Consiglio comunale aperto con un grandissimo amarcord di Sandro Pertini. Un continuo crescendo di ricordi personali e aneddoti sul più grande presidente della Repubblicai Italiana. Numerosi interventi di accademici favorevoli all’intestazione di una via o piazza al presidente con la pipa dal rigore morale indiscutibile. Continuata una sottile polemica su ciò che realmente è accaduto nel precedente consiglio comunale del 17 ottobre 2023, tra attacchi di strumentalizzazione della vicenda da parte della maggioranza e velate accuse di non voler dare il giusto rilievo alla figura del presidente partigiano.
Il Consiglio comunale di Lucca del 6 dicembre iniziava alle ore 15.42 evitando il consueto invito del presidente Enrico Torrini al Segretario di fare l’appello nominale e verificare di conseguenza il numero legale, poiché trattandosi di consiglio comunale aperto straordinario non era necessario portare avanti tale incombenza. Il consiglio peraltro si è aperto con ritardo per un malore del consigliere di minoranza del PD Chiara Martini che veniva assistita oltre che dai suoi colleghi della minoranza anche dal capo gruppo di maggioranza di FI – UDC Alessandro Di Vito che ligio al giuramento di Ippocrate si è messo subito a disposizione. Il Consiglio comunale aveva inizio quindi con l’osservanza di un minuto di silenzio sollecitata dal Sindaco Mario Pardini e sostenuta dai gruppi di minoranza e maggioranza per rendere omaggio alla improvvisa scomparsa del professor Massimo Toschi, illustre personalità cittadina.. Al termine del minuto di silenzio, prendeva la parola il Presidente Enrico Torrini per fare le condoglianze alla famiglia del defunto professo Toschi a nome personale, del Sindaco, della giunta e dell’intero consiglio comunale.
Subito dopo si entrava nel pieno della seduta consiliare con il primo punto dell’ordine dei lavori che era relativo ad una querelle molto animata con echi su tutta la stampa nazionale e che avrebbe dovuto essere motivo di una più attenta riflessione sulle conseguenze e la portata delle stesse da parre dell’attuale maggioranza nella prima occasione in cui venne presentata ed era quella inerente :“Intitolazione di una strada a Sandro Pertini: nuova valutazione alla luce di una disamina storica della sua figura e del suo operato”;.
Veniva quindi data la parola al capo gruppo di minoranza di SinistraCivica Ecologista Daniele Bianucci che faceva un preludio motivazionale per esaltare la figura Di Sandro Pertini e del perché vi era stata la richiesta di intitolare una strada a questo personaggio politico anti fascista che aveva ricoperto anche l’incarico di Presidente della Repubblica Italiana. Il Bianucci con un insolito tono per lui di basso profilo non mancava di ricordare che tale proposta, fu già lanciata da lui stesso il nel consiglio comunale del 17 ottobre 2023 ma che venne rigettata e qui, facendo riconoscere la sua solita vera natura, sganciava un colpo ferale che, pur dichiarando non voler essere polemico, di fatto invece lo era stato facendo ricorso perfino al Vangelo e rimarcando che fu l’attuale maggioranza a respingere l’intitolazione richiesta. Continuava dichiarando che era stata soltanto la raccolta di quattordicimila firme e le polemiche nate successivamente a quel consiglio comunale di metà ottobre ultimo scorso, avevano indotto la maggioranza ad un ripensamento sulla questione .Quindi a distanza di due mesi circa, si poteva con un clima più disteso dare l’intitolazione di una strada ad uno dei Padri costituenti che aveva ricoperto importanti incarichi, fino a quello più alto essendo stato inquilino del Quirinale, nella Repubblica. Anrticipava di aver richiesto ed ottenuto di far intervenire durante il dibattito eminenti personaggi come i professori Valdo Spini, Paolo Pezzino, Luca Baccelli,Simonetta Braccessi e Stefano Bucciarelli che avrebbero illuminato la figura del defunto presidente emerito della Repubblica Italiana. Concludeva con l’auspicio che si addivenisse all’intitolazione di una strada importante della città condivisa dall’intero consiglio comunale.
