Non c'eravamo mai stati in tutti questi anni. Ne avevamo, però, sentito parlare, in particolare dal nostro amico avvocato Marcantonio Jep Gambardella come noi siamo soliti appellarlo in riferimento allo straordinario protagonista del film La grande bellezza impersonato da Toni Servillo. E nemmeno conoscevamo Ferruccio Pera, il proprietario, che è stato anche titolare del ristorante Vigna Ilaria a Sant'Alessio dove, nel 2015, eravamo di casa o quasi. Poi, complice la vittoria di Mario Pardini alle ultime elezioni amministrative, eccoti la possibilità di fare conoscenza e di presentarsi e, infine, appunto, ieri sera, la decisione di farci un salto per vedere come si mangia in uno dei locali più apprezzati dal lucchese doc.
Nemmeno il tempo di mettersi a sedere ed ecco che ci imbattiamo in un cliente di eccezione che, però, viene spesso da queste parti, l'ex campione del mondo Mario Cipollini che siede sempre allo stesso tavolo. Scegliamo di stare fuori nonostante la calura, ma si alza il vento e si comincia a stare bene.
Diamo un'occhiata al menu e ci piace da subito: piatti sfiziosi e intriganti, ma in numero non eccessivo e esagerato. Ferruccio Pera è un personaggio, non ama le luci della ribalta e anche quando si è candidato per Lucca 2032, la lista civica che fa capo al neo sindaco di Lucca, non ha speso una lira per la campagna elettorale. Eppure, ha ottenuto più di 100 voti ed è passato consigliere comunale. Abbronzatissimo, barba e pizzetto, pochi capelli, lucchese made in Lucca docg, ottimo conoscitore di vini e ristoratore che conosce il suo mestiere.
La prima cosa che ci colpisce è il personale. Al di là che sono tutte donne, qui non c'è bisogno di quote rosa, sono anche tutte estremamente professionali e italiane. Di questi tempi, quando trovare personale locale è praticamente impossibile, a nostro avviso è una nota di merito da non sottovalutare. Evidentemente a queste latitudini si fanno stare bene i propri dipendenti.
Cominciamo, siamo in dolce compagnia, con delle crocchette di baccalà sdraiate su un lettino di cipolle caramellate. Ne arrivano solamente tre, ce ne vorrebbero almeno il triplo per farci sentire appagati vista la loro bontà. Dimenticavamo di dire che, come entrée, Ferruccio serve una ottima cecina fritta. Il tutto annaffiato con un bollicine francese Cremant della valle della Loira, vino biodinamico, freddo il giusto.
Sette i primi a disposizione, uno più intrigante dell'altro: dagli straccetti di Morelli con pomodorini, pecorino e, alla lucchese, pepolino ai tordelli lucchesi fatti in casa, dai ravioli di bufala su gazpacho ai ravioli di funghi porcini con burro alla niepitella. E ancora maltagliati di pasta fresca allo scoglio o bavetta aglio, olio, limone e pepe con tartara di tonno sashimi. Ci gettiamo, invece, sul risotto con acciughe del Cantabrico, burrata e panko croccante all'arancio. Scelta fu mai più azzeccata, una goduria sia per gli occhi, sia per il palato e, ovviamente, anche per le nostre ganasce.
Al tavolo con noi c'è chi opta per l'hamburger fresco di manzo - preparati quotidianamente - 200 gr., pomodoro, insalata, maionese, ketchup, salsa hp e patate fritte. Una bestia di panino...
Infine, seguendo i consigli del titolare, optiamo per un gran fritto di calamari, gamberi siciliani sgusciati e verdurine. Bene, guardate il colore del fritto e avrete subito una idea di che roba è. Tenero, fresco, sembra privo, addirittura, di olio, digeribilissimo. Si vede che al Vigna Ilaria il pesce era di... casa.
Piacevolissima serata con un ristoratore che non disdegna di sedersi a fare quattro chiacchiere con i suoi commensali. Volti noti a tavola di una città che, dopo 33 anni, conosciamo quasi a menadito. Prezzo accessibile e accettabile, assolutamente in linea con la bontà dei piatti serviti ai quali, lo diciamo senza piaggeria, sarebbe stato difficile, anche volendo, trovare un difetto.