Sarebbe dovuta durare due settimane, poi tre, quattro, cinque, infine qualche mese. Ecco che, invece, giusto qualche giorno fa la pandemia ha compiuto un anno e guardando al futuro l'incertezza regna sovrana. Tutti, in un modo o nell'altro, hanno pagato e stanno pagando le conseguenze del Covid.
La ripartenza promessa sembra essere sempre più lontana e le speranze più affievolite. "Dobbiamo riaprire, ma tutti o nessuno": è l'idea di Brunello Gambini, titolare del BlancoCafé di Lucca. Il settore della ristorazione, infatti, naviga a vista da troppo tempo e ogni giorno che passa è sempre più lontano il pensiero di una ripresa.
"Svolgo con passione questo mestiere da 35 anni e metto il cuore in ogni mio gesto. Ritengo che la salute delle persone e la sconfitta del virus debbano essere la priorità assoluta, ma noi come categoria stiamo morendo e nessuno se ne accorge o ignora la cosa - esprime Gambini - Abbiamo perso troppo, ci stiamo rimettendo in maniera eccessiva e molti stanno per raggiungere il punto di non ritorno".
Si conta quasi il 50 per cento dei locali a rischio chiusura definitiva su tutto il territorio nazionale, in questi è doveroso contare la forza lavoro che ne fa parte.
"A gennaio dell'anno scorso avevo il doppio del personale, adesso con grande amarezza ho dovuto dimezzarlo. L'apertura da maggio a ottobre è stata una lotta contro i debiti e poi c'è stato di nuovo il crollo - continua il titolare del BlancoCafé - Non credo nel servizio d'asporto e mai ci crederò. Ritengo che determinati prodotti debbano essere gustati in maniera espressa, inoltre aumentare le spese per preparare due o tre pietanze è un'ulteriore rimessa".
Oggi Gambini è casa, non apre il suo locale dal 13 febbraio e si dice arrabbiato con tutti coloro che chiudono gli occhi di fronte a questa situazione: "Gestire una pandemia è inimmaginabile e io non me la prendo con chi ha messo in atto determinate scelte, ma con chi dopo un anno fa ancora finta che vada tutto bene - continua - Ci riempiono di speranze dicendo che la fine del tunnel è vicina, mentre invece probabilmente dobbiamo ancora entrarci. È necessaria una buona dose di serietà e competenza per capire come muoversi".
Per questo motivo lunedì, insieme a Confcommercio e Confesercenti, Brunello Gambini sarà piazza Napoleone per chiedere a chi di dovere di poter lavorare. "Vogliamo riaprire i nostri locali in sicurezza, non siamo artefici del contagio e dobbiamo ripartire prima che non ci sia più niente da far ripartire - conclude determinato - Tutti o nessuno. I commercianti devono essere uniti in questa battaglia, se noi per primi non facciamo forza comune è inutile pensare che qualcuno ci ascolti davvero".
Un settore, quello della ristorazione e del turismo, che fino a un anno fa era sinonimo di forza e garanzia, oggi si trova a dover lottare per poter alzare le saracinesche la mattina.