Chiedeva ed otteneva la parola il Consigliere di maggioranza del gruppo FI – UDC Giovanni Ricci che chiariva immediatamente di leggere un intervento preparato e condiviso da tutti i gruppi della maggioranza per far luce su ciò che era veramente accaduto il 17 ottobre ultimo scorso. Egli precisava che il diniego non era stato assolutamente alla persona del defunto presidente – partigiano, ma alla modalità ed il luogo in cui era stata fatta la proposta che non era stata condivisa dalla minoranza con la maggioranza e che invece del consiglio comunale doveva essere presentata nella competente commissione toponomastica, organo deputato in cui doveva essere discussa la questione in disamina. Quindi ribadiva per conto di tutta la maggioranza che vi era stata certamente una strumentalizzazione per fini politici da parte delle minoranze comunali e che le polemiche sorte successivamente, anche con echi a livello nazionale, erano tutte indirizzate a quell’unico scopo . Ricordava che il nominativo di Sandro Perti, insieme a tanti altri illustri personaggi, era stato già proposto in una delibera di giunta comunale del 2009 dall’allora amministrazione di centro destra Favilla ma che successivamente questa fu disattesa e stravolta dalla successiva giunta di centro sinistra Tambellini.. Chiudeva comunque ogni ulteriore polemica sottolineando che era stato proprio l’attuale Sindaco Mario Pardini, come annunciato a seguito di tutte le polemiche scaturite dopo il 17 ottobre u.s. , a portare il nominativo di Sandro Pertini nella commissione toponomastica e richiedere che allo stesso venisse data l’intitolazione di una strada cittadina. Continuava il suo intervento richiamando l’alta figura del Presidente Sandro Pertini con tre momenti di vicinanza al cittadino che lo avevano contraddistinto nella sua lunga vita di uomo delle istituzioni che, primo fra tutti, aveva scelto di uscire dal Palazzo per condividere con il popolo le traversie che lo avevano colpito. Primo momento ricordato fu quello della tragedia di Via Vermicino, a Roma, dove perse la vita il povero Alfredo Rampi. Nessuno di coloro che avevano vissuto quella immane tragedia potrà mai dimenticare la presenza del vecchio Presidente della Repubblica che si era immediatamente portato sul luogo della sciagura e visse con grande trepidazione tutto il calvario dei genitori fine al tragico epilogo. Il secondo momento fu quello della vittoria degli azzurri ai mondiali di calcio in Spagna nel 1982, con le immagini mandate in mondo visione di esultanza dell’anziano Presidente di fronte al re di Spagna Juan Carlos, come la successiva partita a scopone scientifico che giocò in coppia con Zoff contro Bearzot e Causio durante il viaggio di ritorno in Italia sull’aereo presidenziale. Il terzo ed ultimo momento fu quello in cui avvenne l’uccisione del giovane missino Paolo Di Nella ucciso nel 1983 da comunisti mai identificati e Sandro Pertini andò a portare conforto ai genitori di quel ragazzo, dimostrando grande umanità ed imparzialità a dispetto del suo noto orientamento politico. Terminava affermando che il diniego del 17 ottobre 2023 non era assolutamente indirizzato a Sandro Pertini ma alla modalità ed il luogo errato in cui era stata formulata la proposta di intitolazione .
Arrivava il momento degli annunciati interventi di personaggi esterni ed il primo a farlo è stato l’Onorevole Valdo Spini, già deputato del PSI, componente di alcuni governi della prima Repubblica, attualmente presidente del circolo Fratelli Rosselli. Il professor Spini, dopo aver ringraziato il Sindaco, il Presidente e tutto il consiglio comunale per l’invito ricevuto avviava il suo discorso raccontando l’emozione che stava provando nel poter nuovamente stare tra i banchi di un consiglio comunale dove aveva cominciato, in quello di Firenze, all’età di ventinove anni per poi proseguire la sua ascesa come parlamentare della Repubblica per due legislature ed eletto proprio nella circoscrizione della Toscana costiera di cui Lucca faceva parte. Continuava entrando nell’argomento su Sandro Pertini rammentando i legami di amicizia e politici che avevano condiviso per poi fare un lungo excursus storiografico del Presidente partigiano , iniziando dal periodo carcerario e di confino subito durante il fascismo, la lotta partigiana, il ruolo nella assemblea costituente e la lunga militanza parlamentare durante la quale aveva ricoperto per due legislature la carica di Presidente della Camera dei Deputati per poi diventare successivamente l’inquilino più ricordato dagli italiani di quel palazzo del Quirinale , che fu già occupato da papi e re ed era diventato anche la residenza ufficiale del capo dello stato della Repubblica Italiana. Continuava esaltandone la figura anche umana e carica di empatia che lo aveva reso personalità carismatica nell’immaginario collettivo nazionale, pur essendo di carattere coriaceo ed assolutamente rigoroso prima di tutto con se stesso Terminava affermando che per l’intitolazione di una strada, certamente le argomentazioni e la storia che aveva pronunciato su Sandro Pertini, apparivano più che sufficienti e ringraziava per l’ascolto ricevuto..
