L'attendevano in molti, si è materializzata poco dopo le 18 in piazza Anfiteatro. Sorridente anzi, splendente, abito ricco di disegni e immagini di Audrey Hepburn, quella di Colazione da Tiffany e Vacanze Romane. Susanna Ceccardi, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Toscana, comincia a percorrere, in tour, le tappe che la avvicineranno alla sfida elettorale di settembre quando cercherà, insieme alla sua squadra, di buttare già dalla torre e, aggiungiamo noi, direttamente nella tazza del cesso, questa Sinistra senza identità che per fronteggiarla riesce solamente a trovare parole prive di senso, supponenti o, addirittura, offensive. Come quella pronunciata da Eugenio Giani, candidato del centrosinistra e diretto sfidante della ex sindaco di Cascina, il quale se ne è uscito fuori come i dolori accusando la Ceccardi di essere al guinzaglio di Salvini.
Se una frase del genere l'avesse pronunciata il leader della Lega all'indirizzo di una rappresentante verniciata di rosso, sarebbe venuto giù l'intero universo femminista, ma essendo uscita dalla bocca di un ex socialista poi convertitosi al Pd ed essendo diretta a quella che, a tutti i costi, la Sinistra di bastardi senza bandiera vuole far passare come la strega cattiva, nessuno ha osato alzare un dito e muovere una critica.
Purtroppo la Sussanna non è Tuttapanna o, almeno, non è soltanto panna. E' anche una donna che sa rispondere colpo su colpo, che conosce benissimo il livello di bastardaggine e di cattiveria che i suoi oppositori possono raggiungere - e che hanno più volte raggiunto e superato - ed è, soprattutto e nonostante le critiche che le si muove anche e purtroppo, all'interno dell'universo leghista, una che, politicamente, si è fatta da sé. Volenti o nolenti.
L'abbiamo conosciuta diversi anni fa, quando era appena stata eletta sindaco di Cascina, ex feudo rosso da una vita che, finalmente, si toglieva dai coglioni gli ex comunisti insopportabili e insipienti. L'avevamo cercata al telefono e le avevamo chiesto una intervista. Ce la concesse e, nel suo ufficio a Cascina, parlammo e scrivemmo di tutto, di più. Ci piacque quel viso che mostrava determinazione sì, ma anche convinzione e buona dose di buonsenso. Da allora ci siamo incontrati più volte, anche negli studi televisivi di Canale 50 quando, durante una trasmissione, ci chiese perché non ci candidassimo a sindaco di Lucca. Le rispondemmo che nella vita si nasce e si muore una volta sola anche se, per carità, si cade e ci si rialza una infinità di volte.
Successivamente la Susanna divenne sempre più famosa politicamente e mediaticamente fino a diventare europarlamentare a 15 mila euro al mese o giù di lì. Tanta roba indubbiamente. Qualcuno l'ha giudicata, per questo, imborghesita e, ormai, sul viale del tramonto per aver conquistato, in breve tempo, le luci della ribalta, ma aver smarrito quella combattività e quella fame condita dalla voglia di non mollare che l'avevano contraddistinta ai tempi del suo mandato amministrativo.
La sua ascesa ha suscitato, come sempre avviene in questo paese quando qualcuno ha successo, invidie e gelosie, soprattutto tra il gentil - che gentil non è quasi mai - sesso. Alla sua nomina ne abbiamo sentite tante, ma noi non siamo soliti seguire il gregge. Anzi, nonostante un paio di screzi risoltisi con un reciproco scambio di opinioni piuttosto robusti, siamo convinti che non c'è tempo da perdere se si vuole buttare giù dalla torre questo cancro colorato di rosso che sta distruggendo il nostro Paese e la nostra identità storica, religiosa, culturale perfino gastronomica.
Certo, ci è sempre piaciuta la Susanna pasionaria, quella senza peli sulla lingua, quella che sa colpire di spada e di sciabola ancor più che di fioretto. E oggi siamo andati a salutarla anche per vedere se, effettivamente e come ha detto Eugenio Giani, uno che solo a vederlo fa venire il latte alle ginocchia, aveva il suo bel guinzaglio verde.
Invece ci siamo accorti che non solo non aveva il guinzaglio, ma che, paradossalmente, si era anche addolcita rispetto alle ultime volte. La maternità, come lei stessa ha detto, deve averla cambiata. Senza dubbio in meglio. Adesso è nella fase di rodaggio, ma siamo sicuri che entro breve tempo saprà mordere come si deve imparare a fare quando si scende in un'area piena di serpenti viscidi e schifosi il cui unico destino dovrebbe essere quello di vedersi schiacciare, simbolicamente e biblicamente, la testa.
Susanna Ceccardi ha parlato, ai giornalisti presenti, di programmi e di impegni, di rifiuti e di ambiente, di lavoro e di impresa, ma a noi questo interessa sì, ma fino a d un certo punto. Ricordate quello straordinario film - di quelli che non se ne vedono né fanno più - con Barbra Streisand e Robert Redford, The way we were (Come eravamo)? Ebbene, ad un certo punto della pellicola la Streisand, rivolgendosi a Redford, gli dice: "Gli uomini, Hubbell, non sono altro che i loro principi!".
Ecco, anche per noi è così e i principi cui si ispira Susanna Ceccardi sono, nella grande maggioranza dei casi, meritevoli di approvazione. In una Toscana rossa di vergogna che ha dimenticato perfino il proprio passato e si è prostituita sulle ali dell'accoglienza indiscriminata e della distruzione di ogni memoria, c'è bisogno di questi principi e di persone che siano disposte a difenderli. A tutti i costi. Oriana Fallaci e Ida Magli, non abbiamo dubbi, sarebbero state dalla stessa parte.