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Scritto da Redazione
Cultura
19 Luglio 2021

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All’auditorium del conservatorio Boccherini, nell’ambito dei numerosi eventi organizzati durante Lucca Classica Music Festival 2021 per ricordare Ezio Bosso, il grande direttore d’orchestra, compositore e musicista scomparso nel maggio dello scorso anno, Tommaso, nipote e curatore dell’immensa eredità artistica di Bosso ha presentato il libro Ezio Bosso - Faccio Musica, insieme a Simone Soldati, direttore artistico dell’associazione musicale lucchese (che organizza il festival), ad Anna Tifu, giovane brillante violinista che ha suonato spesso con il grande artista, Carla Nolledi, responsabile della formazione musicale dell’associazione musicale lucchese, alla presenza anche del presidente Marco Cattani.

In un clima intimo e rilassato, tra amici, partendo dalla lettura di alcuni passi del libro (curato da Alessia Capelletti, ufficio stampa di Ezio Bosso), composto da interviste del maestro, lettere, appunti e messaggi, è sin da subito emerso il tratto comune che lega la grande figura di Ezio Bosso all’associazione musicale lucchese: la scopo di divulgare la musica classica tra la gente, abbattendo i luoghi comuni che vogliono che l’ascoltatore di musica classica sia diverso da chi ascolta altri generi di musica, mentre “non esiste il curriculum del bravo ascoltatore”, citando Bosso. Questa barriera anche culturale che si è creata è da abbattere il prima possibile come ha sottolineato Carla Nolledi più volte, portando la musica classica tra i bambini, anche piccoli, nelle famiglie, tra la gente, in modo che in chi la ascolta nasca la curiosità di volerla capire meglio e quindi studiare, approfondire. E questo era ed è uno dei messaggi più importanti che Ezio Bosso ha lanciato, facendone una battaglia, e che ha lasciato in eredità. Messaggio che si sposa perfettamente con l’opera di divulgazione musicale da sempre portata avanti dall’associazione musicale lucchese. Cattani stesso ha ricordato, con un filo d’emozione, la sua personale esperienza che parte proprio dall’amore per la musica classica trasmessogli prima di tutto dal padre, quando lo portava ai concerti fin da bambino, concerti a cui assisteva un po’ controvoglia ma che hanno suscitato nel tempo in lui la grande passione che adesso lo lega alla musica classica e non solo.

C’era Ezio Bosso ieri sera, tutta la sua essenza, nell’auditorium del conservatorio, nell’emozione della giovane violinista sarda Anna Tifu, che ha raccontato cosa significhi essere diretta da Bosso, il grande impegno che richiedeva ai suoi musicisti ma al contempo tutto l’entusiasmo e l’energia che il maestro trasmetteva e che li spronava a dare il massimo, per loro stessi e per gli altri, perché “se suoni meglio tu, suonano meglio anche gli altri”.

Tommaso Bosso sta portando avanti col massimo impegno il grande e non facile compito di cercare di rendere fruibile il pensiero di Ezio, che era anche, come sottolineato da lui stesso, un abilissimo comunicatore. Proprio la sua grandissima comunicatività gli rendeva possibile spiegare la musica classica in maniera semplice e accattivante al tempo stesso anche a chi non era un esperto e questo gli ha creato diversi problemi nell’ambiente perché veniva accusato di portare ai concerti gente vestita in modo non adatto o che applaudiva nei momenti sbagliati.

Il libro “Faccio Musica” è nato - ha spiegato Tommaso Bosso - proprio per far conoscere Ezio e originariamente è stato pensato anche per distribuirlo nei conservatori, per ispirare i giovani studiosi di musica, spronandoli ad andare avanti nella loro passione, nonostante tutte le possibili avversità.

Tommaso ha ricordato infatti come Ezio Bosso abbia dovuto lottare nell’ambiente della classica contro i pregiudizi, non avendo un “pedigree” giusto, venendo da una famiglia popolare, operaia, vantando esperienze molto eterogenee tra loro che non sono state apprezzate, ma come con la sua determinazione sia riuscito a diventare il grande artista che era, nonostante, come sottolineato con amarezza anche da Carla Nolledi, molti grandi direttori d’orchestra e personaggi del settore non abbiano speso una parola per ricordarlo quando se ne è andato.

Bosso che sapeva di essere diventato Bosso, che si scherniva quasi del suo stesso “Bosho pensiero” come ha raccontato Tommaso, parafrasando Osho il noto maestro spirituale indiano, Bosso che, tra le tante cose nella sua vita aveva anche composto il rap “cappotto di legno” con la sola ritmica di un quintetto d’archi, con un rapper napoletano su un’idea di Saviano.

La serata è volata via velocemente nel ricordo costruttivo e amorevole di Ezio Bosso, lasciando presagire - e questa è la vera notizia - che la collaborazione tra Bosso e l’associazione musicale lucchese non si fermi qui, ma che possa proseguire nel tempo con il comune obiettivo della divulgazione. Il direttore artistico e il presidente hanno infatti quasi strappato a Tommaso Bosso la promessa di poter eseguire, durante la prossima edizione del Lucca Classica Music Festival, il famoso Esoconcerto, il primo concerto per violino e orchestra scritto da Bosso, basato sui tre principi della creazione e sui tre principi del concerto, che Anna Tifu si è dichiarata di nuovo pronta ad eseguire, dopo che il grande dolore per la scomparsa del maestro si è placato almeno un po’.

Nell’attesa di quello che sarebbe un grandissimo evento per coloro che amano Ezio Bosso e per la città di Lucca, i futuri appuntamenti con Lucca Classica Music Festival ancora dedicati a lui sono per il prossimo fine settimana con i concerti in San Francesco con il Quartetto Zero (www.luccaclassica.it)

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