Toccava quindi all’intervento del Professor Paolo Pezzino ed anche lui ricordava il passato anti fascista di Pertini e rappresentava anche dei particolari legati alla famiglia del presidente merito della Repubblica. Continua raccontando i diversi lavori svolti da Pertini nel periodo in cui era stato esule all’estero per poi narrare tutte le vicissitudini carcerarie e di confine subite dallo stesso. Arrivava quindi al periodo della lotta clandestina contro il nazi fascismo ed il ruolo svolto in quel periodo nel CLN che lo porterà poi ad essere uno dei padri costituenti, per poi essere eletto in Parlamento e giungere infine alla suprema carica di Capo dello Stato . Concludeva ringraziando per l’ascolto ricevuto.
Veniva il momento dell’intervento del Professor Francesco Colucci che nel ricordare la figura di Sandro Pertini e la comune militanza nel partito socialista italiano, non mancava di indirizzare una frecciata ad una ancora esistente, seppure molto minoritaria, parte della magistratura politicizzata e militante che aveva spazzato via oltre cento anni di storia, riferendosi chiaramente al pool milanese di mani pulite che aveva portato alla sparizione di fatto del PSI, come tutto quello che veniva definito il pentapartito, dal panorama politico italiano. Continuava esaltando la figura umana e politica di Sandro Pertini e dei tanti meriti che aveva acquisito verso l’Italia per poi, seppur dichiarando di non voler entrare in polemica con alcuno, richiamare il fatto che questa discussione era scaturita dal quel consiglio comunale del 17 ottobre 2023 e per la quale aveva già espresso chiaramente la sua opinione sul blog riformista. Ribadiva che la Costituzione Italiana era chiaramente antifascista ma ribadiva che era venuto il momento di una vera riconciliazione nazionale perché ad ottanta anni di distanza i tempi erano maturi. Concludeva ringraziando per l’ascolto e con la proposta che il consiglio comunale di Lucca chiedesse alla Provincia di intitolare il costruendo Ponte sul Serchio a Sandro Pertini con una risoluzione bipartisan che avrebbe posto termine definitivamente ad una incresciosa situazione che tanto già aveva danneggiato la città.
Giungeva il turno del Professor Luca Baccelli che rappresentava di essere stato uno dei primi firmatar del mondo universitario, dell’appello volto a far cambiare la decisione di diniego di intitolare una via a Sandro Pertini e che questo aveva avuto un rapido successo, dovuto sicuramente alla popolarità e allo spessore politico ed umano del personaggio Argutamente richiamava perfino Dante Alighieri per rappresentare che era dagli inizi del XIV° secolo che i governanti di Lucca non avevano raccolto tanta fama a livello nazionale , ossia da quando il Sommo Poeta non li citava nel XXIV° Canto dell’Inferno, per poi recitare il relativo passo della Divina Commedia che li riguardava. Proseguiva poi continuare ad esaltare la popolarità del personaggio Pertini che era entrato e si era elevato nella cultura popolare italiana come un icona tanto che cantanti e fumettisti lo avevano rappresentato con la sua immancabile pipa. Dichiarava che ad oltre trenta anni di distanza Pertini incarnava molti sentimenti presenti in tanti connazionali, l’esempio da seguire, l’uomo politico ed umano che aveva racchiuso in sé tutti quei valori che ancora oggi venivano rimpianti. Rappresentava che Pertini aveva impersonato l’articolo 3 della Costituzione Italiana ed aveva esaltato, specie durante il settennato al Quirinale, la sua forte capacità comunicativa ed il modo in cui l’aveva gestita anche durante situazioni difficili che attraversavano la nazione. Concludeva con l’affermazione, richiamando l’articollo11 della Costituzione, che Pertini mancava proprio per il sua propensione al ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, facendo un chiaro riferimento agli attuali conflitti tra Russia/Ucraina e Istraele/Hamas.
