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Scritto da Redazione
Economia e lavoro
21 Dicembre 2024

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Intervista a Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro e della sede territoriale di Lucca. Da molti anni al vertice dell'associazione così come attento conoscitore del territorio, Capobianco affronta diverse tematiche.

Come si potrebbe introdurre in poche parole Conflavoro e la sua storia?

Conflavoro PMI è un’associazione nazionale di categoria nata a Lucca nel 2010  per rappresentare e tutelare le piccole e medie imprese italiane, promuovendo innovazione, competitività e supporto imprenditoriale. Fondata con l’obiettivo di offrire un’alternativa moderna al tradizionale sistema associativo, si è rapidamente affermata come punto di riferimento per imprenditori in cerca di consulenza strategica, formazione e soluzioni per lo sviluppo del business. Con una rete in costante crescita, Conflavoro si distingue per la sua attenzione alle esigenze reali delle aziende, supportandole in ambiti che spaziano dalla contrattualistica al welfare aziendale.

Ci dia qualche numero di Conflavoro.

Conflavoro PMI è una confederazione nazionale che rappresenta oltre 85.500 aziende associate in tutta Italia, impiegando più di 700 mila addetti in vari settori economici. La sua presenza territoriale è garantita da 81 sedi dirette in 18 regioni, oltre a 150 sedi di associazioni aderenti, per un totale di oltre 1.000 collaboratori.  Questa rete capillare consente a Conflavoro PMI di supportare efficacemente le piccole e medie imprese italiane, promuovendo la loro crescita e rappresentando i loro interessi a livello istituzionale.

Lei come si è approcciato al mondo imprenditoriale, e poi a Conflavoro?

Ho iniziato affrontando in prima persona le difficoltà quotidiane degli imprenditori, quelle di ieri sono le stesse di oggi. Mi sono presto reso conto della totale assenza di un’organizzazione capace di affiancare le imprese, aiutandole a trasformare le sfide in opportunità. C‘era un vuoto da riempire e così ho fondato Conflavoro da zero insieme a pochi altri. Da noi non ci sono burocrati, ma imprenditori al servizio di altri imprenditori, che ben conoscono i problemi reali di chi in Italia crea lavoro. Molto importante è la rete che ovunque abbiamo costruito coi professionisti, in particolare coi consulenti del lavoro e i commercialisti, sempre nel pieno rispetto dei ruoli.

Conflavoro PMI mette al centro la tutela delle piccole e medie imprese. Quali sono i più grandi "rischi" che corrono, e in cosa hanno maggiormente bisogno di essere tutelate?

Le piccole e medie imprese italiane affrontano ogni giorno sfide complesse che mettono a rischio la loro competitività e sopravvivenza. Tra i maggiori rischi possiamo citare il sovraccarico normativo e burocratico, che sottrae tempo e risorse preziose agli imprenditori. La difficoltà di accedere al credito è un altro tema critico: le PMI spesso faticano a ottenere finanziamenti adeguati per sostenere investimenti e crescita. Inoltre, la concorrenza globale, talvolta sleale, e i costi crescenti, come quelli legati all’energia, rappresentano minacce significative. Senza dimenticare l’urgenza di innovare e digitalizzarsi, una necessità che non tutte le imprese riescono ad affrontare da sole. In questo contesto, il ruolo di Conflavoro PMI è fondamentale: offriamo supporto concreto per districarsi tra normative complesse, facilitare l’accesso a incentivi e finanziamenti, e promuovere la formazione continua. La nostra missione è rappresentare le PMI nei contesti istituzionali e garantire che abbiano gli strumenti per affrontare con successo queste sfide, mantenendo vivo il tessuto economico italiano.Queste sono le urgenze che abbiamo rappresentato al Governo durante l’ultimo confronto di Palazzo Chigi sulla legge di Bilancio. 

Quanto importanti sono le piccole e medie imprese per il tessuto economico italiano?

In Italia, le PMI costituiscono il 99,9% del totale delle aziende, impiegando circa il 76,5% dei lavoratori e contribuendo a quasi il 65% del valore aggiunto nazionale.  Questi dati evidenziano l’importanza cruciale delle PMI nel tessuto economico italiano. Come dico sempre, senza imprese chiude il Paese. Qui non si tratta solo di numeri, stiamo parlando di ingegno, tradizione, capacità di innovare. L’Italia non è più guidata dalle grandi industrie, ma dalle piccole e medie imprese. Questo fatto non può più essere ignorato dalle istituzioni.

Qual è l'attuale situazione di queste imprese, anche in confronto con il periodo pre-Covid?

Le nostre imprese hanno sempre dimostrato una scorza dura, ma crisi economiche, emergenze sanitarie e l’aumento generalizzato dei costi hanno tuttora conseguenze pesantissime. Paghiamo l’energia più del doppio rispetto alla Francia e il Superbonus 110% lascerà pesanti ripercussioni, soprattutto sulle imprese edili. Per questo abbiamo creato Conflavoro Costruzioni, guidata da Luciano Angeli, per affrontare meglio queste sfide.

Come opera nella pratica Conflavoro PMI, e cosa fa concretamente per tutelare queste imprese?

