“X^ Flottiglia nostra-che beffasti l’Inghilterra-vittoriosa ad Alessandria-Malta, Suda, Gibilterra”. Questi i versi dell’inno della X^ MAS che nacque – ben prima del disastroso 8 settembre 1943 e nell’ambito della Regia Marina – con compiti d’assalto insidioso e subacqueo. Questi svolsero Birindelli, Moccagatta, Tesei, de la Penne etc., gente che andava a disporre cariche esplosive sotto le chiglie di navi da guerra britanniche, o vi si scagliava contro a bordo di motoscafi-kamikaze.
Nulla a che vedere – se non Junio Valerio Borghese, già comandante del sommergibile che portava gli assaltatori subacquei a destinazione – con l’unità specializzata in lotta anti-partigiana dall’identico nome. Questa non fece neppure parte delle forze della Repubblica Sociale, ma come il XII btg. e parte del III paracadutisti “Nembo”, strinse un patto di fedeltà alla Germania nazista, combattendo al fianco delle sue unità. Una scelta da condannare, per un militare di professione, che deve fedeltà alla Patria, chiunque ne sia il vertice politico. Una scelta decisamente minoritaria, visto che il resto della vera X^ e della “Nembo” si schierarono con il loro re, ancorchè vergognosamente fuggito l’8 settembre.
Oggi s’è scatenata l’usuale ridda di concentrici assalti sul generale più famoso d’Italia, reo di aver chiesto una “X”, definendola provocatoriamente “X^”, sul simbolo del partito che l’ha candidato alle europee. Naturalmente lui ha poi precisato che per “X^” intendeva quella “vera”, acquatica, originaria; fermo restando che il suo carattere guascone renda fin troppo chiaro che lo sberleffo lo diverta un mondo. Un po’ come quei campioni pedatori di una volta che non solo saltavano l’avversario, ma lo deridevano per fargli saltare i nervi e magari costringerlo al fallo di repressione da “rosso”.
Inutile il suo chiarimento, in quanto il clima politico attuale è privo di ogni senso dell’umorismo e del fair play. Andreotti, Cossiga, Pertini e Fanfani, ma anche tanti altri nostri padri costituenti capaci di sdrammatizzare, oggi sarebbero finiti sulle liste di proscrizione dei politically correct, che vivisezionano ogni parola al fine di sottolineare, dall’una e dall’altra parte, il terribile messaggio nascosto nelle pieghe di ogni battuta. Che solo loro, i censori integerrimi dal composto eloquio e con occhi sbarrati dall’orrida immagine che ritengono sia stata evocata, hanno percepito.
Oggi è vietato scherzare.
E quando le parti non son più capaci – o disposte – a farsi una sana risata, quando si prendono maledettamente sul serio, beh, il passo verso l’odio è breve. E l’odio è l’assoluta incapacità di essere obbiettivi, fino a non riconoscere neppure il buono che possa esserci nella parte avversa. Quando il terzino ti odiava ti spaccava le ossa, magari tibia e perone, come successe a Sivori, Maradona e Riva.
A Vannacci non imputo di sottintendere significati antidemocratici, ma di aver parlato come si fa coi propri uomini prima di affrontare un cimento serio addestrativo, operativo, financo una cerimonia di rilievo. Per caricarli, farli stringere attorno all’ideale guidoncino, stemperare la tensione in una risata “in faccia al mondo morto ed al destino” (Dall’inno dei sommergibilisti, anch’esso ante-Salò).
Ridicoli peraltro gli attacchi rivoltigli: chi vuol votare per lui l’ha già deciso e ne ha già percepito il carattere talora ironicamente sopra le righe, e non saranno certo le compunte e sussiegose espressioni dei detrattori di tanti talk-show nostrani a fargli cambiare idea.
Ma questi attacchi potrebbero fornire in Europa carburante per spingere la navicella della disinformazione che vuole quest’Italia irrimediabilmente proiettata verso un futuro fascista, a dispetto del fatto che qualsiasi elettore di destra in possesso di adeguata cultura storica non si auguri certo il ritorno ad un regime caratterizzato da pressapochismo e assoluta ignoranza degli equilibri geo-strategici mondiali. Meno male, pertanto, che pure gli U.S.A. siano fascisti, a sentire Trump, emulando la Russia putiniana.
Vannacci ha servito fedelmente l’Italia per decenni, mettendo a rischio anche la propria vita, come tanti militari chairborne – neologismo frutto della fusione fra “chair” (poltrona) e “airborne” (aviotrasportato) – e civili suoi avversari mai hanno fatto. Credo gli debba bastare questo.
I difensori italici della Costituzione – repubblicana e naturalmente antifascista – spezzano i malleoli.
La X di Vannacci, il suo essere guascone e l'idiozia-ignoranza degli invertebrati della Repubblica
Scritto da carmelo burgio
Politica
01 Giugno 2024
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