Nel giorno dell’apertura dei confini fra le Regioni italiane ci sono ancora settori di attività che non vedono all’orizzonte la possibilità di riprendere il proprio lavoro. Nonostante molte evidenti incongruenze fra le varie merceologie. E’ il caso dei mercati e delle fiere, riaperti i primi, ancora ferme le seconde.
E per gli ambulanti della Cna di Lucca si tratta di una vera e propria ingiustizia, vista la equiparazione a livello nazionale fra gli operatori che fanno solo mercati e quelli che, invece, vivono sulle fiere locali e stagionali.
“Ci sono famiglie che partecipano solo alle fiere nei paesi e nelle città del nostro territorio – spiega Daniele Michelini, portavoce della categoria per l’associazione – e che sono fermi da oltre tre mesi. E si vedono chiudere la possibilità di riprendere l’attività per motivi incomprensibili. Esiste infatti la possibilità di effettuare le fiere in piena sicurezza, così come sono stati riaperti i mercati”.
Con le giuste distanze e le precauzioni previste dalla legge, per la Cna, non si comprendono le motivazioni di alcuni comuni che impediscono lo svolgersi di questo tipo di eventi.
“Il danno economico per questi operatori è enorme – continua Michelini – e la mancanza di prospettive di tempo e di modalità impedisce di organizzarsi e di provvedere al mantenimento delle proprie famiglie”.
Nel frattempo la Cna si è mossa anche in Regione per vedere di sollecitare un intervento di “pressione” nei confronti dei comuni per questo motivo.
Sul tavolo c’è la possibilità di un’ordinanza che imponga alle amministrazioni dei vari territori di riattivare le fiere previste a calendario.
“Se pensiamo alle strade dei centri storici giornalmente affollate di persone senza alcun controllo o possibilità di distanza – conclude il portavoce Cna – non capiamo veramente i motivi che stanno dietro alle decisioni dei sindaci. Ci auguriamo che vengano presi provvedimenti diversi a partire già dai prossimi giorni”.