Un'oasi di pace in mezzo al verde. È così che potremmo definire i cinque campi da tennis e i due da calcetto che insieme danno vita al circolo Al Poggio di Lucca. Una scommessa iniziata quasi trent'anni fa che oggi quotidianamente rinnova la sua vittoria.
Il merito si divide tra Michelangelo Troysi e Gianni Guido, grandi amici ancor prima che soci, che alla fine del 1991 riescono a realizzare il sogno di vedere concluso il loro progetto. Uno sport particolare, il tennis, o lo ami o lo odi - potremmo dire. Non basta prendere in mano una racchetta. Serve dedizione, impegno, concentrazione. La grinta è necessaria, ma ancor più importante è la sportività. Saper perdere con la voglia di migliorarsi al prossimo set. La passione, poi, è di fondamentale importanza, anzi forse è ciò che di più conta: se Michelangelo e Gianni non l'avessero avuta così ardente, infatti, mai avrebbero colto l'occasione di rinnovare l'ex campo Colombo e trasformarlo in quello che oggi è.
"Avevo circa trent'anni quando abbiamo deciso di intraprendere questa strada - racconta Troysi - Non avevamo la minima idea di come sarebbe potuta andare. Con noi avevamo soltanto tanta passione e tanta voglia di fare. Il tennis è la mia vita e sentivo il bisogno di trasmettere agli altri l'emozione che può far provare questo sport, così insieme a Gianni abbiamo creato questo piccolo nostro mondo che quotidianamente cerchiamo di migliorare".
Già, i due soci s'impegnano giornalmente per far divertire grandi e piccini attraverso i corsi e le scuole tennis. Un'oasi in mezzo al verde, abbiamo detto. Già perché si estende a soli 700 metri dalle mura di Lucca all'interno del parco fluviale del Serchio. Un paradiso in cui non manca certo la competizione e, infatti, durante l'anno c'è un'ampia organizzazione di tornei sia interni che esterni.
"Giocare a tennis", è così che si dice. Indubbiamente corretto, ma in questo caso si tratta di uno sport che va al di là del solo gioco. È qualcosa che parte da dentro: l'emozione di caricare prima di colpire, sentire il piatto corda vibrare, la pallina girare e la consapevolezza che ogni volta rimbalzerà in maniera differente, riuscire col tempo a prevedere la mossa dell'avversario, arrabbiarsi quando questo non accade, ma tornare immediatamente concentrati per servire game successivo.
Sono tutti dettagli che se non provi non puoi comprendere: Michelangelo e Gianni lo sanno bene e sono le emozioni che vogliono a trasmettere ai loro clienti - molti dei quali diventati poi amici. E se dopo la partita si apre lo stomaco? Nessun problema, ad accogliervi nel ristorante all'interno del circolo ci sarà Davide, conosciuto meglio come "Il fantasticassimo", gestore del ristorante che in altro modo non si sarebbe potuto chiamare se non "'Du palle". Non resta che preparare il borsone e lasciarsi coccolare da questo mondo ai confini della città.
Fotoservizio Ciprian Gheorghita