Più di dieci anni fa, in occasione del passaggio da Lucca della Coppa dei Campioni vinta dall'Inter di Josè Mourinho, immortalammo in una foto Giuliano Pacini e suo figlio Corrado e lo scatto, ancora oggi, campeggia proprio sopra la cassa appeso a una parete. Nessuno, però, avrebbe potuto immaginare che un giorno, su quella foto, uno degli artefici di quella stagione fantastica del Triplete, anzi, il più rappresentativo, avrebbe apposto la propria firma durante una cena in compagnia di amici e della moglie proprio alla Buca di Sant'Antonio della famiglia Pacini.
Sì, perché proprio ieri sera, all'improvviso anche se era stata annunciata, la porta dell'ingresso del locale di via della Cervia è stata aperta ed è entrato nientepopodimeno che il giocatore più famoso dell'Inter di tutti questi ultimi 40 anni, il capitano per eccellenza, Javier Zanetti in compagnia della moglie Paula. Entusiasmo alle stelle per tutti gli ospiti che non hanno voluto mancare la richiesta di un selfie e, puntuale, l'ex capitano e ora dirigente, ha accontentato grandi e piccini sfoderando un sorriso che conquista.
Inutile aggiungere che, in particolare, è stata tutta la famiglia Pacini ad andare, letteralmente, in tilt: da patron Giuliano Pacini da sempre tifoso nerazzurro ai figli Silvia e Corrado, con la prima in estasi, ma con il secondo che ha perso ogni punto di riferimento vista la sua nota passione calcistica per l'Inter e proprio per i suoi campioni del triplete. Ma anche le nuove generazioni dei Pacini e dei Cosentino non si sono fatte mancare scatti e autografi anche sulle maglie.
Non amo essere in prima linea con foto o interviste - spiega Silvia Pacini - ma in questa circostanza, sarò sincera, non mi dispiace e anzi lo faccio volentieri, dire due parole. Innanzitutto per papà, che oltre alla passione per i fornelli ha sempre avuto questa straordinaria passione per l'Inter. Io avevo avuto questa prenotazione da un collega gentile e stimato da qualche settimana che sarebbe venuto da Milano con un gruppo di persone tra cui anche il capitano dell'Inter. Io però fino a ieri sera ho allestito il tutto come se si trattasse di una prenotazione normale anche perché non si è mai sicuri se alla fine tutto si sarebbe svolto normalmente. Quando stava per arrivare il momento ero un po' tesa anche perché Javier Zanetti è sempre stato non solo un grandissimo sportivo, ma un esempio etico di persona. Poi un onore e un orgoglio perché, come me, è interista e avevo un po' di paura anche perché mi sono domandata metti che si a uno scorbutico, un montato, una brutta persona. Ebbene, quando è entrato e ha dimostrato una disponibilità unica, ha stretto le mani e sorriso a chiunque gli si sia avvicinato. Una spontaneità, una sincerità e una umanità che non erano finte, ma vere perché Zanetti è proprio così. E' stato veramente un bellissimo incontro con lui e sua moglie, io e Corrado eravamo fuori di testa come due bambini. Se prima ero pazza, interista e orgogliosa del suo capitano ora sono una pazza, scatenata, interista sempre più orgogliosa del suo capitano e con me Corrado che ieri sera era come un bambino con le mani nella Nutella.