Mentre il generale più famoso d’Italia si gode la valanga di preferenze che lo hanno posto dietro alla sola Donna Giorgia, sbellicandosi dalle risa davanti alle seriose e compunte immagini di tanti detrattori, interrogandosi – al limite – sull’opportunità di contentarsi del minimo risultato, che come ho a suo tempo spiegato, gli restituisce di diritto quel grado di vertice da cui era stato allontanato, l’interrogativo si è spostato su cosa farà.
In Europa molto dipenderà da come si delineeranno i nuovi equilibri, se i partiti di maggioranza italiani si compatteranno e troveranno analoghe forze europee per creare una nuova maggioranza. Su questo Vannacci non può intervenire.
Peraltro vi è già chi, spronando il meraviglioso pegaso alato della fantasia, lo vede a capo di una nuova formazione politica, magari divorando dall’interno la Lega salviniana, scossa di suo dalle bizze del boss-Bossi e dall’indiscutibile forza della sua 2^ anima veneta.
Non amo gettarmi in previsioni, ma con un filo di logica qualche idea emerge.
Vannacci resta un soldato e un incursore paracadutista. L’ha fatto per 35 anni. Serio e sfrontato il giusto, ha imparato a coltivare valori quale lo spirito di squadra, e sa di dovere molto a Salvini. Dopo le intemerate di qualche figlio e figlia di generale di FI che avevano statuito che lui si fosse comportato male perché-lo-dicevano-loro; dopo il trattamento riservatogli dal suo ministro, a fronte del saggio tacere di Donna Giorgia, “il Capitano” è l’unico che gli ha offerto una sponda. Rischiando, in quanto l’incursore era stato qualificato come il più abbietto degli esseri che calcavano la scena televisiva. Certo, non ha fatto della beneficienza, ha scommesso per salvare la sua leadership, ma ha consentito a Vannacci di coronare un percorso che – senza candidatura e elezione – poteva interrompersi con una sanzione disciplinare e altro incarico di 4° piano, prodromico ad una giubilazione. Un eventuale successo davanti alla giustizia amministrativa sarebbe giunto con tempi da bradipo, e soprattutto non l’avrebbe visto nessuno. Invece questa vittoria l’hanno avvertita tutti. Anche Bruno Vespa che, dopo averlo attaccato a suo tempo ed essere stato messo al suo posto con logica fredda, ferrea, un filo irridente di questo personaggio ben diverso dai generali Buttiglione cui era abituato l’uditorio italiano, l’ha invitato a Porta a Porta, consacrandolo.
A questo motivo d’ordine morale, ne aggiungerei due pratici.
In primis per Salvini non è novità confrontarsi con personaggi forti in grado di coagulare minoranze interne, cui sa di dover dare adeguato spazio, per garantire la monoliticità del partito.
Inoltre, sicuramente Vannacci ha portato via voti a Fd’I, inutile negarselo, ma difficilmente potrebbe sperare di far di più. E la Lega è sotto il 10 per cento, dato da tenere in considerazione. Chi ragiona di tattica comprende che questo sia il momento per consolidarsi, recuperare quelle schegge che rischiavano d’impazzire. Una scissione farebbe solo male anche alla compagine di governo. Chi avrebbe da guadagnare a spezzare la Lega in due per poi, alle prossime tornate elettorali, star a fare i conti della serva per superare la soglia di sbarramento? Oddio, ci son ancora da candidare i Casamonica, qualche altra porno-star come fece il grandissimo Marco Pannella, dimostrando che con le leggi elettorali italiane anche Cicciolina potesse allocarsi a Montecitorio, per cui tutto può essere, ma non vedo lui, né Salvini, capaci di giocare questa carta.
Hanno tutto l’interesse a compattarsi sulla maggioranza di governo e crescere.
E del resto l’esempio di autorevoli transfughi da grandi formazioni – Renzi, Mastella, Calenda etc. – qualcosa avrà insegnato.