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Scritto da aldo grandi
Enogastronomia
18 Ottobre 2024

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Se si chiama La Dritta come può accadere che qualcosa vada storto? Battute a parte, era molto tempo che volevamo prenderci una sera e andare a cena all'Osteria di piazza San Francesco che Alessandro Borghese aveva decretato vincitore della puntata 4 Ristoranti girata a Lucca. Serata piovosa invero, ma meglio ancora, perché al di là dello spazio all'aperto che dà direttamente sulla splendida piazza ristrutturata e restituita alla città come tutto il quartiere grazie anche ai fondi elargiti dalla fondazione Carilucca, quello che merita e colpisce al primo impatto è proprio l'atmosfera dell'interno: calda, accogliente, intima, conviviale.

Alle pareti le sorelle nonché proprietarie del ristorante, Chiara la più grande e Silvia, ovviamente, la più piccola, hanno piazzato tutta una serie di stampe che richiamano ad una sorta di resistenza culinaria, di rivendicazione massima di una tradizione e di una cucina che chiedono e vogliono rispetto identitario. E hanno ragione. Provenienti da un a famiglia metà toscana e metà emiliana, portano nel sangue e anche nella mente un modo di mettersi a tavola e mangiare che, purtroppo, non tutti hanno avuto la possibilità di conoscere, con le nonne ai fornelli e, nel piatto, tortellini in brodo, lasagne, ogni ben di dio che proveniva da un passato remoto che dovrebbe non finire mai. Piatti che, con l'arrivo dell'autunno, ma, in particolare, dell'inverno, fanno capolino anche nel menu del ristorante lucchese perché alle radici non si rinuncia, né ora, né mai.

Poco meno di trenta coperti con una illuminazione perfetta, né troppo forte, né troppo bassa. Ai tavoli e in cucina tutte donne, dalle sorelle Menozzi alla mamma e ad altre collaboratrici che hanno il pregio e il privilegio di saper sorridere lavorando e scusate se è poco. Cortesia e disponibilità sono due mantra che non dovrebbero mai passare di moda per chi fa questo e non solo, lavoro.

Il menu è tutto su una facciata mentre sulla seconda ci sono i dolci. Cinque piatti da scegliere per ogni categoria, dall'antipasto ai primi ai secondi. Partiamo in quarta e chiediamo senza indugio i fiori di zucca fritti, ricotta, zucchine all'agro e quando sbarcano sulla tavola, oltre alla pancia, anche gli occhi si fanno... capanna. Leggeri, delicati, squisiti.

Il vino è un vitigno pinot nero, Frecciarossa dell'azienda agricola Carillo, vignaioli dell'Oltrepò Pavese, piacevole e completo al palato. Nonostante si siano scelti gli spaghettoni olio aglio peperoncino e bottarga di muggine, questo rosso ci sta benissimo. La pasta è top, il sapore e il profumo deliziosi, la porzione più abbondante del consueto su richiesta, ma non è mai abbastanza. 

Il baccalà al forno, zucca, porri, salsa verde è, innanzitutto, bellissima da osservare, sembra una pianta marina e il baccalà, onestamente, è davvero tanta roba. Buonissimo il pane che dovremmo trascurare completamente, ma di cui non riusciamo a fare a meno.  Come contorno, che c'entra e non c'entra allo stesso tempo, ma non importa, delle patate che si rivelano una favola. Niente dolci stasera avrebbe cantato Renato Zero, ma non rinunciamo ad assaggiare due bicchierini di Frulloncello e di Arancello, due liquori prodotti da una ditta lucchese, Mr.Liquor che altri non è se non Giovanni Frullani, classe 1988 e una laurea in Biotecnologie industriali. Cresciuto sulle Colline Lucchesi, alla Fabbrica di San Martino, ha vissuto da sempre in mezzo ai limoni coltivati in conca e all’agricoltura naturale dell’azienda vitivinicola di sua madre Giovanna Tronci e di Beppe Ferrua. Per l'Arancello, strepitoso, vale il motto coniato ad hoc Arancello, sete di arancia, quella vera.

Chiara Menozzi è una ragazza in gamba, che sa il fatto suo, tosta, alla soglia dei quarant'anni e con alle spalle un bagaglio di esperienze gastronomiche che le hanno garantito quel background indispensabile per scommettere su se stessa e sul suo futuro. L'Osteria La Dritta ha aperto nel 2023, è giovanissima, ma con già un grande avvenire dietro le spalle. Noi la ricordiamo in cucina all'Osteria Il Manzo di Antonio Fava che ci decantava le doti e le lodi di questa giovanissima chef che aveva saputo conquistarsi gradimento e apprezzamenti da commensali e colleghi. Ha girato parecchio e, in un lontano passato, ha anche agito da giornalista-cameraman per tutta l'Emilia Romagna, ma quando ha compreso che il lavoro non reggeva l'impatto della necessità, ha pensato bene di tornare alla sua vecchia, ma nemmeno tanto, passione e, con la sorella Silvia più giovane di otto anni, hanno gettato le basi per questa scommessa vinta senza esitazioni. Brave. 

Il prezzo è nella media e la serata li vale tutti. Da tornarci assolutamente, magari per riabbracciare un po' di quella cucina emiliana che anche noi abbiamo  nel cuore e nel dna, ma che da troppo tempo non coltiviamo.

Osteria La Dritta

Piazza San Francesco 13

55100 Lucca

Orari:  apre alle ore 19.30

Telefono: 377 363 3781

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