Doveva essere una seduta relativamente tranquilla, quella che si è tenuta, per il consiglio comunale di Lucca, ieri, in data 15 maggio, rigorosamente in forma virtuale, per rispettare la prassi adottata a causa dell'emergenza da Covid-19. Erano all'ordine del giorno principalmente ratifiche da approvare in meriti a provvedimenti pregressi, provvedimenti che, però, riguardavano proprio la situazione emergenziale dovuta alla pandemia. Nel corso del dibattito assembleare sono sorti due punti che hanno posto in contrapposizione le parti politiche presenti in aula.
Modalità di distribuzione delle mascherine sul territorio comunale e l'erogazione dei contributi per il fronteggiamento dell'emergenza: queste le tematiche dibattute, tematiche sollevate, entrambe, dall'intervento del consigliere di Forza Italia, Marco Martinelli: E' venuto al pettine - ha esordito Martinelli - il nodo delle distribuzione delle mascherine. L'amministrazione ha voluto far passare il messaggio che le mascherine erano distribuite attraverso la società partecipata SistemaAmbiente e con i volontari della protezione civile. Mi è però giunta la segnalazioni da famiglie a cui la mascherina non è arrivata o che in alcuni casi esse siano state posizionate su cancelli arrugginiti o in altre modalità di abbandono. Abbiamo pagato oltre 30 mila 500 euro perché il servizio è stato subappaltato a delle cooperative. Noi chiedevamo che ci fosse una comunicazione diversa: l'amministrazione certo non era in grado di distribuire le mascherine famiglia per famiglia, però non è nemmeno possibile che siano stati spesi 30 mila 500 euro". Qui è intervenuto il presidente del consiglio comunale, Francesco Battistini, che ha sottolineato come "Tali affermazione bisogna che siano ben circostanziate. Non si può dare una immagine sbagliata di ciò che abbiamo fatto tutti noi come amministratori".
Parallelamente il consigliere di SIAmo Lucca, Di Vito, ha portato avanti una seconda tematica, sollevata da Martinelli nel suo precedente intervento: "Come sono stati spesi questi 470 mila euro che la città di Lucca ha avuto affinché si potessero fronteggiare quelle situazioni di famiglie in difficoltà? E possibile avere una fotografia sulla situazione sociale dall'inizio del Covid e durante lo stesso? A noi non bastano le cifre che avete snocciolato, abbiamo solamente delle parole. Vorremmo qualcosa di trasparente, un dato scritto, vero, reale. Quale è il tasso di povertà assoluta a Lucca? E a quanto ammonta quella relativa?"
Martinelli: "A noi interessava sapere, come avevo già fatto presente in commissione economica, quante erano le famiglie aiutate prima dell'emergenza, quante famiglie hanno fatto richiesta di aiuti senza passare dalle associazioni caritatevoli? Quante famiglie erano aiutati dalle associazioni?" Replica la consigliere Martini: "Martinelli mi dice che non sono stata capace di avere dati. Ora, un fatto è che quando si ha una ratifica di questo genere ci si trova in una situazione emergenziale. Qui si parla di cibo da far arrivare alle persone, si tratta di misure sviluppate a livello locale perché sono state adottate delle disposizioni nazionali alle quali dobbiamo adeguarsi. Sono dati importanti per vedere chi sta soffrendo veramente. In una commissione congiunta bisogna che i dati siano ben espressi, non adesso".
A prendere la parola per tentare di mettere un punto alla discussione è stato il sindaco Tambellini: "Martinelli - ha detto il primo cittadino -valuti il fatto che, per i bisogni del 2020, non si prende a riferimento l'Isee dell'anno 2019. I criteri per i buoni spesa sono stati fissati per le delibere di Giunta. Questi sono docuimenti pubblici che possono essere esaminati da tutti. Certo che dovrebbe essere fatta una analisi precisa, per capire in particolar modo le conseguenze che questa emergenza ha avuto sul piano economico". Risponde Martinelli: "Io non ho parlato di isee, ci serve la fotografia delle situazione attuale. Avete in comune il dato su quante famiglie erano aiutate prima dell'emergenza da Coronavirus, si o no? Non mi sembra ci sia demagogia in questa richiesta. Quante erano le famglie aiutate dalle associazioni caritatevoli a Lucca? Se non avete questi dati ditelo, ma si tratta di informazioni che vanno registrati e che per trasparenza dovremmo avere.
Il consiglio si è poi nuovamente concentrato sulla tematica delle mascherine, portata di nuovo all'attenzione dell'assemblea dall'Assessore Raspini:: "Il cinque aprile - ha spiegato l'assessore - abbiamo appreso che da lì a tre giorni la mascherina sarebbe stata resa obbligatoria su tutta la regione. Non abbiamo mai negato che la distribuzione delle mascherine avesse dei costi da sostenere. La distribuzione non poteva essere fatta attraverso il personale dipendente, dunque è stato utilizzato personale appartenente a cooperative in un contesto di assoluta urgenza. Il valore aggiunto è stato rappresentato dal fatto che i giri con cui le società si sono mosse sono stati i giri della raccolta differenziata. Un conto è andare casa per casa, un conto è andare seguendo un percorso tracciato.
Chiaramente, quando si tratta di raggiungere 40 mila nucleiu familiari, qualche disservizio ci può essere, Sul cancello rugginoso: non tutte le case hanno la cassetta delle lettere, le consegne dovevano essere fatte inderogabilmente e si sottolinea come il commune non fa servizio postale. Non abbiamo trovato altre soluzioni che in sei giorni ci facesse disimballare le mascherine, inpacchettarle e consegnarle. La seconda distribuzione delle mascherine che ha riguardato solo gli over 60 ha impiegato più del doppio del tempo, con l'utilizzo delle associazioni di volontariato".
Martinelli, in conclusione, tornando a parlare degli aiuti alimentari: "I dati servono solamente per fare un punto della situazione. Se non sono stati tenuti i dati come si fa a capire se una famiglia è stata aiutata e da chi? Ci vuole che emerga il quadro di chi il comune aiutava prima delle emergenza. Si deve verificare che non sia successo che una famiglia abbia ricevuto un buono due volte. Non si può minimizzare sull'importanza di avere un dato così fondamentale. A Raspini dico che è vero che il comune non fa il servizio postale, ma se si spendono 30 mila 500 euro il servizio deve essere fatto ed essere fatto bene.
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