Anno XI 
Martedì 26 Novembre 2024
- GIORNALE NON VACCINATO

Scritto da irene decorte
Politica
06 Settembre 2024

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Finalmente un clima (quasi) sereno nell’aula consiliare di palazzo Santini: è regnata una certa pace tra maggioranza e minoranza nel corso del consiglio comunale di giovedì 5, il primo del mese di settembre, forse un buon auspicio almeno per l’ultima sezione dell’anno. Poche parole aspre, dialogo su temi pur spinosi e persino pratiche approvate all’unanimità.
Dopo il minuto di silenzio chiesto dal presidente Enrico Torrini per la scomparsa di Giovanni Pierami, la prima a prendere la parola è stata Ilaria Maria Vietina, capogruppo di Lucca è un grande noi, che ha raccomandato al sindaco e alla giunta comunale l’adesione alla marcia per la pace di Assisi che si svolgerà il 21 settembre, nella giornata internazionale che l’ONU ha dedicato alla pace: “Stiamo ricordando l’80° anniversario della liberazione della città di Lucca. Abbiamo appena dedicato una strada a Sandro Pertini: l’unico modo di mostrare coerenza e recuperare la scellerata decisione che, in prima istanza, l’aveva negata, è guardare al presente e assumerci le nostre responsabilità”, ha dichiarato il consigliere, ricordando peraltro che di lì a poco avrebbe dovuto lasciare a malincuore il consiglio comunale per partecipare a un momento di ricostruzione storica della liberazione della città. 
Seconda e ultima raccomandazione è venuta dal capogruppo del PD Francesco Raspini, che ha portato all’attenzione del consiglio la vicenda del video caricato negli scorsi giorni sui social da parte di un soggetto collegato ad una delle liste che hanno sostenuto Pardini (innominato da Raspini, ma che risponde al nome di Carlo Fusi, a suo tempo candidato con la lista di centrodestra di Barsanti), video dalle implicazioni a suo dire “inquietanti”: “Il video contiene affermazioni gravi nei confronti di soggetti che appartengono all’area politica che sostiene questa maggioranza- ha dichiarato infatti Raspini- Raccomando al sindaco, o a qualcuna delle persone che si sono sentite chiamate in ballo dal video, di fare chiarezza, smentendo le affermazioni fatte nel video e procedendo anche con azioni legali, così come in passato il sindaco è stato molto sollecito ad annunciare di fronte a parole con peso estremamente minore che gli sono state rivolte in questa aula”.
“Mi sono cascate le braccia quando ho letto il comunicato della consigliera regionale Valentina Mercanti sul tema, sono veramente basito- ha prontamente risposto il sindaco Mario Pardini appena arrivato in aula consiliare, dopo una breve sospensione del consiglio comunale per attendere appunto il suo arrivo- Tutto questo non sarebbe mai successo se non fossi candidato per la provincia. Ho sempre preso posizione su tutto, eppure si continua con la tiritera che il sindaco non parla, il sindaco non prende posizione: il sindaco prende posizione, il sindaco è candidato per la provincia, ed evidentemente questa cosa turba il sonno di molti, tant’è vero che c’è una consigliera che non verifica minimamente i fatti, fatti che non si sono assolutamente verificati. E il sindaco è costretto a fare quello che non vorrebbe mai fare: per tutelare l’onorabilità della maggioranza, sposterò il dibattito nell’aula di un tribunale”. Raspini si è dichiarato soddisfatto della risposta del sindaco, pur invitandolo a non mettersi sulla difensiva quando gli viene posta una domanda. 
Non essendosi risposte orali alle interrogazioni, i lavori del consiglio sono allora passati direttamente al terzo punto all’ordine del giorno, inerente alla pratica 175/2024, “Variante generale al piano di classificazione acustica comunale”, che disciplina le azioni necessarie alla regolazione del rumore prodotto dalle attività umane: come ha spiegato l’assessore Cristina Consani, il territorio è diviso in sei aree corrispondenti a precisi limiti acustici da rispettare, che vanno da uno (aree particolarmente protette, caratterizzate da estrema quiete) a sei (aree esclusivamente industriali). Tutti gli edifici ospedalieri e scolastici, ma anche aree destinate a svago e riposo, appartengono alla classe uno. 
