Mancanza di trasparenza nel gestire le questioni riguardanti l'ex manifattura tabacchi e arroganza nel prendere decisioni sul futuro della città. Sono queste le accuse che l'ex consigliere comunale Piero Angelini rivolge all'assessore Mammini.
"Vivo un momento difficile sul piano umano – spiega Angelini – quindi l'ultima cosa che vorrei fare è occuparmi di nuovo dei problemi del Comune di Lucca, ma la risposta irridente, data, qualche giorno fa, dall'assessore Mammini al consigliere regionale Marchetti, che aveva osato chiedergli spiegazioni sul progetto di ristrutturazione della Manifattura Tabacchi, proposto da Coima sgr spa, mi costringe ad intervenire".
Per prima cosa, Angelini sostiene la falsità dell'affermazione secondo cui la vendita della parte sud della struttura era stata inserita nel piano di alienazioni dell'Amministrazione Favilla, perché avrebbe dovuto sostenere la spesa di compartecipazione del Comune al Piuss per i lavori della parte più antica a nord. "Al contrario – chiarisce – l'Amministrazione Favilla decise di sopperire al finanziamento degli interventi PIUSS, per la parte spettante al Comune, accendendo un mutuo di circa 20 milioni con la Cassa Depositi e Prestiti, stipulato in modo da mantenerlo "aperto" , al fine di poterne disporre, di volta in volta, per ogni necessità, nella gestione del PIUSS".
Secondo l'ex consigliere, quindi, sono stati Tambellini e la sua giunta ad inserire l'area della Manifattura Tabacchi, non destinata ai progetti PIUSS, nell'elenco degli immobili da vendere ai privati, al prezzo di sei milioni e 500 mila euro, attraverso il ricorso alla Finanza di progetto.
"Discutibile – prosegue – è poi il rispetto delle norme urbanistiche, nella realizzazione dell'attuale progetto PIUSS. Il Regolamento urbanistico (art. 84 delle NTA), infatti, prevedeva che gli interventi entro la Manifattura Tabacchi fossero fatti, tutti, tramite un Piano attuativo. In mancanza, si poteva utilizzare la disciplina contenuta nell'art. 9, comma 2, del Testo unico dell'edilizia, approvato con D.P.R. 6/06/2001, n. 380; si poteva, però, come era necessario, cambiare la destinazione urbanistica degli edifici, che era allora industriale, solo nel caso che gli interventi riguardassero 'singole unità immobiliari o parti di esse', cioè 'unità catastalmente autonome'; diversamente, se l'intervento avesse riguardato 'globalmente uno o più edifici', il cambio di destinazione sarebbe avvenuto soltanto limitatamente al 25 per cento delle destinazioni preesistenti".
Questo, secondo Angelini, è avvenuto per gli edifici della Manifattura Tabacchi acquisiti dal comune e su cui insistono i progetti PIUSS che sono relativi, nel Foglio catastale 196, soltanto al mappale 110, e dunque riguardano "globalmente uno o più edifici": "ciò significa che gli interventi di ristrutturazione previsti sugli edifici interessati dal PIUSS, al contrario di quello che è stato fatto, su consiglio del professor Morbidelli avrebbero comportato soltanto un cambio di destinazione del 25 per cento delle destinazioni preesistenti. Poiché, sia la Variante al Regolamento urbanistico del 2012, che quella approvata nel novembre 2019, contenevano disposizioni per la parte residua della Manifattura Tabacchi, e non toccavano l'area destinata ai progetti PIUSS, niente fino ad oggi è cambiato. Gli edifici dei progetti PIUSS, dunque, mantengono a tutt'oggi, per tre quarti del loro volume, una destinazione industriale".
Angelini, prosegue, poi, ricordando come una certa attenzione dovrebbe essere dedicata, dall'opposizione, anche al rispetto delle regole della gestione dei fondi europei "POR Creo/Fesr 2007-2013, da parte della Regione e del Comune: "su questo tema io non ho certezze e mi limito, dunque, a sollevare un qualche dubbio; forse il consigliere regionale Marchetti, sbeffeggiato a Lucca dalla Mammini, potrebbe chiarire meglio la questione a Firenze, dove gode di un più sicuro rispetto. Io ricordo che il Comune aveva chiesto di partecipare alla distribuzione di questi fondi europei, detti PIUSS, con deliberazione del Consiglio n.185/2008. Tutte le operazioni dovevano concludersi entro il 31 dicembre 2014. Dei 14 progetti presentati dal Comune, 11, tra cui quello sulla Manifattura Tabacchi, per circa 11 milioni di Euro, avevano ottenuto il Finanziamento. I fondi non utilizzati nei termini previsti dal bando, per le più svariate ragioni, avrebbero dovuto essere restituiti alla CE. Ma la Regione, da sempre, anche questa volta, ha inserito impropriamente i Fondi, allocati in Regione per la distribuzione ai progetti previsti dal programma europeo, entro il proprio bilancio, come fossero cosa propria, e poi li ha distribuiti, nel tempo, a sua volontà, con particolari procedure e accordi di programma, da Lei progettati e inventati e che andrebbero meglio controllati". Una modalità che, secondo l'ex consigliere, dopo che nel 2014 erano stati stornato fondi PIUSS per la Manifattura Tabacchi, ha visto il comune usufruire di svariate "rimodulazione", per circa quasi 5 milioni di Euro, di cui andrebbe chiarita la regolarità e legittimità rispetto alle destinazioni e alle procedure previste dall'Europa.
