Il debito fuori bilancio in consiglio comunale di Capannori contiene, a detta del consigliere del gruppo misto Bruno Zappia, un notevole trascorso confusionale che varrebbe la pena prendere in analisi e le cui varie fasi si apprendono leggendo la sentenza n.1335 emessa dal giudice del tribunale di Lucca in data 1/12/23.
“Il progetto per la Francigena Greenway, approvato nel 2016, venne sottoposto a gara mediante procedura negoziata: i relativi lavoro furono affidati alla ditta Novatech, che aveva offerto un ribasso di ben 30,86 per cento, chiaramente una proposta anomala in quanto troppo alta- rievoca Zappia- Il controllo sui lavori, partiti a fine agosto 2017, avrebbe così dovuto essere particolarmente attento e costante: non lo è stato, come dimostrano le varie revisioni contabili mal gestite, la sospensione dei lavori, peraltro in ritardo sui termini contrattuali, e lo stesso stato di abbandono nel quale, ad un certo punto, si è trovato il cantiere”.
Tutto ciò finché, nel settembre 2019, l'impresa ha contestato i rapporti in essere con il comune di Capannori e si è sciolta dal contratto di appalto: da lì ha avuto inizio la causa, conclusasi in maniera non favorevole per il comune.
“Ciò che più indigna il sottoscritto è la leggerezza del comportamento tenuto sia dal RUP che dal direttore dei lavori nel corso di questa vicenda- prosegue il consigliere Zappia- Leggendo la sentenza emerge con frequenza un discutibile atteggiamento dei tecnici di parte pubblica (il comune appaltante): quando non ci sono o non rispondono alle richieste della ditta, quando fermano i lavori perché bisogna predisporre e fare approvare una perizia di variante che poi non arriva o arriva troppo tardi, rallentando comunque i tempi di lavoro della ditta”.
“Quando poi non viene pagato il dovuto, si finisce per definire un quadro nel quale il torto maggiore deriva dalla negligenza, più o meno implicita. Così mi chiedo pure se ciò dipenda anche dall'aver dato e pagato l'incarico esterno di direttore dei lavori proprio ad un ingegnere che, dirigente comunale di ruolo anni fa, si era appunto licenziato per importanti situazioni di operatività professionale”.
Zappia conclude che la sentenza, che vede il giudice riconoscere piena ragione alla ditta, attribuendole il diritto a riscuotere il compenso più interessi per i lavori effettuati ed aggiungendo i 2/3 delle spese di lite, dovrebbe portare a parlare di qualcos’altro: “Della probabile esistenza di un danno all'erario che ferisce le finanze pubbliche e della volontà politica di recuperare questo debito fuori bilancio attraverso chi ha presumibilmente contributo a determinarlo”.