Toccava al Professor Stefano Bucciarelli che iniziava il suo intervento con due ricordi personali. Il primo era relativo all’allora Presidente della Camera dei Deputati, Onorevole Sandro Pertini, con una Lectio Magistrali tenuta dallo stesso nel 1975 sulla storia della Costituzione Italiana in un Palazzetto dello Sport di Viareggio gremito da centinaia di studenti. Il secondo invece inerente la sua venuta a Sant’Anna di Stazzema come Presidente della Repubblica il 29 settembre 1982 per la cerimonia di commemorazione delle vittime e sarà la prima volta che, un primo cittadino della Repubblica,metterà piede in lucchesia in forma ufficiale, inaugurando una successiva serie di apparizioni dei suoi successori in quelle cerimonie di commemorazione. Continuava con excursus della storia dell’uomo ma in particolare si soffermava nel periodo del settennato della Presidenza della Repubblica e della sua naturale capacità di incarnare quel ruolo con un rigore morale, capacità comunicativa ed una serie di intervento in un periodo di insicurezza e scandali che avevano messo a repentaglio lo Stato ed un difensore vero della Res Publica . Concludeva ringraziando per l’ascolto ricevuto.
Veniva il momento del signor Franco Fabbri che esordiva rappresentando di aver trascorso ventisette anni nei banchi dell’emiciclo del consiglio comunale di Lucca e di aver sempre avuto il dovuto rispetto istituzionale per il luogo in cui si trovava e si compiaceva del clima che vi aveva riscontrato in questa occasione da parte di tutti i componenti dello stesso auspicando che questo lo sarà stato anche in futuro. Iniziava il suo intervento ricordando di aver incontrato il Presidente Pertini presso il Salone dei Corazzieri al Quirinale, quando aveva accompagnato una scolaresca in visita e questi quando apprese che erano di Lucca si rivolse a loro affermando che era una splendida città, la città delle cento chiese e se erano a conoscenza del fatto che il suo partito non voleva che diventasse Presidente. Lo stesso alla domanda di una studentessa sul perché il suo partito non lo voleva come Presidente della Repubblica rispose, con la franchezza che lo contraddistingueva, perché mi ritengono scomodo. Continuava con l’esaltazione del carattere del Presidente Pertini che era forte, schietto, ruvido, genuino e proprio per questo piaceva così tanto al popolo italiano. Fu l’uomo giusto per tenere salde le istituzioni in un momento storico che vedeva scandali, omicidi politici e di servitori dello Stato che intimoriva con la sua forte personalità ed il carisma conquistato da perseguitato politico, partigiano e appartenente fin dagli albori di uomo dell’istituzione repubblicana. Non si era mai sottratto alle domande, specie quelle provenienti dai giovani, con cui si comportava come un nonno nei confronti dei nipoti. Ribadiva la straordinaria capacità comunicativa e di averlo sollecitato nel far riconoscere il Teatro del Giglio come teatro di tradizione, perché tale riconoscimento avrebbe comportato anche sostanziali finanziamenti. Dopo pochi mesi da quell’ incontro, era il 1985, il Ministro dello Spettacolo e del Turismo annunciò che il Teatro del Giglio era stato riconosciuto come teatro di tradizione. Concludeva ringraziando per l’ascolto e l’invito.
Giungeva il momento dell’intervento della professoressa Simonetta Braccesi che iniziava esprimendo il rammarico personale per la scomparsa di Massimo Toschi di cui era stata compagna di giochi nell’infanzia . Poi proseguiva facendo un lungo elenco di personaggi che nel tempo avevano ottenuto l’intitolazione di una via o di una piazza cittadina che erano nativi o avevano portato lustro alla stessa nel corso dei secoli. Esprimeva un fugace richiamo alla figura del Presidente Pertini per poi dilungarsi sui vari episodi che avevano visto protagonisti lucchesi.