L'affermazione dell'assessore Mammini circa il fatto che il progetto PIUSS fu portato a Lucca dalla parte politica che Marchetti rappresenta? "Un altro falso. Il progetto PIUSS fu assegnato al Comune di Lucca dopo che il 29 gennaio 2009 l'assessore regionale Rossi e il senatore Matteoli concordarono, politicamente, a Pontedera di scambiare la concessione, generosa, del PIUSS, da parte della Regione, con la rinuncia all'opposizione alla costruzione del nuovo Ospedale, da parte del Comune. Due giorni dopo, noi di Governare Lucca, che volevamo mantenere gli impegni presi con gli elettori, sulla costruzione del nuovo Ospedale, fummo cacciati dalla maggioranza. Ne seguì la decisione, presa dalla Giunta Favilla, con deliberazione n.365/2009, evidentemente concordata tra centro destra e centro sinistra, di assegnare tutte le operazioni, relative al progetto PIUSS, al Provveditorato interregionale per le opere pubbliche per meglio progettarle e orientarle". I progetti PIUSS lucchesi rimasero poco al Provveditorato interregionale per le Opere Pubbliche di Firenze e, dunque, non furono coinvolti nelle vicende giudiziarie, che travolsero il Provveditorato. "Quel breve periodo – prosegue – fu sufficiente a determinare e fissare un quadro di spartizione tra centro destra e centro sinistra: al centro destra fu lasciata la gestione degli incarichi, circa 4 milioni destinati ai professionisti locali; al centro sinistra andarono gli appalti, circa 30 milioni, destinati tutti, come poi è avvenuto, alle cooperative rosse. I referenti politici locali, da Tambellini alla Mammini, non parteciparono certamente a queste spartizioni, ma gli accordi intervenuti, per la spartizione, tra le cooperative rosse, inducevano tutti, anche localmente, a rispettare i patti, quando la situazione lo richiedeva: così è avvenuto anche per la gara d'appalto più importante, per qualità e prezzo, quello della Manifattura Tabacchi. L'Amministrazione Tambellini, infatti, dopo aver scartato per vizi di forma le tre prime Associazioni di imprese, aveva scelto di assegnare la concessione alla quarta, l'ATI Unieco, una cooperativa rossa che aveva, agli occhi dell'Amministrazione, il pregio di aver costituito una Associazione di impresa con due aziende locali. Non si accorgeva o faceva finta di non accorgersi, però, nonostante la mia segnalazione in Consiglio, del fatto che era stata aperta, anche nei confronti di questa ATI, una procedura di insolvenza, che, secondo il codice degli appalti del tempo avrebbe dovuto impedire l'aggiudicazione della gara a suo favore". Di conseguenza, tutta la vicenda successiva, con l'affidamento ad Aspera da parte dell'Amministrazione sarebbero il risultato delle scelte forzate dell'Amministrazione, che è pienamente responsabile della situazione di paralisi attuale.
Angelini conclude sottolineando come l'attuale nuovo piano strutturale non si interessi minimamente del problema centrale, per la città e il territorio, dell'area della Manifattura Tabacchi: "per quanto riguarda il potenziamento dei parcheggi e per quanto attiene generiche disposizioni attuative degli interventi nei settori strategici della città antica. Un grave errore, un errore mortale, motivato dal fatto che l'Amministrazione si è voluta tenere le mani libere, dal punto di vista della costruzione e destinazione dei vecchi e nuovi edifici, producendo, alla fine, un Masterplan, scritto a quattro mani, con alcuni funzionari della e approvato in concomitanza, ma fuori, del Piano strutturale. Un piano che, dal punto di vista urbanistico, non contiene altro che una serie di indirizzi urbanistici, non vincolanti, sempre rivedibili, che ha permesso, fino ad oggi, una funzione di copertura: quella, cioè, di soddisfare, senza problemi, le esigenze, manifestate e siglate durante le elezioni amministrative, della famiglia Marcucci, assegnando a Campus, elevato a istituto di alta formazione universitaria, un posto centrale negli edifici dell'area PIUSS, nonostante la destinazione per strutture universitarie non fosse prevista nel Regolamento urbanistico del 2012 e che quindi l'Amministrazione non fosse affatto autorizzata ad avviare e completare tali procedure di assegnazione degli edifici PIUSS a Campus. La Variante del novembre 2019, sponsorizzata dalla Mammini, ha provveduto a sanare questo problema".