Operiamo su due fronti: dialogo con Governo, istituzioni e sindacati e supporto diretto alle aziende con gli strumenti di tutela e promozione. La forza di Conflavoro è una visione moderna del rapporto tra imprese e lavoratori: investire nelle aziende porta benefici anche ai dipendenti. Questo deve essere l’approccio. Alcune sigle, invece, continuano a mettere le ideologie davanti alle idee e preferiscono provare a bloccare il Paese, nonostante anche quest’ultima legge di Bilancio pensi, e molto, al sostegno diretto ai lavoratori.

E cosa può dirci di Conflavoro Costruzioni?

Conflavoro Costruzioni non solo supporta le imprese edili nelle esigenze quotidiane, ne contiamo già 10 mila, ma punta a un obiettivo cruciale: ottenere velocemente una modifica normativa per liberalizzare il settore edile a livello sindacale, consentendo alle imprese di applicare il contratto collettivo dell’associazione cui aderiscono, come avviene negli altri settori. Attualmente, nell’edilizia c’è un solo contratto collettivo e impone l’obbligo della cassa edile, un ente privato che costa oltre un miliardo l’anno alle imprese. Ricordo che nell’edilizia il Durc, indispensabile per lavorare, è vincolato alla regolarità contributiva verso questa cassa. Conflavoro e Confsal sono pronte a firmare un nuovo e alternativo CCNL Edilizia senza il vincolo della cassa edile, una volta ottenuta la modifica normativa. Questo garantirà libertà di scelta alle imprese e consentirà di reinvestire quel miliardo in sicurezza e retribuzioni più alte. Le imprese gestiranno direttamente ferie e tredicesime.

Come ci si associa alla confederazione?

Associarsi è semplice: basta contattare una delle nostre sedi territoriali o visitare il nostro sito www.conflavoro.it. Il processo è veloce e l’obiettivo è rendere subito disponibili tutti i servizi e i vantaggi offerti da Conflavoro. La trasparenza per noi è tutto, non ci sono costi segreti.

Quali sono i vantaggi per i soci?

Le aziende possono beneficiare di servizi di assistenza sindacale al datore di lavoro, assistenza legale civile e penale, welfare bilaterale, accesso al credito e finanza agevolata, check up per la gestione del personale e per la sicurezza sul lavoro, contrattazione collettiva flessibile e dinamica, rapporti stretti con le istituzioni, networking e formazione imprenditoriale, convenzioni e scontistiche, il servizio Pronto Ispezione in caso di verifiche degli organi di controllo in azienda. Insomma, far parte di Conflavoro significa entrare in una rete che valorizza e protegge le imprese a livello nazionale.

Ci può dire qualcosa del Centro Studi?

Il Centro Studi di Conflavoro è diretto dal consulente del lavoro Sandro Susini. Analizza dati e trend economici, elaborando proposte concrete per supportare le PMI e sensibilizzare le istituzioni. È uno strumento fondamentale per orientare le nostre azioni e garantire che siano sempre basate sulle reali esigenze delle imprese.

E di Conflavoro Impresa Donna? Quale può essere il ruolo e il valore delle donne nel futuro delle piccole e medie imprese?

Conflavoro Impresa Donna, guidata da Laura Baldi, promuove l’uguaglianza e valorizza la leadership femminile. Partecipiamo al Comitato Impresa Donna presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy, proponiamo soluzioni per imprenditrici madri e sosteniamo le vittime di violenza con il progetto Rinascita Donna, che favorisce la ricerca di un lavoro e quindi l’indipendenza economica. In generale, il futuro delle PMI richiede maggiore protagonismo femminile, ma sarebbe ancor meglio parlare di meritocrazia, concetto essenziale anche per i giovani e per un efficace ricambio generazionale.

Come sono i rapporti con le istituzioni?

Collaboriamo con le istituzioni per portare avanti le istanze delle imprese, proponiamo le nostre modifiche normative, le nostre intuizioni ed esigenze. Facciamo critica costruttiva quando serve, ma non barricate, non è nel nostro stile. La politica è diplomazia e l’unica strada utile è quella del dialogo per ottenere misure che favoriscano davvero il tessuto imprenditoriale. Questo governo sa ascoltare, ma adesso bisogna accelerare.

Cosa ne pensa della Manovra?

La Manovra presenta spunti positivi, conferma quanto di buono fatto nella precedente legge di Bilancio per i lavoratori. Ci aspettavamo però una visione più vicina alle necessità delle imprese, non vi sono misure adeguate allo sviluppo in tal senso. Abbiamo ad esempio chiesto di tagliare in modo strutturale il costo del lavoro a carico delle aziende. Tradotto: sforbiciare del 3% annuo questi costi per un risparmio di 18 miliardi che le imprese investirebbero immediatamente accrescendo produttività, occupazione, consumi. Ne guadagnerebbe anche lo Stato. il 3% è circa la metà del taglio al cuneo previsto giustamente per i lavoratori.

Cosa ci si aspetta e cosa ci si augura per il futuro delle piccole e medie imprese?

Ci aspettiamo un contesto più favorevole, con meno vincoli burocratici, meno tasse e un costo del lavoro che non venga assorbito da tasse e contributi . Servono incentivi per innovare le nostre innumerevoli eccellenze e banche che si ricordino qual’e’ il loro lavoro. Le PMI hanno tutte le capacità per essere protagoniste di una nuova stagione di crescita, e siamo sicuri che questo governo sosterrà il lavoro sostenendo le imprese.

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