Roberto Guidotti, ex consigliere delegato al lavoro, interviene sul fondo anticrisi riprendendo le parole di Papa Francesco, che si staglia contro un'ottica puramente assistenzialista, auspicando invece un intervento sul mondo del lavoro che permetta alle persone di risalire con le proprie gambe, senza diventare dipendenti dalle solo misure d'aiuto.
"Il momento che stiamo vivendo e che purtroppo ci troveremo a vivere nei prossimi mesi è e sarà drammatico - spiega Guidotti - i problemi legati al caro bollette obbligheranno la politica attiva a intervenire per trovare soluzioni, sarà determinante riuscire a modellare gli interventi, a verificare la sostanza ma anche la fattibilità e le diverse modalità di cui avranno bisogno le famiglie e le aziende."
"In questi giorni anche l’amministrazione del comune di Lucca ha stanziato aiuti per famiglie e imprese con cifre importanti, ma a mio avviso non sufficienti - attacca -. C’è bisogno di un coinvolgimento diretto di tutti i comparti produttivi, delle varie associazioni di categoria, dei sindacati e delle associazioni di volontariato per attivare politiche di sviluppo che, come chiesto anche nei giorni scorsi da Papa Francesco, mettano al centro la persona, senza essere basate sul mero assistenzialismo."
"Durante un intervento di pochi giorni in occasione dell'udienza per i partecipanti al convegno della Centesimus Annus, il Papa ha detto che: 'La crescita inclusiva trova il suo punto di partenza in uno sguardo non ripiegato su di sé, libero dalla ricerca della massimizzazione del profitto. La povertà non si combatte con l'assistenzialismo, no. La anestetizza ma non la combatte.'
"E poi ancora: 'Aiutare i poveri con il denaro dev'essere sempre un rimedio provvisorio per fare fronte a delle emergenze. Il vero obiettivo dovrebbe essere di consentire loro una vita degna mediante il lavoro. Il lavoro è la porta della dignità"'.
"Quindi invito l’amministrazione locale e le altre amministrazioni del territorio, l’amministrazione provinciale e quella regionale a continuare a occuparsi di questo tema non solo con aiuti spot e assistenzialistici - continua Guidotti - ma anche e direi soprattutto con politiche attive del lavoro, con l’ascolto degli imprenditori e delle associazioni per individuare insieme a loro percorsi di supporto per le aziende che ridiano fiducia a chi è in difficoltà o alla prima esperienza."
"Sarà importante anche riuscire a programmare percorsi formativi sulla base delle competenze per migliorare la professionalità delle persone che sono già nel circuito produttivo o che devono rientrare nel circuito produttivo che siano giovani in cerca della prima occupazione o che siano persone che hanno perso il lavoro."
"Non essere solo spettatori - conclude - ma diventare attori protagonismi con energie, soluzioni, idee che ci permettano di continuare a identificare il lavoro come la porta della dignità."