Gunther's Millions, questo il titolo della serie statunitense, prodotta da Nobo Productions, disponibile sulla piattaforma dal 1° febbraio 2023. Quattro puntate per ripercorrere la storia dell'eredità lasciata dalla contessa tedesca Carlotta Von Liebenstein al suo fedele cane. Già, il cane più famoso al mondo anche se si tratta dell'erede, il figlio, del genitore che era stato anche presidente del Pisa Calcio qualche lustro fa. Ebbene, in una delle quattro puntate c'è anche Mirko Citti, lo chef lucchese che ha cucinato in una splendida a Fauglia chiamato da Maurizio Laudicino proprio per lui, al secolo Gunther, il cane più conosciuto e ricco del mondo.
Chi avrebbe mai immaginato che quel cuoco simpatico, vivace e anche piuttosto bravino che avevamo incontrato tanti anni fa al ristorante Damiani sul viale Europa a San Concordio sarebbe diventato non soltanto lo chef personale del cane americano più straordinario che ci sia, ma, addirittura, un imprenditore a tutto tondo che, proprio da quest'anno, ha preso in gestione da Vincenzo Zaffora che ne è il proprietario, la cucina di quel meraviglioso angolo di paradiso a due porte dalla città che si chiama Villa Cheli sulla via Nuova per Pisa.
Damiani era, all'epoca, uno dei ristoranti più frequentati dai personaggi della Lucca che contava, dirigenti di banca e sportivi, liberi professionisti, molti dei quali provenienti anche da fuori i quali sapevano che se volevi mangiare il pesce fresco e cucinato come si deve proprio da Antonio Damiani dovevi andare. Le cose, poi, non sono andate come dovevano e il fallimento di colui che aveva voluto acquistare Villa San Michele a San Michele in Eschete - alla sua rovina aveva contribuito anche il presidente della Lucchese Libertas 1905 Fouzi Hodj con un buco di quasi 100 mila euro mai coperto e dovuto alle spese di accoglienza della squadra - aveva costretto Mirko Citti ad emigrare altrove trovando la sua casa e la fortuna in Versilia prima al ristorante Forte 10 e quindi al Marechiaro.
Chi non conosce Mirko Citti e la sua proverbiale capacità lavorativa, chef in grado di mettere a tavola chiunque e senza nemmeno bisogno di troppi collaboratori al grido di chi fa da sé fa per tre a, nel suo caso, anche qualcosa di più. A Villa Cheli, un hotel con numerose camere immerso nella campagna lucchese ad un tiro di schioppo dalle mura, chef Mirko ha trovato la sua dimensione, senza troppo stress se non altro non più di quello che ha sempre avuto lui che stressato lo è quasi per definizione. L'ultima stagione estiva lo avevamo trovato al Seven Apple, bravo come sempre, amato dai suoi commensali che senza di lui si sentono perduti e che, menomale, sanno puntualmente dove ritrovarlo quando sparisce da un luogo per riapparire, improvvisamente, in un altro.
Non sappiamo che cosa mangia Gunther né quali siano i suoi gusti anche se, dalle immagini che pubblichiamo, ci sembra che le crocchette insapori, il cosiddetto secco, non sappia nemmeno della loro esistenza. Una bella bistecca servita su un bel piatto ci sembra il suo pasto preferito e chi potrebbe dargli torto, poi, magari, verrà anche tenuto rigorosamente a dieta...
L'atmosfera a Villa Cheli si sposa benissimo con un ambiente volutamente riservato e ricercato, senza tanti fronzoli, ma sicuramente raffinato e godibile. Ideale per coppie in cerca di intimità o anche per cene tra persone che vogliono stare insieme senza fare casino come, al contrario, spesso accade. Non parliamo, poi, delle pietanze, roba da trasferirsi direttamente nel corpo dell'albergo o nelle sue dépendances e non muoversi più.
Un'altra sorpresa ci avrebbe riservato la serata: direttore di sala un giovanissimo, 21 anni, Marco Santoni che noi ricordiamo piccolo scorrazzare a piedi e sulla bicicletta in piazza del Giglio di fronte al ristorante del padre, quel Tabarro gestito da un grandissimo tifoso della Fiorentina, Mario Santoni che salutiamo da queste righe. Quanto tempo è passato, fantastici i calzoni mozzarella e prosciutto cotto che Mario infilava in forno a legna e tirava fuori adagiandoli sui piatti. Personaggio incredibile, nobile, fiorentino nell'animo, senza tanti fronzoli e con la battuta pronta chiunque si trovasse davanti senza indipendentemente dalle riverenze o referenze.
