La disfatta totale e speriamo irreversibile del M5S, reo di aver turlupinato milioni di elettori con promesse ridicole e fasulle e di aver portato in Parlamento una classe politica peggiore di qualunque ricordo storico, è stata sancita, ancora una volta, anche in questa tornata elettorale.
E questo non è il pensiero di un oppositore del Governo PD-M5S ma di Carlo De Benedetti, la tessera n.1 del Partito Democratico, che durante la trasmissione “PiazzaPulita” di Corrado Formigli su La7 nella puntata di giovedì 24 settembre ha affermato: "Io non credo sia corretto eleggere il Presidente della Repubblica con questo Parlamento. Questo Parlamento non rappresenta minimamente il Paese. La maxi-rappresentazione (parlamentare) di cui godono i 5 Stelle è del tutto fasulla"
(https://www.la7.it/piazzapulita/video/veronesi-la-frase-di-de-benedetti-su-berlusconi-ha-detto-una-cosa-vera-11-09-2020-339084)e poi ha aggiunto
“I 5 Stelle sono un partito in disfacimento e penso ai milioni di italiani che sono stati truffati e hanno dato un voto di cambiamento ai 5 stelle e si sono trovati una classe dirigente inadeguata e che si è rimangiata tutto. Preferisco vedere l’estinzione dell’esperienza dei 5 stelle”
Questi, a detta dell’Ingegnere, sono coloro che egemonizzano il Governo del nostro Paese da oltre 2 anni con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti e con il 2023 ancora lontano. E l’opposizione?
Defunta Forza Italia, anch’essa irreversibilmente, non credo che Fratelli d’Italia possa andare molto lontano in termini elettorali; in quanto ora, non costituendo un pericolo immediato, il partito è lasciato in pace dalla Sinistra Democratica. Non appena FdI dovesse alzare troppo la testa sarà immediatamente impallinato, con gioco facile, da qualche ex Potere Operaio incanutito che scoprirà che sono tutti fascisti e che la Meloni aderì a suo tempo al Fronte della Gioventù. È un metodo che ha sempre funzionato e funziona tutt’ora anche se la quasi totalità degli Italiani non conosce il fascismo, non lo ha vissuto per ragioni anagrafiche e non gliene fotte una ceppa.
La Lega. Ricordo che la Lega di Bossi inneggiava contro la “Roma ladrona” fino ad alcuni anni fa, ma ormai da 30 anni i leghisti mi sembra che si siano ambientati e si trovino bene a Roma, e questo è positivo, come ricordo di un vallo da costruire dalle parti del Po di cui si è perso evidentemente il progetto con conseguente abbandono dell’opera, e anche questo è positivo. Era la vecchia Lega Nord fortunatamente defunta.
Da allora la Lega si è trasformata, grazie anche a Salvini, in un partito di centro destra per niente estrema, anzi; le idee politiche che propone, nello scenario europeo, sono moderate anche se non necessariamente condivisibili, ma sono moderate.
Nonostante, quindi, sia un cattolico moderato l’immagine di Salvini proposta dalla Sinistra e dalla straordinaria macchina di propaganda della quale dispone è che il tranquillo e democratico Matteo è decisamente più crudele, parecchio più crudele, di Fidel Castro e di Stalin messi insieme. Di immigrazione parleremo appresso.
Ed è bene quindi che Salvini e la Lega, passata l’onda che ha portato questo partito di centrodestra intorno al 30%, avviino una qualche riflessione interna con un occhio al futuro.
E’ noto che gli italiani sono un popolo di rosiconi e cioè amano qualcuno fino a che non è vincente ma appena lo diventa gli si piazza sullo stomaco, basta vedere che fine hanno fatto tutti i leader degli ultimi venti anni, e per questo suggerirei a Salvini di abbandonare l’eccesso di presenzialismo e di leaderismo, i rosari ed i citofoni e continuare il suo lavoro in modo diverso, anche a tutela del suo stesso futuro politico e personale,
La Lega potrebbe arricchire il proprio linguaggio comunicativo con Giorgetti e Zaia che, semplificando, possono dare alla Lega un’ottima espressione istituzionale in Italia e in Europa e un contributo di riconosciuta capacità di governo conquistata sul campo; chi ha seguito le vicende regionali del Covid, sa che il Veneto è la Regione che ha trattato il tema con più capacità, competenza e misura, dati alla mano.
