Avviso ai naviganti che, all'uscita dell'orario di ufficio, ma anche la mattina e fino alle 21, si trovano a passare in piazza della Magione angolo via Galli Tassi: Francesco Martinelli, chef e proprietario per anni del ristorante Ammodonostro di via delle Fratte, coadiuvato da mamma Daniela Danesi e da Piero Lucchesi, ha appena aperto un luogo che non si può non visitare. Stiamo parlando della pescheria con annesso angolo degustazione di pesce crudo, marinato e affumicato situata dove un tempo c'era il bar Milano. Qui, soprattutto se e quando avete voglia di acquistare pesce freschissimo non di serie e mangiare, seduti comodamente al tavolo, delle crudités di mare da urlo, vale realmente la pena di stazionare un'oretta.
Certo, adesso l'esteriorità è ancora agli albori, manca l'insegna per la quale Francesco attende il permesso e, soprattutto, manca la scala che dovrebbe condurre alla terrazza che si trova al piano superiore e che, una volta realizzata, garantirebbe uno spettacolo niente male.
Aperitivi, pranzi più o meno frugali e, perché no?, apericena e magari anche una cena a patto che si accetti la regola fondamentale che vige a queste latitudini gastronomiche: niente piatti cotti, ma solamente crudo di mare, pesce marinato e affumicato. C'è da sbizzarrirsi comunque grazie alla bravura di chef Francesco che sa come abbattere il pesce crudo e trasformarlo in un piatto da leccarsi i baffi ammesso che qualcuno li abbia.
Non male anche l'enoteca, con vini di qualità che accompagnano magistralmente, grazie ai consigli di Piero, le pietanze sbarcate sul tavolo. Così, in un venerdì qualunque di una settimana qualsiasi, ci siamo fermati per assaggiare ciò che il cuoco ci avrebbe proposto.
La prima bottiglia pardon il primo calice sorseggiato è fuoriuscito da una etichetta che era tutto un programma e richiamava il titolo di una famosa canzone del 1968 cantata nientepopodimeno che da Francesco I e Francesco IV che non sono due sovrani, ma una coppia di artisti in voga nel secolo passato, ma molto passato: Ho scritto t'amo sulla sabbia... Il vino è un rosato frizzante del 2021 fermentato in bottiglia e prodotto dall'azienda Le Vigne di San Pietro in località Sommacampagna in provincia di Verona. Ottimo davvero bello fresco.
I clienti della pescheria arrivano ed acquistano pesce pescato dai pescherecci di Milù Pesca, azienda con sede in via dell'Artigianato a Livorno, nel mare nostrum almeno due volte al giorno. Ci tengo particolarmente al pesce di qualità che scelgo personalmente e ordino - spiega Martinelli - I miei clienti sanno cosa comprano e sanno anche che quello che prendono è un prodotto che non teme confronti. Arriva direttamente da Viareggio e da Livorno, qualche volta anche da Piombino o da Porto Santo Stefano. In più, oltre al pesce fresco esposto, ogni giorno c'è un pronto cuoci che preparo personalmente e propongo a chi ha voglia di fare presto senza rinunciare alla qualità. Un modo per non rinunciare al pesce anche quando il tempo corre e ci lascia sempre meno chance di dedicarci alla cucina.
La tartare di gambero rosa di Viareggio con burrata, rucola e fragole è il top del giorno, roba da piazzare le chiappe gastronomiche sulla sedia e restarci vita natural durante: davvero straordinaria e, con il vino che la bagna, realizza un mix cui rinunciare è impossibile. Porzione robusta anche se per noi ce ne vorrebbero almeno due, ma c'è tutto il resto da provare. E, infatti, arrivano gli scampi crudi di Viareggio con fragoline: deliziosi e, veramente, è come avere il crostaceo appena pescato in bocca. Assaporarlo facendolo sciogliore è una sensazione goduriosa.
Nemmeno il tempo di sognare e arriva un nuovo richiamo alla realtà che è meglio del sogno: ostriche, a gruppetti di tre - sei in tutto - di dimensioni ridotte, ma cicciose e gustosissime, coltivate nelle acque di San Teodoro e Porto Pollo, località turistiche che i lucchesi in Sardegna conoscono benissimo e frequentano.
Dopo il rosato è la volta di un altro calice, questa volta un bianco meravigliosamente trasparente, proveniente dalla Tenuta Maraveja, sei ettari di terreno dal quale nasce un vino che, dicono, è poesia e, probabilmente, hanno ragione. Si chiama El General. La tenuta si trova in provincia di Vicenza, alle spalle di Montecchio Maggiore, da cui proveniva il nostro vecchio amico, filosofo e linguista nonché professore di cibernetica Silvio Ceccato, l'autore del libro l'ingegneria della felicità che Rizzoli mandò in stampa con successo nei lontanissimi, ma per noi così vicini, anni Ottanta.
Tocca al tagliere di salumi di mare, pesce rigorosamente affumicato che può non piacere a tutti, ma a noi, al contrario, piace eccome. Sicuramente meno attraente degli altri, ma per chi ama il tipo di sapore va provato accompagnato da pane integrale e focaccia serviti sul tavolo.
Il carpaccio di salmone e baccalà è anch'esso un piatto a nostro modesto avviso delizioso, ma comune rispetto alle preparazioni di chef Francesco che, ad esempio, si esalta ed esalta i nostri sensi gustativi quando ci porta nel piatto le sue straordinarie alici marinate sotto pesto, frutto di un procedimento speciale che le rende assolutamente inimitabili rispetto ad altre che abbiamo testato. Con qualche fettina di pane sottile sono stupende e meriterebbero davvero il bis.
Poi la domanda che lascia spiazzati: ti piace l'anguilla? A uno che è figlio di padre cresciuto nel ferrarese che amava le valli del Comacchio è come invitarlo a nozze così rispondiamo di sì e nell'arco di qualche minuto ci piomba davanti agli occhio un'anguilla sfumata dei pescatori di Orbetello, piatto che risale alla dominazione spagnola dell'Argentario quindi non proprio di ieri. Si mangia tutto, compresa la pelle nera e il sapore, leggermente piccante, si esalta in bocca e lascia un retrogusto permanente che piace. Trattasi, come dice chef Martinelli, del primo presidio Slow Food in Toscana. Sapore un po' forte e tipico dell'anguilla affumicata, a nostro avviso per palati che non rinunciano ad osare.
E il dolce? Pure? Scherziamo, ovviamente, niente dolci, ma solamente, se proprio qualcuno non sa rinunciarvi, un caffè. Per il resto prezzi abbordabili viste le materie prime impiegate e la professionalità nella preparazione. Attendiamo la cura nei particolari del locale dopodiché l'angolo degustativo sarà un piacevole appuntamento anche sotto il profilo estetico. Del resto, anche l'occhio vuole la sua parte: Verissimo - aggiunge Francesco - abbiamo aperto sabato scorso, ma stiamo arredando il tutto con gusto. Sarà una sorpresa.