A Lucca, in viale Cavour, c'è l'istituto professionale Sandro Pertini. Una scuola molto frequentata e altrettanto conosciuta, ma, evidentemente, l'altra sera in consiglio comunale i componenti la maggioranza, tranne uno anzi due salvo poi ripensarci, se lo devono essere dimenticati. Che cosa ci voleva, infatti, a votare all'unanimità la mozione presentata dall'opposizione per la intitolazione di una strada al presidente della Repubblica più amato dagli italiani? Questa mattina tutti i quotidiani nazionali e non solo attaccano strumentalmente, ma in maniera indubbiamente veritiera, la giunta di Mario Pardini per non aver fatto la cosa non solamente più giusta, ma anche quella più intelligente. Perfino la Elly Schlein ha trovato il modo di commentare, lei che, come tutti gli altri sinistroidi, vede il fascismo anche sulla tazza del cesso.
Tuttavia è indubbio che giunta e sindaco in testa abbiano posto in essere un clamoroso autogol. Ma dove vivono i Pardini, i Fava, i Barsanti, i Pasquinelli, i Santi Guerrieri e tutti i consiglieri comunali di maggioranza? In quale repubblica delle banane sono cresciuti o pensano di essere approdati? Hanno una sola vaga idea di che cosa significhi il nome di Sandro Pertini a livello di icona per gli italiani? E' il presidente della Repubblica, il primo socialista e partigiano che è salito al Quirinale in un periodo difficilissimo della nostra storia, uno dei pochi che ha combattuto Mussolini e il nazismo a viso aperto, il presidente dei mondiali vinti in Spagna nel 1982, della partita a carte in aereo con Bearzot e Zoff, il presidente di tutti gli italiani. Certo, aveva le sue fisse e noi che abbiamo conosciuto Antonio Ghirelli, suo capo ufficio stampa dimessosi, poi, nel 1980, possiamo anche immaginarlo. Ma l'immaginario popolare se così vogliamo definirlo, ha ancora un valore...
Sarebbe stata sufficiente una telefonata, un messaggio sulla chat, inviato, perdonateci la presunzione, dal sindaco al nostro indirizzo. Gli avremmo spiegato che non avrebbe dovuto esitare: una strada o una piazza, ma minimo una via, a Sandro Pertini non la si può negare visto che, a dirla tutta, si intitolano strade e piazze a chiunque o quasi. Avremmo aggiunto che prestare il fianco alla sinistra che aspettava solo questo per gridare al lupo al lupo, sarebbe stato uno sbaglio clamoroso, non degno di un aspirante statista. Invece niente, hanno voluto fare muro contro muro ed eccolo lì il risultato: una figura di merda a livello nazionale.
Hanno detto che si trattava di una questione di metodo, che esiste ed è stata istituita una commissione toponomastica ad hoc, che il consiglio comunale non era la sede adatta. Tutte stronzate sena costrutto. La maggioranza è caduta nella trappola che l'opposizione gli ha teso e che avrebbe potuto evitare, trasformandola in una vittoria, se solo avesse ragionato con la testa e non con qualche altro organo non adibito, abitualmente, all'uopo. Complimenti a Daniele Bianucci che con la solita tiritera dell'antifascismo ha guadagnato risonanza nazionale e un ben 4 in pagella a una giunta e al sindaco che non sono stati in grado di fronteggiare l'emergenza. Ma come si fa? Non ci meraviglieremmo se, da Milano, arrivasse il tapiro per questa allucinante vicenda. Forse a palazzo dei Bradipi dovrebbero apprendere che, al di là degli eventi che mostrano una Lucca egocentrica, al di là delle mura esiste un Paese per il quale la memoria storica ha un senso.
Infine, una osservazione semplice: ma il sindaco di Lucca Mario Pardini, a capo di una lista civica, Lucca 2032, può essere trascinato in queste pastoie da una maggioranza verniciata di nero? Non dovrebbe essere lui a gestire e governare la giunta e le forze che lo sostengono? A questo punto è necessaria una sua presa di posizione ben chiara. La nostalgia del tempo che fu non può albergare a queste latitudini a cento anni di distanza e la storia non la si può negare tantomeno far finta che non sia esistita.