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Scritto da carmelo burgio
Cronaca
30 Giugno 2024

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Tutti ricordano Silvio Pellico, patriota italiano, di quelli che volevano l’Italia unita e l’Austria “fora di ball!”. Va spiegato in quanto il termine “patriota” genera confusione avendolo utilizzato da più parti nel corso della nostra italica storia. Nel 1822 fu condannato per cospirazione dalla citata potenza – che comandava direttamente o indirettamente sull’intera penisola, Regno di Sardegna incluso – a 15 anni di carcere duro da trascorrere allo Spielberg, nell’attuale repubblica ceca. Ne uscì nel 1830, a riprova che gli sconti di pena venissero praticati anche allora, ma a sentir lui, che ne scrisse ne “Le mie prigioni”, dovette essere esperienza davvero traumatica, per il freddo, la fame, l’umidità, la scarsa igiene. 
Si rifugiò al ritorno nel Regno di Sardegna, che stava passando su posizioni antiaustriache, riprese la sua attività di drammaturgo, guadagnò bene col libro e ottenne anche la pensione. 
Dal 1929 al 1943, nell’Italia fascista, conobbe le patrie galere e il confino Sandro Pertini, forse il più amato Presidente della Repubblica, anche e non solo per lo show in occasione della finale del Mundial 1982. Con lui altri Padri (e Madri) della Patria, e pure qualche Zio.
Con i dovuti distinguo, legati all’abitudine un tempo imperante a maltrattare i detenuti politici, questi episodi ci dicono che si possa passare dal sole a scacchi agli altari della popolarità e della rappresentanza del popolo sovrano.   
Arduo pertanto comprendere tanto livore bi-partisan verso neo-parlamentari europei già destinatari d’informazione di garanzia o di provvedimenti restrittivi, assolti o immuni non solo al COVID-19.
Le vicende della vita possono assumere qualsiasi direzione, e chi oggi è considerato un malfattore, domani può assurgere a modello per le future generazioni. Come gli sconfitti di ieri possono diventare i vincitori di oggi. Pertanto se il sottotenente Pertini, cui nella Grande Guerra venne negata meritatissima decorazione essendo note le idee socialiste, raggiunse il vertice delle istituzioni – Presidente della Camera prima, 3^ carica dello Stato, e della Repubblica poi – credo che dovremmo tutti attendere a manifestare giudizi di riprovazione “senza se e senza ma”, per casi di altri illustri indagati, arrestati e/o processati.
In Europa oltre a Vannacci, di cui settimanalmente si ricorda che è indagato, c’è ora anche una cospicua pattuglia – Rakete, Salis, Lucano, etc. – che approva l’abolizione della proprietà privata, l’incontrollata immigrazione, l’accoglienza altrettanto incontrollata anche se comporta un “legittimo” aggiramento – e magari uno speronamento – delle norme. Va bene, siamo in attesa di sapere se l’abolizione della proprietà privata riguardi anche i beni paterni ereditabili, ma si tratta di dettaglio risibile atteso lo scarso valore relativo alla ricchezza italiana complessiva, al PIL.
Dai giuochi che si fanno in Parlamento europeo, l’ipotesi più gettonabile vede la pattuglia di occupanti-speronatori-accoglitori nella maggioranza. I giochi si son sempre fatti in politica, ove tutto è possibile, e una volta che hai compattato una maggioranza è difficile abbatterla. Per cui sarebbe bene cominciare a prepararsi a tale situazione e a rispettarla, in quanto fonte di essa è la tanto decantata democrazia. Meglio opporvisi, se lo si ritiene, con adeguato rispetto della forma e delle leggi.
Per questo invettive, foto insultanti, ruggiti da web dovrebbero essere sottoposti a stringente controllo da parte di ciascuno. 
Per qualcuno, e non mi riferisco alla sola Salis, sia chiaro, finirà che un solerte burocrate da ministero dell’Interno, per non avere responsabilità – che è la causa di gran parte delle italiche assurdità, delle quali diventa pressochè impossibile individuare le colpe proprio perché basate sulla diffusione e pluralità d’interventi e pareri – avvierà la procedura perché sia assicurata una misura di protezione, con scorta, auto blu e lampeggiante. E magari un soddisfatto Papà Castoro dovrà omaggiare di mazzi di rododendro molte altre persone, contorcendosi dalle risa. La collettività pagherà così anche benzina, parcheggi, usura della vettura e personale delle forze dell’ordine preposto, a dimostrazione che al peggio non vi sia mai fine.

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