi, allora preside del Liceo Vallisneri, che proprio nella Pia Casa passò i primi giorni del suo anno di prigionia per aver pronunciato il suo Preferirei di no secondo la formula di Boatti, alle imposizioni della RSI, fornendo un esempio di rettitudine e coerenza ai valori della democrazia in cui aveva sempre creduto.

 

 

 

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