Interveniva il professor Paolo Razzuoli anche lui esordiva con il ricordo di aver calcato anche lui l’emiciclio del consiglio comunale all’età di venticinque anni e l’emozione che stava provando a distanza di qualche anno. Attestava che il problema più grande italiano era il fatto di non essere in grado di fare i conti con la propria storia e che un personaggio come Pertini poteva essere un esempio per quanto riguardava onestà, volontà e coerenza nel propagare i propri valori a cui non era mai venuto meno. Pur appartenendo ed aver militato in un partito diverso da quello di Sandro Pertini ne aveva condiviso i valori fondamentali della nostra democrazia repubblicana. Ne ricordava l’impegno durante la Costituente ed il rigore morale e culturale che oggi non è facilmente riscontrabile nei politici odierni. Affermava che il periodo in cui venne eletto Presidente della Repubblica Sandro Pertini fu veramente in una fase in cui regime statuale repubblicano stava vacillando e recuperò, grazie alla grande statura morale posseduta, quella fiducia nelle istituzioni necessaria al momento storico politico che la nazione stava attraversando. Pertini impersonò quella serie di valori che ancora oggi sembrano necessari per arginare quella situazione di traumi della storia che contraddistinguono un populismo latente a cui di solito si tende a dare le risposte più semplici ma che necessitano invece di risposte più complesse. Globalizzazione, sovranismo, populismo, nazionalismo sono tutti concetti che vengono richiamati in questo momento storico per dare risposte semplici a domande molto più complesse e che necessiterebbero di approfondimenti per cui l’intitolazione di una strada a Sandro Pertini non sarebbe stato soltanto un omaggio alla sua persona ma una reale difesa della democrazia e di quei valori di cui egli è stato certamente un alfiere.
Chiedeva ed otteneva di intervenire Alessandro Silvestri, redattore del giornale “l’Avanti”, organo ufficiale di informazione del PSI e di cui Sandro Pertini era stato direttore. Silvestri rappresentava di voler lasciare una copia del suo intervento in forma cartacea perché non previsto il suo intervento ma non desisteva dal parlare seppure molto rapidamente. Iniziava con una battuta rivolta ai socialisti rappresentando che erano decenni che non aveva più avuto l’occasione di ascoltarne così tanti in una stessa assise e poi continuava asserendo che molto spesso ultimamente in politica si parla di nemici quando invece il termine giusto da adoperare era quello di avversari. Le differenze in politica esistono ma bisogna cercare di evidenziarle in maniera democratica ed evitando estremismi di qualsiasi natura perché altrimenti la storia non avrebbe insegnato nulla. Ringraziava per il tempo che gli era stato accordato.
Per ultimo, in collegamento audio visivo, interveniva il Sindaco di Stella(SV) paese natale di Sandro Pertini e iniziava il suo intervento rappresentando che avrebbe voluto che il suo illustre concittadino, che non aveva conosciuto, anche per ragioni anagrafiche essendo del 1993, fosse ricordato soprattutto nelle scuole per la sua storia personale, politica e di uomo delle istituzioni democratiche che aveva fortemente contribuito a realizzare e mantenere salde anche nei momenti bui della Repubblica. Ricordava la modestia del personaggio, ricavata dai racconti degli anziani del paese da lui governato, il rigore morale e la capacità comunicativa con la voglia di stare in mezzo al popolo perché era veramente uno di loro e lo dimostrava anche quando, seppure all’apice della carriera politico/istituzionale, tornava a Stella e stava tra i compaesani rinunciando alla scorta che pure visti i tempi e l’alta carica ricoperta gli spettava. Auspicava che l’impegno assunto dall’amministrazione di Lucca di intitolare una via o piazza al suo illustre concittadino venisse rispettata e da ciò che aveva fino ad allora ascoltato le premesse di accantonare la polemica sterile scaturita il 17 ottobre 2023 sembravano ben avviate. Si scusava per non aver potuto partecipare di persona al consiglio comunale aperto ma cause di forza maggiore glielo avevano impedito
