Real Collegio Estate tiene fede allo spirito del pay-off scelto, "il chiostro popolare", e per la notte di San Lorenzo propone una veglia in vernacolo. Domani (10 agosto) a partire dalle 21,15 infatti i tre scoppiettanti vegliarini Marco Nicolosi, Domenico 'Gavorchio' Bertuccelli e Giovanni Giangrandi intratterranno il pubblico con uno spettacolo divertente e incalzante, A veglia sotto le stelle, tra aneddoti e battute rigorosamente in vernacolo lucchese.
Tre custodi del linguaggio contadino lucchese, quello di 'Lucca fòra', ma anche del parlare forbito di 'Lucca drento', appassionati e irriverenti, Nicolosi, Bertuccelli e Giangrandi condurranno il pubblico in un gioco di rime, storie ed espressioni capaci di raccontare, con immediatezza, la tempra e il carattere della città dalle cento chiese. Ad accomunarli anche un affetto profondo per Le poesie di Geppe di Gino Custer De Nobili, uscite nel 1906.
Marco Nicolosi è impegnato nel teatro popolare folkloristico fin da bambino. Autore di zingaresche di successo, composizioni tipiche del Compitese, dopo una lunga pausa si è riavvicinato al vernacolo nel 2011, instaurando un fervido sodalizio artistico con la compagnia La Combriccola, per la quale ha firmato commedie originali: l'ultima è la fortunata Io ni farei un monumento, portata in scena sul palco di Real Collegio Estate lo scorso 24 luglio.
Domenico Bertuccelli, meglio conosciuto come Gavorchio, è tra i principali eredi di una dinastia di vernacolieri famosi, iniziata da Adelfonso Nieri e proseguita da Cesare Viviani. Ironico, ricercatore, artista poliedrico, scrittore di commedie e autore di varie performance, ha dato voce alle vecchie tradizioni lucchesi, riscoprendo la parlata della campagna. Domenico è anche un appassionato di fotografie e di storia del territorio lucchese.
Giovanni Giangrandi, di 'Lucca drento', ha assorbito il linguaggio rustico degli zii contadini fin da piccolo: nel 2013 i ricordi di questo modo di parlare sono divenuti un libro, il Vernacolario lucchese. La curiosità verso la città e le sue caratteristiche, anche umane, ha mosso Giangrandi alla composizione di libercoli di storia e arte, spesso percorsi da una vena goliardica e libertina.
L'ingresso è libero fino a esaurimento posti. L'accesso diretto al chiostro è su via della Cavallerizza, di fianco alla facciata della basilica di San Frediano.