Quella di giovedì 8 febbraio ai campi sportivi di San Cassiano a Vico è stata una giornata triste. Ne escono sconfitti il buonsenso, efficacissimo risolutore delle situazioni più complicate, il diritto di cronaca, sacrosanto in qualsiasi paese democratico, ma soprattutto lo sport.
Il giornalista ha il dovere ed il piacere di documentare ciò che accade quotidianamente e lo deve fare con imparzialità, ma lo deve comunque poter fare. Che il giorno dello sgombero dell’impianto di San Cassiano sarebbe arrivato, questo lo sapevano tutti, ma mai ci saremmo aspettati di vedere un presidente di una società sportiva attendere l’arrivo delle forze dell’ordine, e quante ne sono arrivate, pronto a darsi fuoco con tanto di accendino e bottiglie della benzina a portata di mano.
Polonia chiedeva solamente di poter parlare o con il sindaco Mario Pardini o con l’assessore Fabio Barsanti. Meno ancora ci saremmo aspettati però, e parlo da inviato di un giornale che, dopo una prima fase di trattative rimasta in stallo con non so quanti tra agenti di Polizia Municipale, Digos, Polizia, Vigli del Fuoco, Ambulanze e Carabinieri a concordare l’operazione di accerchiamento del Polonia, ad un certo punto venissero fatti allontanare tutti i presenti, compresi gli inviati delle varie testate giornalistiche.
Non solo, dopo essere stati estromessi dalla struttura, sono stati messi pannelli oscuranti per evitare che venissero documentate le fasi della cattura del presidente della Real Accademy. Passi il motivo dell’ordine pubblico ma, a mio modo di vedere, l’operazione di oscuramento ha tanto l’aria della censura. Oscuramento 1, diritto di cronaca 0. Se poi concludo, e lo faccio con un po' di tristezza nell’animo, che non mi era mai capitato di vedere una pattuglia dei Vigili urbani con quattro agenti che ammanettano e spingono nell’auto una persona, fino a prova contraria colpevole di non si sa cosa, qui l’amarezza di assistere alla sconfitta del buon senso regna sovrana. E lo sport? Sconfitto.
Il buon cuore di alcuni agenti della municipale ci ha permesso di documentare, e li ringraziamo, lo sgombero delle attrezzature da parte di alcuni dirigenti del Real Accademy.
Tra loro anche il direttore generale, uomo di sport e soprattutto di calcio, Antonio Bongiorni. “Avremo il nostro impianto di San Vito dove potremo allenarci finché ci sarà la possibilità e gli spazi per farlo - ci dice . domattina chiamerò la dottoressa Angeli dell’ufficio sport del Comune di Lucca, che mi auguro ci indichi quali saranno gli spazi per continuare la nostra attività. Sono circa 120 i ragazzi che hanno diritto di fare sport. Io sono un uomo di sport e non di politica. Rispetto ma devo anche essere rispettato per quelli chi sono i miei compiti; hanno il dovere di darci dei campi e noi valuteremo attentamente cosa fare per poter andare avanti”.
L’avvocato incaricato dal comune di eseguire l’ordinanza di sgombero ha dato, per fortuna, la possibilità ai dirigenti del Real Accademy di recuperare tutto il materiale presente nella struttura e indispensabile per lo svolgimento degli allenamenti e delle partite.
“Porteremo questo materiale in giro per i campi – conclude Bongiorni – ma ci troveremo ad essere come degli sfollati. Ma lo dobbiamo fare per i ragazzi che hanno dimostrato attaccamento ai nostri colori e per questo ringrazio loro e tutte le loro famiglie. Anche noi non molleremo, da un punto di vista sportivo, perché vogliamo portare fino in fondo la stagione, gli altri faranno il loro corso”.
Fermo restando che chi ha eseguito l’ordinanza di sgombero ha fatto, come è giusto che sia, il proprio dovere e non è certo parte in causa di questa triste vicenda, forse non saremmo arrivati a tanto se le parti in causa si fossero sedute ad un tavolino ed avessero trovato una soluzione interlocutoria, guarda caso usando il buon senso, tra cui anche quella ipotizzata di far finire la stagione calcistica e dare la possibilità alla società lucchese di trovare una sistemazione adeguata in vista della prossima stagione.