Alle ore 18.22 terminava la fase del consiglio comunale aperto con gli interventi dei vari ospiti per continuare con la richiesta del Presidente Enrico Torrini al segretario di procedere con l’appello nominale dei consiglieri alfine di verificare gli assenti ed il numero legale. Terminata questa incombenza sempre Torrini sospendeva il consiglio per una riunione dei capo gruppo che riprendeva alle successive ore 20.01
Il Presidente Enrico Torrini , nel dichiarare aperta la discussione del secondo punto dell’ordine dei lavori ossia la discussione degli eventuali ordini del giorno presentati , rappresentava che durante la conferenza dei capo gruppo era stato deciso un consiglio comunale aperto per le ore 18.00 di martedì 12 dicembre 2023 avente per tema la violenza sulle done con l’invito di sei personalità, tre per i gruppi di minoranza e tre per i gruppi di maggioranza che avranno la possibilità di parlare per dieci minuti a testa, anticipando che il Sindaco Mario Pardini, nonostante lo avesse fortemente voluto, non avrebbe potuto presenziare per pregressi ed irrinunciabili impegni già presi e non vi era stata la possibilità di trovare una data alternativa visti i tempi ristretti dei consigli comunali previsti per il mese di dicembre. Si procedeva quindi con la presentazione dell’ordine del giorno della maggioranza da parte di Elvio Cecchini capo gruppo di Lista Civile Lucca che rappresentava di voler invitare il Sindaco ad inviare le proposte di intitolazione di vie o piazze della città alla competente commissione toponomastica, tenendo conto della lista che venne effettuata dalla precedente giunta Favilla nel 2009 e di far fare un percorso agevolato a quelle inerenti gli ex Presidenti della Repubblica ed in particolare quella relativa a Sandro Pertini su cui mai c’era stata una preclusione sulla persona e di merito ma soltanto un diniego al modo ed il luogo di presentazione.
Interveniva Francesco Raspini capo gruppo di minoranza del PD per esplicare la sua soddisfazione per l’autorevolezza e la qualità degli interventi dei diversi ospiti sulla figura del Presidente emerito della Repubblica Sandro Pertini, che li hanno arricchiti anche di aneddoti e ricordi personali per esaltarne ancor di più, semmai ce ne fosse stato bisogno, la sua gigantesca figura . Proseguiva, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa, dichiarando la soddisfazione della minoranza della marcia indietro prodotta dalla maggioranza dopo il clamore suscitato dal diniego all’intitolazione di una via a Sandro Pertini nel consiglio comunale del 17 ottobre ultimo scorso. Pur apprezzando i notevoli sforzi della maggioranza di avvicinamento e dando atto al Sindaco Mario Pardini e alla sua maggioranza degli atti politici compiuti per porre rimedio a quanto avvenuto la verità storica degli avvenimenti avvenuti quella famosa serata sono stati molto edulcorati e non rispondono in pieno ed oggettivamente all’accaduto. Nonostante ciò, proprio per non voler rovinare il clima di distensione che si era creato in consiglio comunale, annunciava che i gruppi di minoranza si astenevano dalla votazione dell’ordine del giorno della maggioranza ed auspicavano analogo gesto da quest’ultima in occasione della presentazione del loro. Concludeva con l’affermazione che non venne data attuazione alla delibera 2009 dell’allora amministrazione Favilla di centro destra da parte della successiva amministrazione Tambellini di centro sinistra per evitare i notevoli disagi che si sarebbero riversati sui cittadini che abitavano in Vie o Piazze a cui si sarebbe voluto cambiare denominazione.
Chiedeva ed otteneva di intervenire il capo gruppo di maggioranza di FI UDC Alessandro Di Vita che per ragioni storiche e di verità esprimeva la sua opinione sul perché ci fu una scelta ben determinata su dei nominativi per l’intitolazione di Vie o Piazze da parte dall’ amministrazione Favilla nel 2009 e successivamente annullata dall’amministrazione Tambellini nel 2012 e che bene aveva fatto il Sindaco Mario Pardini a tenere come punto di riferimento la delibera del 2009 e che la via maestra da perseguire era appunto quello di sottoporre i nominativi alla competente commissione toponomastica.
