Non è ancora iniziata la conferenza stampa di presentazione dell'avvio del Lucca Summer Festival. Sul palco allestito sugli spalti delle Mura dalla D'Alessandro&Galli ci sono, ormai, tutti i convenuti, sindaco compreso arrivato in compagnia dei tre magi, gli assessori Remo Santini, Paola Granucci e Mia Pisano. Un saluto fraterno all'ex collega e amico Santini, un sorriso e un semiabbraccio con Granucci, amica e moglie di un altro amico e una stretta di mano preceduta da un Buongiorno assessore che non aveva ottenuto alcuna risposta. Restano tutti di sasso. Che cosa sta succedendo? Persino l'irresponsabile direttore della Gazzetta di Lucca fa fatica a comprendere eppure, a quanto pare, la signora in nero della giunta più a destra che abbia mai governato la città non risponde al saluto e si rifiuta di stringere la mano.
Assessore, ma che fa, non saluta?
Nessuna risposta.
Assessore ma le sto porgendo la mano.
Silenzio assoluto.
Qualche mormorio di sorpresa, poi una flebile risposta arriva dalla stizzita madamigella targata Difendere Lucca che, con lei, ha un altro assessore alieno ai saluti, quel Fabio Barsanti che non gradisce le critiche in nome di un malcelato fastidio per ogni libertà di espressione che non vada di pari passo con la sua:
Inutile che insista. Io non la saluto né le stringo la mano.
Ma perché?
Non mi era mai capitato che qualcuno mi dicesse di essere stata messa in mutande.
Restiamo basiti. A cosa si riferirà? Eppoi essere messi in mutande non è mica una offesa, è un modo di dire che sta a significare, semplicemente, l'essere stati presi in castagna, scoperti, posti in imbarazzo.
Assessore scusi, ma com'è che quando le stesse cose le dicevamo alla sinistra voi non protestavate e stavate zitti?
Non avete mai detto queste cose a loro.
No? Ne è proprio sicura?
In un nanosecondo rammentiamo quando, alla ex presidente del consiglio comunale Ilaria Vietina, sempre così vicina ai diritti di ogni minoranza, confidammo pubblicamente che se avessimo avuto un figlio nella sua scuola, avremmo fatto di tutto per fargliela cambiare. La scuola. Eppure non ci risulta che la Vietina ci abbia mai tolto il saluto o che si sia rifiutata di stringerci la mano anzi, ha accettato di farsi intervistare nonostante sapesse benissimo che non gliele avevamo mai risparmiate.
Niente da fare. La Mia è sua e di nessun altro per cui non c'è trippa per gatti e se ne va un poco più in là evitando accuratamente di farsi avvicinare. Ci prova il diplomatico per eccellenza - ma dove sarebbe questa amministrazione senza l'iperattivismo e l'acume tattico e strategico dell'ex caposervizio della Nazione? - a gettare acqua sul fuoco, ma inutilmente.
L'assessore alla Cultura - ma quale cultura, forse la sua? - incurante della tolleranza e del rispetto per ogni voce diversa dalla propria che ogni cultura con la C maiuscola dovrebbe avere, è andata fuori giri. Ma come?, è in una pubblica assise, insieme al primo cittadino e ad altri colleghi, è una figura istituzionale che non rappresenta solo la sua parte ossia quella di una fazione sempre più a destra e antidemocratica, bensì tutta la città e che fa? Si rifiuta di salutare un giornalista che fa il suo lavoro e che la saluta per primo senza, peraltro, mai averla offesa od oscurata? Ma la splendida figura del capo del Governo Giorgia Meloni con il governatore campano De Luca la dottoressa Mia l'ha vista? In fondo provengono entrambe dalla stessa parrocchia, ma che differenza di stile! E attenzione, De Luca le aveva dato della stronza. Noi non avevamo fatto niente di simile né detto qualcosa che in qualche modo gli si avvicinasse.
Come al solito il sindaco Mario Pardini ha fatto come le tre scimmiette: non vede, non sente, non parla e, soprattutto se ha accanto il Barsanti, lascia che a parlare sia lui. O almeno così ci è capitato di sentire e vedere in un paio di circostanze.
All'assessore Pisano, suscettibile quant'altri mai, consigliamo di andare a prendere lezioni da ex assessori che l'hanno preceduta, Serena Mammini, Chiara Martini o anche e, in particolare, Valentina Mercanti. A quest'ultima gliene abbiamo scritte parecchie - una per tutte: Fuori i mercanti dal tempio - ma lei non solo non ha fatto tragedie, ma ha continuato a salutarci e, quando Tambellini aveva imposto il silenzio stampa verso la Gazzetta, ad abbracciarci e a parlarci. E con Gabriele Bove e qualcun altro non è stata la sola.
E questi nipotini di Evola - che celebrano lo Julius da appartenenti a Casa Pound facendo finta di dimenticare che dopo l'8 settembre 1943 il filosofo filonazista oltreché fascistissimo, cercò e trovò rifugio presso i suoi amici delle SS presso il quartier generale del Fuhrer - affamati di potere e insofferenti a qualsiasi contrapposizione, disciplinatamente inquadrati nella loro missione di riportare l'Italia da dove, a loro avviso, è venuta, dichiarandosi fascisti di un non si sa bene quale millennio, ma tutt'altro che antifascisti, vorrebbero venire a insegnarci che cosa?
Noi pensavamo, quando Pardini è stato eletto sindaco, che il presunto fascismo di certa gente fosse una invenzione della sinistra. Ebbene, cominciamo a credere che, sotto sotto e anche sopra sopra, non sia proprio e soltanto una invenzione.
Infine e per tornare al saluto, il buonsenso di un tempo era solito dire che l'educazione è mezza santità, ma all'assessore Pisano, evidentemente, non interessa nemmeno l'altra metà.
Foto Ciprian Gheorghita