Non ci stanno gli allievi dell liceo classico "Machiavelli" di via Cesare Battisti, il liceo artistico di via Fillungo e l’istituto d’arte "Passaglia" in piazza Napoleone. Protestano perché nelle scuole le situazioni sono disagiate sia da un punto di vista delle strutture che della didattica, puntando il dito contro l’introduzione della Dada (didattica per ambienti e di apprendimento). Così questa mattina è iniziata l'occupazione al suono della prima campanella e gli studenti si sono barricati nelle scuole. Al momento sono tre quelle che hanno aderito, ma non è detto che altre non seguano l'esempio.
Sul posto sono arrivati sia gli agenti della polizia che la digos, per verificare la situazione, ma al momento non risultano interventi.
La Gazzetta di Lucca ha parlato con Alice Maggini, la portavoce degli studenti che hanno organizzato l’occupazione del liceo “Machiavelli”: “Protestiamo, oltre che i problemi strutturali della nostra scuola (piove in alcune aule, gli infissi sono fatiscenti o pericolanti ed il riscaldamento è meno efficiente), per il progetto DADA (didattica ad aule tematiche), per cui, a partire da quest’anno, dobbiamo cambiare classe ad ogni cambio di ora; questa è una procedura molto scomoda per tutti, soprattutto quando abbiamo delle verifiche. Dobbiamo portare sempre in giro i dizionari – aggiunge Maggini - gli studenti si scordano le cose, per non parlare delle persone con disabilità motorie più o meno gravi, per cui spostarsi è impossibile o molto complicato; abbiamo chiesto delle pedane per agevolare le persone in carrozzina, ma la dirigente non ha intenzione di acquistarle. Infine, protestiamo per essere vicini agli studenti dell’istituto “Paladini”, che sono costretti a svolgere le lezioni all’interno di container”.
L'occupazione durerà fino a domani pomeriggio ed è iniziata, all'insaputa del corpo docente e della dirigente, Emiliana Pucci, questa mattina alle ore 8.
“La Digos ci ha detto – continua Maggini - che non ci sono problemi, basta che non ci siano danni alla struttura o atti di vandalismo. La dirigente ha fatto presente però, in fase di inizio dell’occupazione, che potevano essere contestati, a noi studenti, i reati di occupazione di suolo pubblico e interruzione del pubblico servizio".
Gli studenti, questa notte, dormiranno all’interno della scuola e, nella giornata di domani, terranno una nuova assemblea e dibatteranno temi di attualità, sempre inerenti alle problematiche della scuola.
"Vogliamo una maggiore trasparenza da parte della dirigente in particolare su come vengono gestiti i fondi scolastici, la questione della DADA è stata determinata dai fondi del PNRR e diciamo che la preside poi non ascolta molto le nostre decisioni, non ascolta i consigli ma prende le decisioni solo autonomamente, noi non siamo rappresentati a pieno, è leso questo nostro diritto - spiegano gli allievi del liceo "Machiavelli" -. .
Poi abbiamo richiesto l’educazione sessuale, che sia impartita a noi, e che l’educazione civica non sia decisa arbitrariamente su tematiche più disparate ma anche abbia a che vedere con l’attualità, questo in particolare dopo l’evento di Giulia, la riflessione che c’è stata sui femminicidi, quindi che l’educazione civica che per noi studenti è veramente inutile e noiosa fatta in questa maniera e per i professori è vista come un ‘imposizione diventi per tutti un momento di riflessione con un significato maggiore."
“Lo scopo di questa occupazione, che è iniziata da una cerchia ristretta di studenti per poi allagarsi a tutto l’istituto questa mattina – continua Maggini - è quello di ottenere un comunicato ufficiale in cui le nostre richieste abbiamo delle risposte concrete, visto e considerato che, quello con cui abbiamo dato inizio all’occupazione e che è stato consegnato a tutti gli studenti ed alla preside, probabilmente non uscirà mai in pubblico”.
La situazione sia all’interno che all’esterno della scuola resta di assoluta tranquillità e la ferma volontà degli studenti è quella di ottenere risposte alle problematiche sollevate che hanno portato a questa situazione. “Un messaggio che voglio condividere- conclude Maggini – è per tutti gli studenti, ma anche per i lavoratori, che si trovano nelle nostre identiche condizioni sia in ambiti più grandi ma anche più piccoli, che si uniscano a noi per protestare insieme contro questa condizione di disagio”.
“La scuola sì, ma non così”: queste le parole tracciate sullo striscione posizionato fuori dal liceo artistico-musicale A. Passaglia, attualmente in stato di occupazione da parte degli studenti che vogliono, in questo modo, protestare circa la situazione corrente tanto della scuola italiana in generale quanto del liceo Passaglia nello specifico.
