Ennesimo incontro, ennesimo banchetto tra amici, quelli veri, quelli o, per cause di forza maggiore, una parte che non cambia nel tempo. Solo per condividere un momento conviviale, quello delle Gazzette, attimo fuggente in un tempo sempre più veloce che si ripete da diversi lustri. Possiamo dire che tutti noi ci auguriamo si possa ripetere per altrettanti lustri, meglio ancora decenni.
Momento conviviale quindi che ha una sua precisa cadenza, mensile se possibile, nel quale un confronto tra i vari giornalisti collaboratori delle Gazzette si rende quasi indispensabile per il prosieguo del fantastico lavoro, quello del giornalismo libero. Serve per migliorare il singolo, ma al tempo stesso anche il gruppo, nell’unico e indiscusso interesse di fare Informazione, quella giusta con la I maiuscola questa volta. Informazione scevra da condizionamenti, strumentalizzazioni, falsi buonismi, retoriche radical chic e chi più ne ha più ne metta.
Con un Direttore, anche questa volta con la D maiuscola, come si definisce lui (ir)responsabile, che ha creato le Gazzette, quelle che danno noia, quelle delle denunce che piovono spesso da parte di tutti quei mentecatti da tastiera che spesso non si vogliono esporre e si nascondono dietro un dito, pardon, una penna che li ha aiutati a scrivere idiozie. Noi delle Gazzette siamo invece quelli che a seconda del clima politico che si respira in quel momento remano e scrivono controcorrente, siamo quelli che non si allineano al mainstream imperante e magari si scontrano apertamente su temi sui quali tutti si ritrovano a dire le stesse cose, con un copia incolla che fa invidia ai migliori programmi di scrittura, appunto quella del sistema.
I nostri lettori li abbiamo forse abituati a leggere spesso tutto il contrario di quello che si scrive e magari anche a torto. Ma senz’altro tutto questo aiuta a ragionare, senz’altro la ragione sta un po’ nel punto medio dell’argomentazione, senz’altro la verità assoluta non sta nelle mani di quei soggetti che si credono depositari della verità assoluta. Un Direttore, con la D maiuscola, senza il quale le Gazzette non sarebbero più le stesse. Anche se non cambiano nome piuttosto che proprietà. Ed è per questo che noi delle Gazzette ci riuniamo, ci confrontiamo mangiando, quando possiamo, un boccone, si fa per dire, insieme. Perché conviviali come queste, a volte accese anche nel confronto di idee, non si dimenticano.
A proposito, nell’ultima cena, e non è quella tanto conosciuta proprio nel periodo pasquale, abbiamo avuto modo di condividere idee giornalistiche associate a vere e proprie leccornie, costituite da tortini di vario tipo, salumi, formaggi e dolci. Tutto magnificamente annaffiato da prosecchi di marche a cui il nostro direttore in questo caso (ir)responsabile è particolarmente affezionato, visto quante bottiglie regala servendoci ogni volta a una tavola sempre ben imbandita. Insomma, un bel gruppo di amici prima di tutto costituito da giornalisti (ir)responsabili che vogliono continuare a fare il proprio lavoro giornalistico in libertà, senza condizionamenti di vario genere e soprattutto senza rinunciare al costante appuntamento conviviale de “Le Gazzette” che per mangiare bene si sono sedute in quest’ultima cena al ristorante “La Dogana” di Porta San Pietro che, al contrario di quello che si possa pensare, non ti fa pagare dazi come ultimamente vuole fare il presidente americano Trump, ma ti serve con passione e professionalità i suoi fantastici taglieri di salumi artigianali a uno dei numerosi tavoli sapientemente imbanditi.
Foto Ciprian Gheorghita