Non è una idea nuova, ma in questo caso il modello PD che dà voce e pari dignità di parola a più politici ed a prescindere dal Segretario in carica – il modello Renziano non mi pare abbia avuto successo – funziona meglio di un uomo solo al comando e toglie la possibilità, o almeno la riduce, alla macchina da guerra di sparare sempre sullo stesso (Salvini) come sta facendo da mesi.
È di questi giorni lo spettacolo stomachevole di nani e ballerine de sinistra che, spesi gli ultimi spiccioli del bonus vacanze a Capalbio, sperano di trovare una particina in qualche spettacolo televisivo insultando Salvini, occhio però che se vi azzardate a chiamarli, educatamente, per nome vi lapidano a reti e quotidiani unificati.
Ma Salvini deve mettere da parte i consiglieri di vario genere che hanno convinzioni antistoriche che fanno guadagnare un voto forse in Lombardia e ne fanno perdere tre nel resto delle Regioni. Mi riferisco ovviamente alle stronzate sull’Europa e sull’Euro sostenute da alcuni leghisti esperti. Se il Veneto esce dall’Europa e dall’Euro forse ci guadagna ma se solo lo si ipotizza per l’Italia è un disastro materiale e culturale. Comunque, sia nella forma che nella sostanza è un argomento da ignoranti perché puoi lottare per cambiare l’Europa ma non puoi fare la guerra all’Europa.
E arriviamo al tema dell’immigrazione tanto cara a Salvini. Quando è stato al Governo da Ministro si è comportato da sprovveduto, forse perché pensava di guadagnarci come immagine personale e come voti, andando a enfatizzare con proclami inutili ogni singola azione come se stesse avviando una Crociata, quando invece proponeva solo una regolamentazione dell’immigrazione. Ma su temi delicati come questo, che toccano tante sensibilità e soprattutto tanti interessi, se fai lo sborone qualcuno ti applaude oggi, ma tanti in Europa e in Italia si preparano a scavarti la fossa per domani.
In altri termini se tu non hai una struttura da guerra in Europa, nella magistratura, nella stampa e nei media, nel capitale e nel mondo della cultura (reale o presunta) devi essere più avveduto, tant’è che se la Lega, nella situazione attuale, vincesse le Elezioni andando al Governo, Salvini farebbe la fine del Berlusca.
Tre o quattro avvisi di garanzia, magari per fatti che risalgono a quando frequentava le elementari, e l’esperienza finirebbe li senza che nessuno in piazza a difenderlo perché è brutto e cattivo; almeno così dicono tutti.
Il tema quindi non può più essere solo come pescare nell’elettorato dal pensiero debole che oggi ti fa vincere di poco e domani ti fa perdere di poco perché per sua natura non è un elettorato stabile, ma è anche organizzativo e strategico; bisogna affrontare, nel centro destra, i temi cruciali riguardanti la visione del futuro e delle strade che si intendono intraprendere per l’Italia intervenendo su Europa, lavoro, società, industria, turismo e ambiente per proporre un modello di Paese alternativo e si spera migliore di quello attuale se si vuol far capire che non è solo desiderio di poltrone e auto blu.
E da ultimo è necessaria una reale selezione quantomeno della classe dirigente anche nel centro destra. Gli amici si incontrano nei momenti di relax senza portarli nei Gabinetti dei Ministeri o nominarli Parlamentari Europei e per i fidanzati/e si spendono due soldi in regali ma li si lasciano a casa senza inventarli di colpo esperti di qualcosa con retribuzione a carico nostro.
Poi più in là si potrebbe anche cambiare nome al partito e come naturale conclusione del percorso Lega Lombarda, Lega Nord propongo Lega Italiana o, se si vogliono anticipare i tempi, Lega Europea.
Ci vuole veramente poco. LOL.