“Da anni, noi studenti italiani viviamo la scuola come un luogo di disagio, come fonte di ansia, e come demolizione della nostra individualità. Ci sentiamo sicuri quando affermiamo che la qualità del nostro percorso formativo non è più una priorità per le istituzioni, e che la scuola- nella sua definizione più completa- non è più incentivata da chi di dovere”, è stata la dichiarazione degli studenti circa le ragioni profonde che li hanno spinti all’occupazione.
Per quanto riguarda i singoli punti oggetto di rivendicazione, primo- e peraltro condiviso anche dagli studenti del liceo classico Machiavelli, anch’esso occupato dagli studenti dalla mattina di oggi- è quello riguardante i programmi di educazione civica, che gli studenti ritengono non riflettano adeguatamente i veri bisogni degli studenti, riducendosi spesso a uno “studio superficiale dei primi articoli della Costituzione italiana”. “Gli studenti terminano gli studi, investiti dalla pretesa sociale di essere adulti formati e completi, ma non hanno mai sentito parlare di tasse, mutui, bollette, educazione sessuale, educazione emotiva e politica- hanno affermato gli studenti- Tanti diciottenni vanno alle urne forniti esclusivamente delle idee familiari, senza avere idea del quadro politico italiano, perché nessuno glielo ha insegnato. Tanti adulti uccidono, stuprano e picchiano perché nessuno, a scuola, ha mai detto loro che è sbagliato”.
Un altro punto concerne il diritto allo studio, garantito dall’articolo 34 della Costituzione ma, secondo gli studenti del liceo artistico-musicale, fattualmente negato agli studenti con ridotte possibilità economica a causa delle ingenti spese che sono loro richieste. “Le spese annuali di ogni studente sono stimate attorno ai 1200 euro (secondo dati Codacons)- hanno infatti osservato- Testi scolastici, abbonamenti ai mezzi di trasporto, e in particolare per la nostra scuola i materiali artistici e musicali, sono tutte spese per cui le nostre famiglie provvedono per almeno cinque anni. A tutto questo si aggiungono manovre come la rimozione del Bonus Cultura e i continui tagli di fondi all’istruzione”. Ancora, hanno proseguito gli studenti, “nel nostro liceo si ha la necessità di materiali e strumentazioni specifici affinché i programmi didattici possano essere seguiti completamente. Materiali e strumentazioni di cui spesso la scuola non predispone. Riteniamo che in un liceo di indirizzo artistico e musicale sia paradossale che uno studente debba provvedere da solo a situazioni di questo tipo”.
Infine, gli studenti hanno espresso profondo disagio circa gli stessi spazi scolastici, che sembrano “non appartenere più agli studenti”: gli studenti hanno affermato che nel liceo Passaglia sono frequenti problematiche relative agli spazi insufficienti adibiti alle lezioni, e da questo scaturiscono ulteriori problemi, primo fra tutti quello della sorveglianza. “Le macchinose e complesse procedure burocratiche imposte dallo stato ostacolano ogni tipo di iniziativa studentesca. Negano spazi strettamente necessari agli alunni, come nel nostro liceo, dove la pausa pranzo viene svolta obbligatoriamente al di fuori degli edifici scolastici (anche in situazioni di allerte meteo gravi). Negano spazi completamente autogestiti dagli studenti, a scopi ricreativi o di confronto, e limitano ogni altro tipo di libertà dello studente fra le mura scolastiche”. A tutto ciò si aggiungono problematiche dal punto di vista della manutenzione, per cui gli studenti lamentano situazioni come infiltrazioni d’acqua, finestre e porte danneggiate e riscaldamenti non funzionanti; problematiche, hanno voluto sottolinearlo, comuni a vari altri istituti. “Noi non protestiamo individualmente. La nostra voce si unisce a quella di tutte le altre scuole”, hanno affermato.
Questo è stato l’appello finale degli studenti: “Chiediamo troppo quando chiediamo di stare in ambienti curati e inclusivi? Quando chiediamo di non sottostare ad un sistema valutativo basato sul voto e sulla punizione, ma sull’importanza del processo didattico e delle nozioni? Quando chiediamo che venga presa in considerazione la crisi psicologica che affligge ogni studente, oggi più che mai, in una realtà italiana che sembra non poter garantire niente a nessuno? Il disagio degli alunni, la precarietà del personale, la negligenza delle classi dirigenti del nostro stato. Oggi noi prendiamo posizione in merito a tutto questo, a nome degli studenti, dei docenti, del personale tecnico, ausiliario e amministrativo, delle famiglie e delle generazioni future”.