Prendi una bistecca di carne rigorosamente toscana e servila, dopo averla appena scottata da entrambe le parti, su una pietra ollare dove potrà continuare a cuocersi per chi la ama non al sangue mentre, per gli altri, basterà afferrarla con una forchetta e trasferirla nel piatto. Tutto questo accade regolarmente da tempo immemore all'Oste di Lucca, sia al ristorante di via Fillungo sia in quello di via Cenami dove si è concluso il mini-tour turistico-enogastronomico organizzato dalla Gazzetta di Lucca per quattro amici - gli Amici Miei - che dalla capitale, dove vivono e sono cresciuti, sono soliti venire a queste latitudini essendosi innamorati follemente della città di Lucca.
Per la prima volta da quando frequentiamo questo locale abbiamo avuto l'onore di essere coccolati in amaniera superba da due donne che mettono passione e professionalità nel loro lavoro, Luana Travaglia e la figlia Chiara Del Magro. Il ristorante era gestito, fino alla sua scomparsa avvenuta alcuni anni fa all'età di 55 anni per un attacco cardiaco mentre si trovava in vacanza a Santo Domingo, proprio da Maurizio Del Magro, un ristoratore particolarmente apprezzato per le sue doti imprenditoriali.
Chi varca la soglia dell'Oste di Lucca può dormire sonni tranquilli, la cucina è in mano a personale proveniente tutto dalla zona della Media Valle, Bagni di Lucca in particolare. Una bella zuppa di verdura è assolutamente da provare. Così come l'antipasto dell'Oste dove abbondano formaggi e salumi.
Va, però, detto, con sincerità, che si viene all'Oste, in particolare, per la sua bistecca alla fiorentina cotta sulla pietra ollare che ti portano davanti e con la quale ti diverti a scegliere il grado di cottura della carne. Condita, magari, con un goccio di olio crudo ché quello in tavola è assolutamente buono.
Da Roma, dove avranno anche governato il mondo almeno fino a un paio di millenni fa, se vogliono mangiare la carne come Cristo comanda bisogna che si trasferiscano in Toscana. Lo sanno tutti, anche loro ormai che vorrebbero poter dire di aver scoperto tutto quanto esiste al mondo. Così, la truppa di amici miei che ogni anno, almeno una volta, sbarca all'hotel Ilaria - uno dei migliori della città dove, inutile dirlo, si sta da favola e si viene accolti con cortesia e calore - solo e soltanto all'hotel Ilaria, non rinuncia al suo tour gastronomico concludendolo immancabilmente con la bistecca alla fiorentina dell'Oste di Lucca.
Ottime le patate di contorno, da tuffarcisi in mezzo, leggermente dolci e tenere come il burro, cotte al punto giusto. Buoni anche i crostini con cui si sono aperte le danze, quelle con il lardo al tartufo e anche quelle con i fegatini di pollo. Slurp....
Il vino, ormai, lo sanno i ristoratori che ci conoscono, amiamo portarlo e sceglierlo noi tra le numerose bottiglie della nostra modesta enoteca. Pur nella nostra ignoranza, ormai, qualcosa anche se poco, comprendiamo e ci piace accostare vini a pietanze di vario genere. Ha ragione Aurelio Barattini il quale è sostenitore della bottiglia di vino portata da casa che, spesso, rappresenta l'occasione giusta per berla insieme agli amici. Grande Aurelio! Questa volta abbiamo portato un Rosso di Montalcino 2018 e, poi, una bottiglia di rosso francese Paul Mas reserve Syrah del 2019. E se il Montalcino è stata una conferma, il Paul Mas è stata una piacevole sorpresa per il profumo, ma, soprattutto, per il retrogusto che lascia in bocca ogniqualvolta lo si butta giù. "In Languedoc-Roussillon - scrive Paolo Valente sul magazine specializzato Vinodabere - una tra le zone vitivinicole meno conosciute ma in grado di dare prodotti eccellenti, troviamo un vignaiolo, Jean-Claude Mas, che ha saputo costruire, in soli venti anni, un’azienda con ben 15 tenute sparse nel raggio di pochi chilometri. Era il 2000 quando Jean-Claude fonda il Domaines Paul Mas partendo dai 35 ettari della tenuta famigliare. Gli ettari aumentano negli anni successivi con l’acquisizione di altre proprietà fino a raggiungere le ragguardevoli dimensioni di 850 ettari in conduzione diretta. Jean-Claude può inoltre contare sulle uve di 80 conferitori che coltivano altri 1500 ettari. Il ventennale di attività è stato coronato dalla vincita del premio “European Winery of the Year” conferito da Wine Enthusiast".
Provatelo, ha un costo accessibile, sui sette euro a bottiglia, ed è di ottima qualità.
Gli onori di casa e le presentazioni vengono fatte da una Luana Travaglia Del Magro in splendida forma, sorridente e tornata ad essere la regina del... vapore. Lei, infatti, ha preso in mano, con la figlia Chiara le redini dell'azienda con il figlio che dirige l'Oste gemello nel Fillungo.
C'è anche, non poteva mancare, Jessica Nardini la quale vizia i commensali con un vassoio di cantuccini e vin Santo, altre prelibatezze pressoché sconosciute.... a Roma Imperiale poi, per noi, l'immancabile Amaro del Capo al peperoncino.
Dopo la visita mattutina a Palazzo Pfanner i commenti entusiastici si sprecano, c'è aria goliardica e l'atmosfera si riscalda facilmente con Uby, al secolo Ubaldo De Francesco, tifoso laziale da una vita - nessuno è perfetto - che snocciola una barzelletta dopo l'altra facendo venire il mal di pancia dalle risate. La serata non poteva non concludersi con una breve visita al negozio di delicatezze e prodotti tipici toscani che si trova, proprio, accanto al ristorante e dove c'è Giuseppe Piserchia, 34 anni, infaticabile arredatore di interni che ha reso il locale una sorta di mostra itinerante dedicata al buon gusto e alla cucina toscana.