L’amministrazione comunale ha ricevuto da Confcommercio la richiesta di individuare di due o tre parcheggi dentro l’area dei varchi telematici, per un totale di almeno 300 posti auto, da destinare a uso promiscuo: di giorno – dalle 10 alle 20 - a pagamento per le auto dei non residenti e naturalmente gratuito per i residenti, di sera e di notte, ossia dalle 20 in poi, altrettanto ovviamente a titolo gratuito solo per i residenti.
"Per farmi un’idea il più possibile realistica della situazione - esordisce l'assessore Celestino Marchini in una nota - ho effettuato dei sopralluoghi ripetuti in tutte le zone della città, in particolare nel tardo pomeriggio, per rendermi conto direttamente della percezione che un cittadino può avere. Ma la percezione deve essere suffragata da dati concreti, per questo motivo ho chiesto a Metro quali fossero stati gli incassi nel periodo che andava dal giorno 5 maggio (passaggio alla fase due del covid19) al 21 maggio e l’incasso medio di 17 giorni del medesimo periodo del mese di maggio 2019. La percezione che ho avuto è stata stalli gialli pieni, stalli blu mediamente occupati. Gli stalli gialli sono circa 1600 che devono servire per circa 7000 permessi, 4000 residenti più 3000 per varie categorie fra cui gli artigiani, con un rapporto di 4,37 veicoli per ogni posto giallo. Il dato reale degli stalli blu dice che gli incassi sono inferiori dell’86% rispetto al medesimo periodo del 2019, quindi più che disastrosi".
Alcuni dati nel centro storico tutti molto negativi: via del Pallone -84%; Cittadella -89%; Corso Garibaldi -77% piazza della Magione -70%; piazza Santa Maria - 70%. Stessi dati negativi anche fuori dal centro storico: via Angeloni - 100%; Stazione - 95%; viale San Concordio - 99%; Borgo Giannotti/Via Passaglia - 77%; viale Puccini -100%, viale Castracani - 83%.
"Considerati questi dati - aggiunge Marchini - posso dire che la mia percezione era benevola, la realtà è ben diversa. Di fronte a questi numeri mi riesce difficile pensare di portare avanti una richiesta che creerebbe ulteriori problemi ai residenti (e molti tornano a casa a pranzo), senza portare vantaggi ai commercianti. E un amministratore deve cercare di far convivere le due anime della città, perché - è bene ricordare - i centri in Italia dove il commercio è messo davvero in ginocchio sono quelli a esclusiva destinazione turistica dove la residenzialità è stata ormai marginalizzata. L’apertura dei varchi doveva servire per andare da una parte all’altra della città per agevolare la ricerca di un parcheggio, ma di fatto non c’è né bisogno. Ricordo che il centro storico di Lucca con la manovra “Lucca riparte” ha a disposizione due parcheggi gratuiti Palatucci e Carducci a meno di un chilometro di distanza da piazza San Michele e che l’amministrazione e impegnata da anni nella mobilità alternativa: a giugno sarà pronto il sottopasso ciclopedonale di piazzale Boccherini che faciliterà notevolmente l’accesso dentro le mura di tutto il popoloso quartiere di Sant’Anna. Per queste considerazioni la richiesta non può essere accolta".
Precisazione di Aldo Grandi: A parte il fatto, caro Marchini, che dopo tre mesi di arresti domiciliari e violenze psicologiche che neanche al porco un Governo di esseri umani avrebbe applicato ad altri esseri umani, ancora parecchia gente è incapace di uscire e di viaggiare con la stessa facilità e libertà di prima; a parte che nel periodo da lei preso in considerazione, dal 5 al 21 maggio, la cosa è stata ancora assai evidente visto che nessuno sapeva e, purtroppo, ancora sa come comportarsi; detto questo, il suo non c'è né bisogno sarebbe a nostro modesto avviso sufficiente per bocciare tutto quanto da lei sostenuto in questo comunicato. Avete quattro addetti stampa in comune, dia retta, se ne avvalga e lasci perdere i comunicati stampa. Figure come queste, richiedono lezioni sì, ma di grammatica. E in grande abbondanza evitando, se possibile, la didattica on line.
Ultim'ora
Dall'ufficio stampa di Palazzo dei Bradipi uno degli addetti stampa Jacopo Lazzareschi Cervelli ha inviato una nuova copia del documento di Celestino Marchini spiegando che l'errore, pardon il refuso, era dovuto a una sua distrazione e, così, ha corretto: non ce n’é bisogno. Non vorremmo sembrare pignoli - e lo siamo, invece - ma, come spesso accade, nel tentativo di rimediare ad una figura barbina se ne aggiunge un'altra mezza non proprio necessaria.
non ce n’é bisogno si scrive, in realtà, non ce n'è bisogno: l'accento sulla e, infatti, è quello grave, impossibile usare quello acuto. Potrà sembrare un'inezia, ma così non è. Sulle tastiere dei pc esistono due e accentate apposta per utilizzarle nei modi opportuni. Non ce ne voglia Lazzareschi, ma era doveroso.