Anno XI 
Lunedì 28 Aprile 2025
- GIORNALE NON VACCINATO
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Scritto da andrea pedri
Cronaca
26 Ottobre 2023

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Cosa comporta, per un paese, dover fare a meno di un elemento che ti ha sempre contraddistinto e su cui hai costruito la tua identità? Ne devono sicuramente saper qualcosa gli abitanti di Pontecosi, che dalla tarda primavera di quest’anno (ma in realtà da ben prima) hanno dovuto dire addio al loro amato lago senza la certezza di rivederlo in tempi brevi.

E ora? Con quale spirito i pontecosini organizzeranno la tradizionale “Festa sul lago” quando al suo posto c’è ormai una verdeggiante radura?

C’è di buono che gli abitanti di questa frazione, facente parte del comune di Pieve Fosciana, non sono di certo gente che si butta giù facilmente, e continuano imperterriti ad allestire eventi per il paese e per i molti visitatori affezionati a Pontecosi.

Anche la scorsa domenica, nonostante il periodo autunnale, sulle sponde dell’Ei-Fu lago è andata in scena la “Castagnata”, un momento per divertirsi e mangiare due mondine, ma soprattutto per far sentire la propria voce all’amministrazione comunale e all’azienda (Enel Green Power) che gestisce i lavori sul bacino idrico e sulla diga a esso collegata.

Da quel giorno, infatti, uno striscione campeggia sulla fiancata dell’accesso principale del lago e del paese vecchio, e ciò che recita non può di certo essere frainteso: “La politica e le istituzioni sparite come il lago. Siamo ancora in attesa di risposte concrete! Un paese abbandonato”.

Rabbia, sì, ma soprattutto delusione. Gli abitanti di Pontecosi si sentono traditi e dimenticati, in balia di date (legate alla fine dei lavori) in continuo spostamento e di una giunta comunale che non riuscirebbe a difendere i loro interessi.

Sarebbe già stato lunghissimo aspettare la primavera del 2024 per rivedere di nuovo il bacino pieno d’acqua, ma ora, con i lavori sulla diga che procedono a rilento, si dovrà quantomeno attendere la fine dell’estate o l’autunno del prossimo anno.

Una situazione non più sostenibile per i pontecosini, che chiedono chiarezza sulle tempistiche e sui motivi alla base del prolungamento dei lavori.

“Sono ormai più di quattro mesi che non abbiamo notizie chiare dal sindaco – chiosano i cittadini di Pontecosi – per la precisione dal 16 giugno. Da quel momento è calato il silenzio, anche da parte di Enel, e a noi non resta che osservare come i lavori siano ancora in alto mare. Avevamo chiesto trasparenza e comunicazione, ma gli enti coinvolti hanno disatteso queste promesse. Ci era stato detto che esisteva un progetto bellissimo, eppure non possiamo non notare che ci sono ancora problematiche e differenze anche nello spostamento del materiale fangoso tra le sponde di competenza di Pieve Fosciana e Castelnuovo di Garfagnana. Noi vogliamo solo indietro il nostro lago, diventato col tempo più di una semplice zona di Pontecosi ma un vero e proprio simbolo e luogo di attrazione turistica. Come cittadini, e anche attraverso l’associazione LagoSì, facciamo il possibile per mantenere il decoro e la pulizia del lungolago, ma non possiamo spingerci oltre. Dove sono le istituzioni? Dov’è Enel? Ci sono ancora detriti nella zona alta del lago, perché non sono stati tolti? Temiamo di aver perso un’altra grande occasione per il futuro del nostro paese”.

Le parole degli abitanti di Pontecosi sono forti, eppure comprensibili: dopotutto, sono loro a vivere sulla propria pelle le strategie legate al lago e alla diga.

La loro apprensione e i loro timori, però, sembrano essere condivisi anche dalla stessa amministrazione di Pieve Fosciana, che negli ultimi giorni si sarebbe confrontata con la popolazione e avrebbe espresso rammarico per lo spostamento del fine-lavori dettato da Enel, spiegando però come il comune non sarebbe immobile e al contrario pronto a lavorare e a vagliare soluzioni alternative.

All’orizzonte potrebbe esserci un nuovo progetto complessivo, ma sarà necessario tornare alla Conferenza dei servizi, discutere con la regione Toscana e ovviamente con la stessa titolare del bacino idrico.

Bisognerà pazientare in attesa di nuovi sviluppi, ma quel che resta, per ora, è una situazione delicata e un intero paese ai limiti della sopportazione.

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