Ci sono musulmani e musulmani. A noi, nei loro paesi d'origine, piacciono così come sono sempre stati, ossia rispettosi delle loro tradizioni, ma a casa nostra, se permettete, li preferiamo integrati. E quando diciamo integrati non intendiamo come lo intende la sinistra demente e distruttrice dei valori italiani, bensì a modo nostro o, per dirla tutta, come la intendono gli Italiani che hanno mantenuto un po' di cervello e identità nazionale. Perché è evidente a chiunque, ormai, che a sinistra non c'è Italia e non ci sono italiani: della serie vade retro satana.
Così, ieri a pranzo all'Olivo di Antonella Antonini e Corrado Petretti - grande ristorante per una grande e orgogliosa dimostrazione di professionalità e di appartenenza - siamo stati, pressoché, folgorati sulla via di Damasco essendoci imbattuti in Mohamed El Hawi per gli amici Momi. Nessuno ce lo ha presentato e non lo siamo certo andati a cercare. Ce lo siamo trovati di fronte mentre eravamo seduti in attesa dell'arrivo del Matteo vero - non il puffo di Rignano ovviamente - e abbiamo cominciato a chiacchierare.
Ebbene, stiamo parlando di un ragazzo di 34 anni che si trovava lì non perché simpatizzante della Lega, bensì perché imprenditore invitato dal professor Vincenzo Vespri, ordinario di matematica all'Università di Firenze, uno dei promotori dell'incontro top secret di ieri a pranzo. Mohamed, Momi per gli amici, è non solo italiano, ma fiorentino doc e a tutti gli effetti, uno che, dice, ha inciso sulla pelle il colore viola della sua Fiorentina.
Nato a Firenze da genitori egiziani e musulmani, cresciuto a San Frediano - grande Vasco Pratolini - quartiere che, una volta, era fiorentinità per eccellenza, fino a un anno fa era un musulmano praticante e osservante. Poi, a seguito di una maturazione interiore, ha scelto di restare musulmano, ma di abbandonare alcuni aspetti della sua religione che, come spiega, nel 2020 non avrebbero e non hanno, a suo avviso, più senso.
Esattamente come la pensiamo noi per il cristianesimo e le altre religioni. Come si può pensare che nell'anno di (dis)grazia 2020 possano ancora valere come precetti e leggi ultraterrene, cose che venivano predicate millenni fa? Certo, la religione interessa il sacro dell'uomo, ossia l'aspetto più delicato e importante, ma non si può non usare la ragione e il buonsenso per cercare di capire il mondo.
Mohamed El Hawi beve vino e mangia carne di maiale, ma non per questo si sente meno musulmano degli altri e in questo, perdonateci, ha ragione. E dovrebbero capirlo anche i deficienti-dementi verniciati di rosso che campeggiano a Firenze e al Governo: se i musulmani tradizionali fra 30 anni saranno la maggioranza, coloro che vorranno mangiare mortadella o prosciutto o anche bere un goccio di vino, potrebbero essere messi alla gogna se non peggio. Ecco perché i veri integrati che non vuol dire disintegrati o alienati come, in realtà, sono coloro che vivono l'Islam integrale, sono quelli come Mohamed.
La famiglia di Momi ha una serie di ristoranti denominati Gruppo Da Tito, dove Tito è il papà di Mohamed che ha anche una sorella la quale, dopo aver girato il mondo, alla fine si è sposata con un musulmano convertito in Inghilterra. "Io - spiega Momi - al contrario sono fiorentino al 100 per cento e convivo con una ragazza cristiana e italiana da cinque anni. Pochi mesi fa le ho chiesto, in volo su una mongolfiera, di sposarmi e lei ha accettato. Io sono musulmano, parlo arabo, ma sono cresciuto a Firenze e un anno fa ho fatto una scelta ben precisa. Oggi sono qui a incontrare Salvini come imprenditore di tre ristoranti-pizzerie a Firenze dove diamo da mangiare a settanta dipendenti. Altre due le abbiamo al Cairo e a Ismailia, la città natale di mio padre e uno ne apriremo, prossimamente, a Londra dove vive mia sorella".
Arriva Salvini - il Matteo di prima - in compagnia della Susanna Ceccardi, dell'ex presidente del Senato Marcello Pera, stanco, ma, per la prima volta, sorridente e felice oseremmo dire impegnato, di Andrea Recaldin e di Mario Pardini, candidato a sindaco nel 2022 per la Lega e non solo. Presentiamo a Salvini Mohamed spiegando, brevemente, che è il primo e unico musulmano che ha fatto una scelta da italiano e che c'è bisogno di questi giovani.
Poi, ce ne andiamo, ma nelle foto che riceviamo del pranzo, ci accorgiamo che il nostro giovane imprenditore era seduto proprio accanto al leader della Lega. Bene. Altro che razzismo. Il vero e unico razzismo degli italiani è quello dell'imbecillità, e per questo, a sinistra, hanno l'imprimatur.