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Scritto da lara bianchi
Cronaca
29 Febbraio 2024

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Ci ha lasciato il professor Giorgio Madrigali. Un insegnante straordinario, di una cultura immensa che ha condiviso con entusiasmo con i suoi studenti. Il suo amore per la scuola, per il senso della missione educativa, lo vedeva dedicato al suo lavoro con impegno e serietà. Sempre elegante, impeccabile in classe, con completo scuro e cravatta. Sempre sorridente, disponibile e gioviale con tutti. Era un gentiluomo, generoso e accomodante, molto rispettoso di sé stesso e di tutti, con una grande dignità, ma anche con una leggerezza che riusciva a diffondere tra le persone con le sue battute, le sue galanterie, i suoi aneddoti, la sua passione per i viaggi, per l’arte e la bellezza.

Poi…c’era Giorgio. Il compagno di tavolo alle tante cene che proponevi da vero amante della convivialità e del buon cibo, quelle belle cene tra colleghi, oppure quelle di fine anno con le quinte. Sedevamo accanto in commissione all’esame di Stato, fianco a fianco nella correzione dei temi, ai consigli di classe nelle decisioni importanti. Sempre vicina mi volevi…la tua musa, dicevi scherzando, la Primavera o la Vergine delle Rocce. Come potrei dimenticare le nostre visite ai musei con le classi che avevamo in comune in cui tu facevi da guida. Come dimenticare le nostre passeggiate per Porcari nelle ore di buco e le colazioni al Toschi di cui eri tanto goloso. Mi piaceva sgridarti quando esageravi con gli zuccheri e tu accoglievi di buon grado le mie attenzioni e i miei rimproveri. Come dimenticare di quando ti chiesi di poter venire ad assistere ad una tua lezione di letteratura italiana in quinta. Fu incredibile seguirti mentre spaziavi tra gli autori, i movimenti, i fatti storici, collegando tutto con destrezza e armonia, con l’entusiasmo e la verità di chi conosce profondamente e ama quello che narra, di chi sa usare il mezzo linguistico adatto per il target, chiaro, ma ricercato al tempo stesso. Eri tutt’uno con il tuo sapere e con i tuoi ascoltatori. Tutti rapiti dal tuo racconto, tutti affascinati dai tuoi modi e dalla tua capacità di rendere tutto così reale e per questo tanto interessante.

Infine, come dimenticare l’uomo gentile, dallo sguardo vivace, dal sorriso beffardo di chi ha capito tutto, dalle battute sagaci che diventavano tormentoni per riderci insieme nei corridoi o nella sala insegnanti. C’era complicità tra di noi: la mia ammirazione e il mio affetto per te, la tua simpatia e stima per me. Il mio pensiero è spesso volato a te in questi anni anche se non ci vedevamo da molto tempo, ma ora mi hai lasciata qui a rimpiangerti e a ringraziarti per aver fatto con me un tratto del tuo cammino.

Arrivederci, Giorgio.

Una collega e un’amica.

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