Interveniva per conto d i tutti i gruppi della minoranza consiliare il capo gruppo di Lucca è un grande Noi Ilaria Maria Vietina che illustrava l’ordine del giorno predisposto di concerto con l’intera opposizione e riepilogava i motivi che avevano indotto le minoranze a proporre l’intitolazione di una via o piazza a sandro Pertini e che nel consiglio comunale del 17 ottobre 2023 aveva ricevuto il rifiuto da parte dell’attuale maggioranza suscitando una reazione dell’opinione pubblica a livello nazionale e che nell’attuale consiglio comunale aveva fatto ritrovare un clima di distensione per affrontare più pacamente la questione ed invitava tutti a convergere sulla figura del Presidente Sandro Pertini quale esempio di moralità, rigore e capacità comunicativa.
Interveniva nuovamente Elvio Cecchini per replicare al capo gruppo del PD Francesco Raspini che per amore della verità non c’era stato alcun scivolone della maggioranza o marcia indietro e già che c’era invece contestava l’affermazione che da parte delle minoranze non vi era stata una strumentalizzazione politica quando i fatti successi raccontano chiaramente, ad un occhio veramente obiettivo, il contrario.
Chiedeva ed otteneva di intervenire il capo gruppo di minoranza di Lucca Futura Gabriele Olivati per affermare che l’obiettivo delle opposizioni era sempre quello di ottenere migliorie propositive della vita cittadina e che l’organo deputato alla scelta dell’intitolazione di una strada era la giunta e non la commissione toponomastica che aveva compiti di consultazione. Rappresentava che Sandro Pertini era stato uno dei Presidenti della Repubblica, forse l’unico, che incarnato totalmente la coesione nazionale.
Chiedeva ed otteneva di intervenire il capo gruppo di maggioranza della Lega per Salvini Armando Pasquinelli per affermare che si era persa l’ennesima occasione per fare un ordine del giorno condiviso e che si sarebbe dovuto votarlo all’unanimità ma per le divisioni interne, specie dei gruppi di minoranza, non si era raggiunto l’obbiettivo .
Interveniva il consigliere di maggioranza del gruppo di FDI Luca Pierotti per esprimere la sua meraviglia perché le minoranze continuavano a negare di aver strumentalizzato il diniego alla loro stessa proposta avvenuta in sede di consiglio comunale del 17 ottobre 2023 e che nonostante il clima distensivo avvertito durante l’attuale seduta si cercava ancora di mascherare quale era stato il loro intento.
Interveniva nel dibattito l’assessore Moreno Bruni affermando che la commissione toponomastica stava già lavorando per localizzare la via o piazza che sarebbe stata intitolata al Presidente della Repubblica Sandro Pertini .
Chiudeva il dibattito il Sindaco Mario Pardini per ribadire il suo dispiacere di non essere intervenuto la sera del consiglio comunale del 17 ottobre ultimo scorso e rinnovava la ferma volontà di intitolare una via a Sandro Pertini così come confermato in tutte le sedi fin dal giorno successivo ma evidentemente non era stato sufficiente e dichiarava che con li chiarimenti odierni si poteva mettere fine ad una polemica imbarazzante e nociva per la città di Lucca. Ribadiva l’importanza della coerenza e dichiarava che questa era un punto di forza della maggioranza che lo sosteneva.
Il Presidente Torrini metteva in votazione il primo ordine del giorno presentato dalla maggioranza, che passava con il voto unanime della stessa non avendo partecipato, come da pregressi accordi presi in conferenza dei capo gruppo e ribaditi in seno al consiglio comunale da tutti i referenti in sede di dichiarazione di voto, i gruppi di minoranza. Veniva quindi posto in votazione il secondo ordine del giorno presentato dalla minoranza che passava all’unanimità con il voto della stessa in quanto per lo stesso motivo sopra enunciato la maggioranza non partecipava allo stesso.
