Immaginate di trovarvi in giro per la città e, nella fattispecie, in piazza Anfiteatro dove i locali destinati al consumo del cibo per turisti in primis, sono numerosi. Erano anni per non dire lustri o anche decenni che non ci sedevamo ad un tavolo di un locale situato in questa piazza. Diffidenza? Nemmeno più di tanto. Semplicemente la consapevolezza che trattasi di una piazza esposta al turismo di ogni età e razza dove non ci è mai parso di poter individuare qualcosa di particolarmente eclatante sotto il profilo enogastronomico, ma, lo ammettiamo, ci saremmo anche potuti sbagliare.
Anzi. Dopo l'esperienza vissuta ieri sera l'errore è stato categorico poiché non potevamo certamente immaginare di imbatterci in piazza Anfiteatro in un ristorante di ottimo livello sotto tutti gli aspetti e dove, addirittura, il pesce è assolutamente un must e al top. Si chiama Peperosa e anche se in altre località c'è un locale avente il medesimo nome, qui a Lucca, dal 2015, di Peperosa ce n'è uno soltanto che basta e avanza per la sua eleganza, accoglienza, professionalità. Lo ha aperto, al posto di quella istituzione che era Mamma Rò, Simona Del Ry (nella foto), ex funzionario di banca con la passione per la ristorazione alla quale si è dedicata aiutata dal marito bolognese di nascita e crescita.
Innanzitutto le luci. Uno spettacolo di grande lucentezza e, allo stesso tempo, intimità e gradevolezza. Sembra di stare, paradossalmente, sul ponte di una nave all'ancora o anche seduti al molo di qualche porto di mare. Solo che al posto del mare c'è un altro panorama mozzafiato che lascia di stucco soprattutto se, come noi, si sceglie un tavolo con vista diretta e senza ostacoli sulla piazza che fu un anfiteatro romano qualche millennio fa.
Simona Del Ry è lucchese doc anche se per un lungo periodo ha vissuto a Bologna e, per lavoro, ha circumnavigato la penisola e non solo. Alla fine ha capito che, di quella vita un po' nomade non ne poteva più e ha scelto di investire a Lucca aprendo Peperosa, un nome che le è vento in mente scegliendolo tra una rosa di nominativi che il marito le aveva sottoposto.
Da allora sono passati nove anni, Covid compreso, intensi e tosti, ma che hanno regalato a questa donna di carattere e di grande passione per le cose che ama, soddisfazioni a non finire a cominciare da quelle relative al personale. Dirige il locale una nostra vecchia conoscenza, Michele De Rosa, per oltre dieci anni al Baluardo San Colombano e il cui figlio da poco laureato, Mario, è stato stagista per diversi mesi alla Gazzetta di Lucca: Mario se ci sei batti un colpo e fatti sentire...
Ai fornelli un altro volto conosciuto, anche lui proveniente dal Baluardo San Colombano, Giuseppe Da Prato, chef dalla lunga esperienza, innovatore, ma sempre nel rispetto del territorio e della tradizione Per il resto ragazzi e ragazze giovani, volenterosi che hanno alcune doti non semplici da trovare: gentilezza, educazione, sorriso Tutti sotto la sapiente direzione, appunto, di Michele De Rosa, sommelier della società europea sommelier e insegnante ad aspiranti esperti conoscitori di vino.
E' stato sufficiente dare una veloce occhiata al menu per apprezzare il fatto che le portate sono in numero non eccessivo così da garantire freschezza e affidabilità. Poi, l'occhio è scivolato sul Crudo di pesce e, allora, un mondo si è aperto: in piazza Anfiteatro un crudo di pesce? Ma che roba sarà e, soprattutto, da dove viene? Tutto pesce fresco, spiega De Rosa, proveniente ogni giorno da Viareggio e, infatti, il crudo di pesce c'è sempre ed è freschissimo. Ordiniamo senza indugio per, poi, degustare delle ottime ostriche, davvero gustose, delle tartare di ricciola, tonno e pesce spada oltre a dei gamberoni e scampi davvero strepitosi. Consigliabile e consigliato. Provate e vedrete.
Sui primi scarse esitazioni visto che abbiamo voluto a tutti i costi mantenerci sul mare. Dimenticavamo di aver annaffiato il tutto con delle bollicine francesi, un Francois Romet seguito da un fermo per accompagnare la pasta: Erbaluce di Caluso docg tre cioché, una piccola azienda di quelle, oltre 150, di cui il ristorante è provvisto. Io sono contento - dice Michele De Rosa - quando ogni tavolo ha una bottiglia di vino diversa e questo sta a significare che siamo capaci di far apprezzare la nostra enoteca ben fornita di aziende non da grande distribuzione, bensì di nicchia.
Spaghetti con mazzancolle ossia spaghetti di pasta all'uovo con tartare di mazzancolle e crema di friggitelli o peperoni friarelli. Ricetta squisita di chef Da Prato che ci delizia, poi, con un assaggio di risotto Agrumi e Mare, Selezione Acquerello mantecato con zeste di agrumi, polpa di granchio a crudo e uova di salmone. Straordinari. Avreste mai pensato di trovare una cucina simile in piazza Anfiteatro? Noi no.
De Rosa insiste e vuole a tutti i costi che si dia un morso ai ravioli di pernice, su crema di cozze fondo di cacciagione e gel di zucchine alla scapece. Per lui e anche per Simona è il piatto clou, il top dell'inventiva Depratiana e noi accettiamo di buon grado oltreché di buon gusto. E non ce ne pentiamo dal momento che il sapore è avvolgente seppur delicato e lascia in bocca un bel retrogusto che invita a continuare imperterriti l'assaggio.
Ormai full-up, resta un piccolo spazio per degustare il baccalà di patate allo zenzero, cipollotti grigliati e salsa al Parmigiano Reggiano. Particolare, ma molto, molto buono.
C'è, poi, tempo per sedersi a tavola con Simona e parlare di tutto un po', dagli inizi all'attualità per scoprire che ci siamo imbattuti in una persona ricca di interessi e appassionata delle sfide, che ama circondarsi di professionisti ai quali affidare le sorti della propria azienda senza mai abbandonare, però, il ruolo di direttore d'orchestra al quale tiene e che, senza bravissimi suonatori, non va da nessuna parte.
Torneremo sicuramente al Peperosa perché erano mesi che non mangiavamo un crudo di pesce così concreto e ricco.
Ristorante Peperosa