“Il piano è stato realizzato tramite due fasi: una automatizzata e una successiva di verifica e integrazione sulla base delle attività effettivamente presenti nelle aree, soprattutto per quanto riguarda edifici di classe uno, cinque e sei. L’unico edificio in classe sei del territorio comunale risulta essere lo stabilimento delle cartiere Modesto Cardella a San Pietro a Vico- ha spiegato l’assessore Consani- Il comune di Lucca aveva già un piano di classificazione acustica risalente al 2004, con successive varianti: si ha la necessità di procedere all’adozione di questo piano per garantire coerenza fra la pianificazione del territorio, il vigente piano comunale e le effettive destinazioni d’uso. Il regolamento definisce le modalità da seguire per il rilascio dell’autorizzazione per svolgere manifestazioni in deroga al piano; rispetto al precedente, ci sono stati parecchi adeguamenti normativi, e due modifiche a seguito delle richieste di Arpat, ma non sostanziali”. 
Ha allora preso la parola il tecnico Francesco D’Alessandro, che ha sottolineato la particolare attenzione a tutela di edifici sensibili non presenti nel piano precedente: ha ribadito che tali edifici sono tutti collocati in fascia due, non essendo possibile realizzare aree di tipo uno, e che il passaggio da una classe all’altra dovrebbe essere graduale e senza discontinuità, motivo per cui deve anche essere verificata la contiguità con zone di comuni confinanti. L’ingegnere D’Alessandro ha concluso che sono state eseguite misure fonometriche in aree individuate dall’amministrazione e che i limiti sono stati quasi sempre rispettati, o solo leggermente superati.
La discussione della pratica ha visto l’intervento del capogruppo di Forza Italia-UDC Alessandro Di Vito, che ha innanzitutto fatto notare tutta una serie di edifici sensibili in cui è presente una discontinuità fra la classe di appartenenza e la zona circostante, senza la zona cuscinetto di 100 metri prevista, come ad esempio l’ITI, la scuola di San Pietro a Vico e l’ospedale San Luca: il consulente ha risposto che tali edifici devono necessariamente risultare al massimo in fascia 2 e che la legge regionale consente queste deroghe, anche se non è sempre possibile creare le fasce cuscinetto.
“Molte criticità erano già presenti dei piani precedenti e non sono mai state affrontate: bisognerebbe a un certo punto avere il coraggio di dire quali sono i risanamenti che non possono essere effettuati ed eventualmente fare degli spostamenti- ha dichiarato Di Vito, dopo aver elogiato la completezza dell’intervento- Campo di Marte nel piano di classificazione acustica del 2004 era l’unica zona in fascia due, e nonostante questo è stato spostato in area 4, con la conseguente impossibilità di aprire le finestre. Mi auguro che questo venga ricordato quando si andrà a pianificare strutture dove collocare il sociale e il sanitario”. A questo punto, la pratica è stata approvata con 17 voti favorevoli e otto contrari, così come l’immediata eseguibilità. 
La parola è passata all’assessore Paola Granucci per la trattazione del punto quattro all’ordine del giorno, relativo alla pratica 176/2024 “Piano comunale per il commercio su aree pubbliche”, la quale prevede la diminuzione del numero di posteggi nel mercato bisettimanale Don Baroni del mercoledì e del sabato. “La misura si è resa necessaria per il fatto che i posteggi che rimangono vuoti determinano un calo di appetibilità e interesse verso il mercato- ha affermato l’assessore al commercio- La diminuzione è stata chiesta dalle associazioni di categoria all’unanimità e la concertazione si è conclusa il 18 luglio con la diminuzione di 17 posti. Si è deciso inoltre di eliminare la fiera di Ponte a Moriano, che si svolgeva la prima domenica di settembre, ormai priva di attrattiva commerciale, con i concessionari tutti ormai scaduti”. Dopo un breve intervento del consigliere Chiara Martini, la pratica è stata approvata con 17 voti favorevoli e sette astenuti.