L'angolo romantico dove veniamo sistemati a Villa Cheli è il top. Provatelo. Monsieur Citti arriva con un suo assaggio e annuncia sorprese a volontà. Non avevamo dubbi sapendo anche che amici ci avevano parlato di questo ristorante dove, sinceramente, non eravamo mai stati prima né avevamo mai visitato. Villa Cheli ha un lungo viale d'ingresso affiancato dai cipressi nemmeno fossimo tra Bolgheri e San Guido.
L'insalata di polpo con patate viola è, realmente, una splendida sorpresa: delicata e con i tentacoli teneri e gustosi. Passate un po' di purea viola su un pezzetto di polpo e mettete in bocca poi, veniteci a dire cosa ne pensate. Il menu recita, tra i primi, Spaghetti 7 alle vongole veraci: un tipo di pasta leggermente più grosso del tradizionale numero 5 che, Mirko, ci dice subito servirà particolarmente al dente. Procediamo e attendiamo fiduciosi, il risultato è perfetto: una porzione non supera gli 80 grammi, massimo arriverà a 100, ma non di più e si tratta di un primo piatto che non unge, non esagera in alcunché e le vongole stanno alla pasta come se ne fossero cuore e anima. In più, colpo di scena, porta in cima una fogliolina d'oro alimentare, il più classico e il più prezioso taglio di oro edibile. Mamma mia che roba...
Chef Citti lo dice e lo ripete più volte come un mantra e come una promessa: qui potete mangiare quanto volete, ma vi alzerete sempre leggeri dalla tavola. Sarà, ma è meglio non correre rischi, soprattutto, in questi tempi di dieta non proprio ferrea...
E' la volta di un arrosto di mare che spazia dai gamberoni ai totani alle verdure, pietanza leggera che sparisce sotto i nostri occhi se non con la velocità della luce, quasi. Ottima la qualità, ma non possiamo non riandare con la memoria ai Damiani Times, i sapori sono i medesimi e ce ne accorgeremo, in particolare, quando toccherà al fritto misto. Citti ha cucinato per personaggi strafamosi, calciatori e uomini dello spettacolo compresi, in Versilia ne ha cucinate di tutti i colori e per tutti i palati, potrebbe restare ore a raccontare le sue imprese. Vita decisamente intensa la sua, vissuta a 200 chilometri all'ora, ma, dice, forse, è il caso di rallentare un po', non si sa mai cosa ti aspetta dietro la prossima curva.
E la sorpresa arriva, eccome se arriva, all'interno di un enorme calice di vetro dove sta il fritto misto di gamberi e totani con verdurine sottili e stuzzicanti solo che, noi, siamo alla frutta nel senso che non ce la facciamo più, ma come si fa a dire di no ad un capolavoro estetico e gastronomico del genere. Geniale trovata quella di chef Mirko, dobbiamo ammettere che è cresciuto, professionalmente, parecchio. Quanti gamberi sono spariti, ieri sera, nella rete dei nostri istinti fagici soddisfatti senza alcun ritegno. E poco vino rispetto al cibo, con aggiunta di una focaccina sottile sottile, croccante croccante, ma anch'essa fonte di calorie di cui potremmo fare volentieri a meno e non facciamo.
Al momento del dolce alziamo bandiera bianca, nemmeno fossimo sotto il fuoco nemico in qualche trincea di chissà quale battaglia. Ma Mirko Citti è uno di quelli che non molla e, poco dopo, eccolo riaffiorare dalle sue pentole e fornelli con un paio di piatti che richiamano l'attenzione non solo o non soltanto per quello che contengono, ma del come lo contengono. A partire dal rum, uno Zacapa 23 anni vecchio o così ci pare e lui conferma, adagiato nel bicchiere depositato su una impronta che altro non è se non la mano del nostro intrisa di inchiostro edibile di colore verde. Bella idea.
E, poi, il magnifico tirami su fatto sul momento e non, come spesso avviene, lasciato a stagionare in frigorifero. Una delizia, ma anche la solita bomba calorica di fine pasto. Passiamo il turno a chi ci sta accanto e rinunciamo. Concludiamo qui, seduti accanto ad una persona che ogni volta rivediamo con piacere e che, ogni volta, è sempre più uguale a se stesso. Una sorta di pilota dei fornelli che viaggia a alla velocità della luce. Villa Cheli ci rivedrà, davvero un posto da favola.