E' terminata ieri mattina presso il tribunale di Massa la fase istruttoria del processo intentato da Cinzia Chiappini, attuale giornalista di Noi Tv ed ex portavoce del sindaco Francesco De Pasquale a Carrara, contro la Gazzetta di Lucca e, in particolare, contro Aldo Grandi, il suo direttore più o meno (ir)responsabile. Nell'udienza di venerdì 8 marzo è stato ascoltato l'imputato sottoposto alle domande sia del pubblico ministero, sia dell'avvocato difensore Cristiana Francesconi del foro di Lucca sia del legale di parte civile. I fatti contestati avvennero nell'estate 2021 a seguito di un articolo pubblicato ad agosto nel quale, secondo l'accusa, il direttore della Gazzetta di Massa e Carrara diffamò la collega che, appunto, al tempo era portavoce del sindaco carrarino. Tutto era nato da un comunicato prima, da una intervista poi, sulla presenza di una ventina di immigrati presso una struttura situata nel centro della città i quali erano risultati positivi al Covid, ma nel comunicato ufficiale del sindaco non era stato specificato né il luogo né la nazionalità. E, nell'intervista telefonica di Grandi a De Pasquale, alla domanda del perché non fosse stata detta la nazionalità dei contagiati, lo stesso primo cittadino, tra l'altro, aveva risposto che si era trattata di una scelta voluta di dare una informazione neutrale che non si prestasse, in periodo pre-elettorale, a strumentalizzazioni di sorta né ad essere cavalcata dalle solite forze politiche. Grandi aveva, allora, criticato sia il comportamento del sindaco sia quello della sua portavoce nel redigere il comunicato che avrebbe dovuto essere improntato, secondo l'imputato, alla massima trasparenza e, quindi, anche alla oggettiva comunicazione dei dati alla popolazione di Carrara. Inoltre, ha spiegato Grandi ieri mattina davanti al giudice, quale può essere la attendibilità di un sindaco e del suo portavoce se viene diffusa una notizia non in base alla verità, bensì alla valutazione politica su una possibile strumentalizzazione dell'opposizione in consiglio comunale?
Al termine del suo intervento, l'avvocato della parte civile ha domandato all'imputato se, nel corso della trentennale carriera professionale, avesse subito altri provvedimenti disciplinari dall'ordine dei giornalisti a cui appartiene. Nessuna esitazione nella risposta: '25 o 26, record assoluto presso l'ordine di appartenenza a partire da quando è iniziato il conteggio ossia nel 2016. Sono motivo di orgoglio e un giornalista che non ha subìto procedimenti o provvedimenti disciplinari più che il giornalista potrebbe fare benissimo l'impiegato del catasto".
Il giudice ha aggiornato l'udienza al 26 luglio 2024 quando verranno presentate le arringhe e si procederà, con ogni probabilità, alla sentenza.