Particolare attenzione ha suscitato il quinto punto all’ordine del giorno, che ha visto l’assessore Moreno Bruni esporre la pratica 174/2024 “Acquisto area ex vivai Testi situata in via Carlo del Prete”: “Con questa si completa l’acquisizione degli spalti delle mura urbane- ha esordito- La sua acquisizione era già stata tentata dalle due amministrazioni precedenti, senza trovare riscontro positivo da parte dei proprietari. L’amministrazione attuale, dopo numerosi incontri, è giunta finalmente a un accordo con tutte le parti che possiedono questi terreni, per un importo di 15 euro al metro quadro e una spesa totale di 482 mila e 750 euro: l’importo è superiore a quello che era stato individuato in precedenza come valore di mercato, che la considerava una normale area agricola, in considerazione della posizione di particolare rilievo”. 
Il primo di svariati interventi è stato quello di Martini, che ha definito questo fatto “una svolta significativa non solo dal punto di vista della tutela e valorizzazione delle mura, ma anche della fruibilità da parte della cittadinanza del parco urbano”. Le sue parole sono state echeggiate da Di Vito, che ha elogiato questi “soldi della città spesi bene”: “Un’area che doveva tornare alla città e che era giusto che tornasse alla città, a dimostrazione che questa giunta non pensa solo a frivolezze e feste, ma anche al bene della città”. 

Di simile segno le considerazioni di Elvio Cecchini su questo atto “di portata storica”: “La pratica è passata in commissione con un solo astenuto, e mi auspico una condivisione ancora più completa stasera. Il verde presente nell’area non deve essere necessariamente conservato così com’è, ma sfruttato al meglio, anche liberando la vista che in quel punto valorizzerebbe molto la città, per la prospettiva e la distanza della circonvallazione dalle mura”. 
Quest’ultimo intervento ha suscitato la reazione del capogruppo di Lucca Futura Gabriele Olivati, che si è dichiarato favorevole alla pratica ma, parrebbe, non altrettanto all’intervento di Cecchini: “Mi fa curioso, detto alla lucchese, sentire Cecchini che fa l’elogio del taglio degli alberi, quando c’era chi, nella sua area politica, nello scorso mandato faceva polemica su ogni ramoscello tagliato e faceva vanto di essere fra coloro che avrebbero ripristinato la natura contro il cattivo centrosinistra che tagliava gli alberi”, ha infatti commentato il consigliere. 
“Sono stato frainteso, forse volutamente- ha risposto Cecchini- Mi sembra di aver detto le stesse cose, ovvero che essendo un ex vivaio le piante sono accumulate senza una progettualità, per cui si può pensare a intervenire in prospettiva. Non sono in maniera incondizionata legato al fatto di conservare gli alberi, inoltre il fattore visivo per me non è un fatto secondario”
“Non si può non replicare a questo modo di ragionare, come se non esistesse un passato- è intervenuto anche Raspini- Cito un’espressione del consigliere Cecchini: viviamo in un’epoca in cui sembra ci sia una venerazione per gli alberi. Ma ricordo che il 20 giugno 2022, a quattro giorni dal ballottaggio, Giorgio Lazzarini, con il quale il consigliere Cecchini ha portato avanti tante battaglie, colui che abbracciava il tiglio davanti alla stazione, diceva: se vince il PD, il verde pubblico è a rischio. Ultimamente, ad esempio, è stato abbattuto un bel pezzo di patrimonio arboreo a villa Bottini, e noi non abbiamo detto niente, perché ci saranno stati dei motivi se è stato fatto”. 
Dopo un ultimo intervento da parte del sindaco Pardini, il quale ha ammesso che il risultato viene anche dal lavoro delle amministrazioni precedenti e ha ringraziato i proprietari per l’accordo trovato, il risultato riscosso dalla pratica ha confermato il suo carattere storico: il provvedimento è stato approvato all’unanimità, con 23 voti favorevoli su 23 presenti.
L’ultimo punto all’ordine del giorno ha visto la trattazione della pratica 172/2024 “Acquisto dal demanio pubblico dello stato di un tratto di canale dismesso privo di denominazione, situato in frazione Santa Maria a Colle, chiuso e occupato a seguito della costruzione della scuola media Custer de Nobili”: come ha spiegato Bruni, si tratterebbe di “una semplice acquisizione per regolarizzare una pratica che dal ’79 non è ancora stata regolarizzata, un atto dovuto per una proprietà già di fatto del comune”. La pratica è stata approvata con 16 voti favorevoli e 5 astenuti.

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