La garante dei diritti delle persone con disabilità del comune di Capannori, Tina Centoni, ha scritto una lettera alla Regione Toscana con la quale chiede, facendosi anche interprete delle richieste delle associazioni del settore, che tutte le persone con disabilità che vivono in ambito domestico siano inserite tra i cittadini da vaccinare contro il Covid con carattere di priorità.
"La necessità di stare chiusi in casa, spesso privi di assistenza domiciliare, ha costretto le persone con disabilità e le loro famiglie a lottare da soli contro i disagi del lockdown e della pandemia. Per i più giovani la solitudine è stata amplificata dalla didattica a distanza e successivamente dalle norme anti contagio necessarie per la scuola in presenza. Si è tolto ai ragazzi con disabilità la possibilità di essere a contatto con gli altri in modo empatico, di utilizzare forme di comunicazione alternative e si sono rivoluzionate la routine di comportamento e le regole da seguire" - scrive Tina Centoni -.
"Il danno psicologico, le scarse o inesistenti terapie in presenza, la necessità di studiare o lavorare solo con strumenti informatici, hanno messo le persone con disabilità in situazioni difficili da affrontare, che con il trascorrere del tempo sono diventati ostacoli insormontabili. A fronte di questo scenario – prosegue la Garante - concordo con le associazioni per le persone con disabilità che si intravede uno spiraglio di luce nell'inserimento di tutte le persone con disabilità che vivono in ambito domestico tra la cittadinanza da vaccinare con carattere prioritario da parte della Regione Toscana".
Nella missiva la Garante dei diritti delle persone con disabilità suggerisce di ampliare le importanti scelte fatte per la vaccinazione dei soggetti più fragili con due ulteriori percorsi. Dar vita, per prima cosa, ad un coordinamento per le liste di vaccinazione territoriale per coprire nel minor tempo possibile le persone con disabilità.
"Nelle raccomandazioni per limitare gli effetti drammatici della pandemia si parla di tutelare i soggetti fragili - prosegue Tina Centoni -. La disabilità ha un fattore di rischio doppio: la fragilità fisica e la fragilità comportamentale che rende, quest'ultima, difficile se non impossibile seguire le regole".
Il secondo percorso suggerito riguarda l'inserimento tra i cittadini da vaccinare con priorità anche di chi presta assistenza alle persone con disabilità, a chi si prende cura di loro a casa per evitare ulteriori problemi alle famiglie già così duramente provate. "Il rapporto con il parente o assistente con la persona affetta da disabilità è continuo, diretto, costante, a volte 24 ore su 24, per cui è impensabile non vaccinarli entrambi- conclude la Garante-. Per questo sollecitiamo ad individuare modalità e tempi di somministrazione anche per i familiari delle persone con disabilità, in modo da riportare un po' di qualità nella vita delle persone con disabilità e dei loro familiari".