Ristorante Syrah, un'esperienza enogastronomica unica con vista panoramica su Montecarlo e le colline lucchesi

Siete mai stati al Buonamico Wine Resort? Bene, se non ci siete ancora andati, pensate che potrebbe essere un'occasione ottima per trascorrere un fine settimana o alcuni giorni per festeggiare un evento e rilassarsi in una delle zone più belle della Lucchesia ad un tiro di schioppo dal paese medievale di Montecarlo, una chicca per i turisti e non solo. Uno degli ospiti ha scritto che se si cerca una pausa dal mondo questo è il luogo ideale. Ebbene, ha ragioni da vendere. E non soltanto per la location, strepitosa e vicina alle principali mète turistiche della nostra regione, ma anche per il servizio, eccellente, la presenza di una piscina scoperta e coperta, gli arredi curati e raffinati, l'ambiente, top e riservato, i dintorni immersi nei filari di viti che, nella fattoria Buonamico della famiglia Fontana, producono la bellezza di oltre 350 mila bottiglie all'anno di vino. All'interno di questo paradiso terrestre, c'è un ristorante che prende il nome da uno dei vitigni più apprezzati e comuni del nostro emisfero, lo Syrah, un vitigno a bacche nere presente anche a queste latitudini ovviamente.

Lo dirige Andrea Minuti da diversi anni e ogni volta che mettiamo piede in questa riserva enogastronomica di eccezione, grazie alla sua cortesia, al suo saper coccolare senza mai esagerare il cliente, è sempre come se fosse la prima. Questo locale, che in estate apre la veranda e la terrazza sul mondo e sul panorama strepitoso sia sulle colline lucchesi, sia sulla Val di Nievole sia, infine, sulla rocca di Montecarlo lassù in cima, merita assolutamente una visita da parte di chi è in cerca non soltanto di buon cibo e ottimo vino, ma anche di un qualcosa che non sia la solita serata trascorsa sì, in un buon posto, ma che rientra nella normalità, in quello che potremmo definire il generico-generale. 

Syrah è una cosa a sé, un luogo che non esiste se non sulla via di Montecarlo al civico 43, altri così in zona e non solo non ce ne sono e se ce ne sono ci sono sfuggiti. I divani comodi e splendidamente posizionati rendono la decisione di alzarsi e gustarsi un tramonto o anche una conversazione, una scelta gratificante oltre ogni aspettativa. Non c'è fretta da queste parti, ma tranquilli, le portate arrivano sulla tavola senza far aspettare più di tanto: tutto funziona alla perfezione, senza sbavature. La cucina è un misto tra innovazione e tradizione, ma sempre con la massima attenzione ai prodotti del territorio e della regione. I prezzi, lasciatecelo dire, non sono assolutamente superiori a quelli che abbiamo riscontrato in un qualsiasi ristorante dozzinale del centro storico diventato, ormai, una sorta di locanda a cielo aperto.

I vini sono, ovviamente, quelli prodotti dalla casa ossia dalla Fattoria Buonamico, un'azienda che Dino ed Eugenio Fontana hanno portato ad un livello di professionalità e di eccellenza invidiabili. 

Quando la luce del sole lascia il posto al buio che avanza, la campagna sottostante si illumina ed è una delizia per gli occhi e per l'anima, i pensieri si acuiscono, i sensi si rilassano, l'atmosfera diventa come vorremmo fosse ogni giorno e una cena assume un significato e una portata che va al di là di ogni immaginazione. Qui, soltanto la posizione e la vista meriterebbero il prezzo del biglietto. 

Nel menu gli antipasti stanno sotto la dicitura Per cominciare ed è giusto, si tratta di un nuovo inizio che prelude ad un crescendo inesorabile: la Battuta ci intriga, è una tartare di manzo, burrata, cipolla, maionese al cetriolo e pane di avena, superlativa. L'Evoluzione, poi, la sposa benissimo ed è un piatto freschissimo per la stagione: Gazpacho di frutta e verdura, gambero rosso, yogurt e quinoa soffiata. Le porzioni non sono pantagrueliche, ma nemmeno lillipuziane. Per i primi ci sarebbe anche il tradizionalissimo tordello al ragù, ma noi ci tuffiamo a capofitto su un piatto denominato Il mantecato: risotto mantecato aglio, olio, peperoncino e fico. Ecco, qui ce ne vorrebbero, per noi, almeno tre. Di piatti. Fantastico e allo stesso tempo delicato.

Sui secondi no problem: accettiamo il consiglio di Andrea e degustiamo lentamente e con pazienza certosina il Brasato, una guancia di manzo brasata nel 'Cercatoja', pure di carote e salsa verde. Che cos'è il Cercatoja? E' un elegante uvaggio di Sangiovese, Syrah, Cabernet Sauvignon prodotto a Montecarlo, una favola infinita. Lo accompagniamo con una melanzana arrosto, pomodorini gialli, crema di pecorino, salsa al basilico, panatura alle erbe aromatiche e, se ce lo consentite, eleggiamo questa pietanza a top della serata.

Potevamo farci mancare il dolce? Certo che no e, allora, nella lista scegliamo la panna cotta affumicata, albicocca alla brace e mandorle. Buonissimo, ma, forse, troppo per noi che siamo terra-terra e, probabilmente, avremmo dovuto affidarci al classico tiramisu o anche al cheesecake ai frutti di bosco. Sarà per la prossima volta. 

A questo punto, tuttavia, Andrea ci sorprende con un prodotto che non esitiamo a definire eccezionale. Un liquore che, però, non è un superalcolico e nemmeno un semplice amaro, in realtà qualcosa di più dell'uno e dell'altro. Prende le bottiglie e le sistema sul tavolo, sono tutte prodotte da una azienda che si chiama Du.It che sta per Distilleria Urbana Italia ed è stata fondata da tre amici fiorentini che hanno la passione comune per la liquoristica. Il loro motto è: Produciamo solo ciò che ci piace. I nomi dei vari liquori sono tutto un programma, li assaggiamo mancando di rispetto al nostro fegato che, sicuramente, ce la farà pagare prima o poi. Di uno, però, in particolare, ci innamoriamo ed è il Love al kamikaze, vodka al caramello salato ed ecco la descrizione che ne fa la stessa ditta fiorentina che lo produce e lo vende al prezzo di 27 euro:

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