Si è spenta ieri mattina 21 settembre all’Hospice San Cataldo all’età di 70 anni Gabriella Ciambella, moglie di Giuliano Lombardi, storico tifoso rossonero e presidente del Centro Coordinamento Lucchese Clubs per più di vent’anni e anche lei amante della Pantera.
La signora Lombardi, infermeria in pensione, ha lottato con tutte le sue forze contro un male incurabile che l’ha strappata ai suoi figli Walter, carabiniere a Bologna ed Alessia giornalista sportiva e dipendente dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Questo è il terzo lutto che colpisce la famiglia Lombardi, dopo la scomparsa di Claudio Di Bert compagno della figlia Alessia avvenuta il 22 aprile di due anni e quella di Giuliano Lombardi invece accaduta il 23 aprile dell’anno scorso.
I figli Walter e Alessia vogliono pubblicamente ringraziare i medici, i fisioterapisti e tutto il personale infermiere dell’Hospice San Cataldo per le amorevoli cure prestate alla loro mamma. I funerali di Gabriella Ciambella Lombardi si svolgeranno mercoledì alle 15.30 alla chiesa dell’Arancio e dopo la cremazione le sue ceneri riposeranno accanto a quelle del marito Giuliano.
Ricordo di Aldo Grandi: ho visto l'ultima volta Gabriella, la mamma di Alessia, ad una cena a casa loro all'Arancio dove mi avevano invitato e dove sono andato molto volentieri. Conosco questa famiglia da tanti anni da quando, cioè, cominciai a seguire la Lucchese dopo la morte di Alessandro Del Bianco. Con Giuliano Lombardi, Emiliano Pellegrini ed Alessia Lombardi oltre a Claudio Di Bert, abbiamo girato in lungo e in largo la penisola per assistere alle gare della formazione rossonera. Conobbi, poi, anche la moglie di Giuliano, Gabriella appunto, donna di una pazienza e lo dico con simpatica ironia e saggezza infinite. Abitavano sulla via Romana ad Antraccoli e talvolta andavo a far loro visita per fare due chiacchiere e perché Giuliano amava stare in compagnia del sottoscritto anche se, diceva, ero un 'romano di m...a', ma lo diceva con affetto. Fu lui, inoltre, a trasmettere la passione arbitrale a mio figlio Alessio. Alessia non è stata fortunata. In poco più di due anni la vita le ha tolto tutto quello che le aveva dato in precedenza. L'ha stesa, emotivamente parlando, e non è facile rialzarsi quando la vita, ma, diciamola tutto, la morte, interviene nelle faccende personali.
Quando, oggi pomeriggio, Alessia mi ha chiamato per comunicarmi la notizia, mi sono domandato perché non lo avesse fatto prima, quando ancora la mamma era in vita. Poi ho capito. Riservatezza, dolore, forse anche desiderio di stare in silenzio. Qualunque cosa sia stata, è degna di rispetto. La notizia, però, mi ha creato un certo scompenso. La vita è, a volte se non sempre, dura e arriva a colpire quando uno pensa di essere già stato colpito abbastanza. Non fa sconti, purtroppo e nemmeno saldi.
Cara Alessia ti sono tanto vicino. Mi dispiace immensamente, ma voglio dirti sinceramente che conosco la tua forza d'animo e sono certo che riuscirai a rialzarti anche questa volta. Certo è stato un tris maledetto che non ti ha dato nemmeno il tempo di elaborare ed assorbire con calma ogni lutto patito. Ti faccio le mie condoglianze, per quel poco che valgono e per quel poco che servono, ma sono sincere e sai che, per qualsiasi cosa, ci sono.