Veniva quindi presentato il terzo punto dell’ordine dei lavori che era relativo alla pratica n. 178 del 30.11.2023 avente ad oggetto “Piano comunale per il commercio su aree pubbliche - art . 43 Legge Regionale 23 novembre 2018 n . 62 – Modifiche ”.che veniva illustrato dall’ assessore Paola Granucci con delega al commercio, attività produttive, innovazione e decoro urbano.ed in pratica era l’ampliamento di sei posti al mercato dell’antiquariato, il cambiamento di ubicazione del mercato da Piazza napoleone a Piazza san Francesco ritenuta più idonea anche perché già utilizzata per il mercato contadino biologico e più vicina ad aree di parcheggio.
Chiedeva ed otteneva di intervenire il consigliere di minoranza del gruppo PD Chiara Martini per rappresentare che non aveva niente in contrario all’ampliamento dei posti al mercato mentre rappresentava il disagio degli operatori al trasferimento del mercato da Piazza Napoleone a Piazza San Francesco e chiedeva con un ordine del giorno di agevolare gli stessi operatori nonché i cittadini con arredi urbani e di decoroi. Rappresentava il timore che lo spostamento da Piazza Napoleone a Piazza san Francesco non nascondeva una intenzione di sostituire il mercato antiquario con qualche manifestazione commerciale più redditizia e la possibilità di esporre il comune alle rimostranze degli antiquari ambulanti.
Replicava l’assessore Granucci che vi erano state tre concertazioni ma la volontà di dialogo delle associazioni non era stata manifestata e che l‘otto dicembre prossimo in piazza San Francesco era prevista un mercato artigianale del territorio e ci saranno delle tariffe agevolate per i parcheggi da parte della società partecipata dal comune Metro Ribadiva che Piazza san Francesco è una delle più belle della città e merita di essere valorizzata.
Interveniva il capo gruppo di maggioranza di Lista Civile Lucca per rappresentare che in commissione la pratica aveva ottenuto il parere favorevole per poi aggiungere che la scelta di Piazza San Francesco sarebbe stata una occasione per i commercianti ed il futuro tenendo conto che bisognava saperle cogliere anche in fretta.
Richiedeva ed otteneva di intervenire Gianni Giannini del gruppo di minoranza del PD, anche lui per rappresentare come la sua collega di partito Chiara Martini di aver raccolto diverse lamentele dei commercianti per lo spostamento del mercato e che vi era stato già un notevole calo delle attività commerciali ambulanti e che la tendenza sembrava sempre di più andare in quella direzione.. Pur affermando di non voler alimentare alcuna polemica richiamava il fatto che la precedente amministrazione era stata bersagliata proprio per aver tentato di eseguire degli spostamenti senza una concertazione preventiva da parte dei commercianti. Invitava l’amministrazione ad un ripensamento e a condividere ogni eventuale iniziativa con le associazioni dei commercianti che per natura sono corporativiste e gli vanno offerte valide alternative.
Interveniva il consigliere di minoranza del gruppo del PD Silvia Del Greco per chiedere se le tariffe agevolate di parcheggio fosse stato possibile estenderle anche ai fruitori del mercato ed invitava la maggioranza a votare favorevolmente l’ordine del giorno presentato dalla sua collega Chiara Martini che anche lei aveva volentieri sottoscritta.
Nuovamente rispondeva l’assessore Granucci che lei di professione era un mediatore quindi il dialogo era una sua peculiarità personale e professionale ma che aveva trovato un muro da parte di una associazione che non aveva manifestato la minima intenzione o propensione propositiva. Ribadiva che lo spostamento avrebbe certamente giovato alla città .
Vi era stata una sospensione di qualche minuto per cercare un accordo su alcune modifiche da apportare all’ordine del giorno del consigliere Chiara Martini che ne dava integrale lettura e subito dopo non essendoci stati interventi il Presidente Enrico Toprrini lo poneva in votazione e lo stesso veniva respinto.
Sempre il Presidente Enrico Torrini poneva in votazione il terzo punto dell’ordine dei lavori rappresentato dall’assessore Granucci e lo stesso veniva approvato con diciasette voti favorevoli e cinque voti contrari e identico risultato per l’immediata eseguibilità.
Il consiglio comunale terminava alle ore 22.25 e veniva dato lo sciogliere le righe da parte di Enrico Torrini.