Politica
Indottrinare o insegnare?
È recente e oggetto di fiera diatriba l’ultima serie di norme volute dal Ministro dell’Istruzione Valditara, che rappresenterebbero la fine della libertà, o comunque un passo avanti verso il totalitarismo. Vediamolo, questo passo nel baratro del fascismo

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Sabato 3 maggio, dalle ore 16:00 alle 18:30 in via Beccheria, Gioventù Nazionale sarà presente con un gazebo per sostenere la petizione "Sbarazziamoci della cultura maranza", lanciata su tutto il territorio italiano dal movimento giovanile di Fratelli d'Italia

Forza Italia: "La nuova sede della Camera di Commercio deve rimanere nel centro storico"
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Consiglio comunale di Lucca, Bianucci contro tutti: Di Vito e Andrea Barsanti co-protagonisti dei suoi “siparietti”
Consiglio comunale veloce, ma frizionato dal solito Bianucci che, dopo aver punzecchiato Di Vito, si è rivolto ad Andrea Barsanti, cui ha rinfacciato il passato in Casa Pound coadiuvato qui da Gabriele Olivati

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“Cambiano gli assessori, ma lo spartito resta il medesimo”: Alfarano sul problema della sicurezza
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"La sinistra: divisa e confusa. Unita solo nell’essere “anti”, ma solo per mantenere una ragion d’essere! Il consigliere Giannini icona dell’ipocrisia DEM"
Una sinistra profondamente divisa non riesce a compattarsi su nessun grande tema politico. Guerra in Ucraina, votazioni sul riarmo Europeo, problemi di intesa nel così detto campo largo,…

Il generale Enrico Celentano è andato
Ciò che sto scrivendo sarebbe destinato solo a chi è paracadutista, ma credo che parlare di persona seria faccia bene a tutti, e allora ho scelto di mandarlo a tutti i miei lettori. Neppure il titolo mi veniva

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Il consiglio comunale aperto di Lucca del 3 agosto, avente all’ordine di convocazione la verifica dell’eventuale impatto del taglio delle classi e degli organici della scuola sul territorio per il prossimo anno scolastico, seppure previsto per le ore 14:30, è iniziato alle 15:12 .
Il presidente del consiglio comunale, Enrico Torrini, dava alla parola alla professoressa Ilaria Baroni - che dal prossimo mese di settembre sarà il nuovo dirigente scolastico di Lucca e Massa - poiché anche se era previsto l’intervento del capo gruppo di minoranza Lucca è un grande noi, Ilaria Maria Vietina, che era la prima firmataria della richiesta del consiglio comunale, per ragioni inerenti il suo incarico e pregressi e non procrastinabili impegni dovuti alla sua figura istituzionali si è dovuto anticipare il suo intervento perché attesa a Massa.
La professoressa Ilaria Baroni ringraziava per la cortesia ricevuta ed esordiva che seppure non era ancora entrata nel pieno delle sue nuove funzioni, aveva accolto l’invito rivoltole a partecipare con grande entusiasmo ed emozione, anche in virtù delle origini lucchesi che le provenivano da parte paterna pur avendo sempre operato nella limitrofa provincia pistoiese.
Ha voluto subito precisare di aver avuto pregresse esperienze nella scuola sia come preside che come ispettore scolastico e il suo nuovo incarico le consentiva di mettere a disposizione queste pregresse esperienze, ma era la prima volta che parlava in un consiglio comunale, soprattutto in un consiglio comunale aperto.
Già nei giorni precedenti, anche per prepararsi a questo incontro istituzionale, aveva avuto modi di incontrare i suoi futuri collaboratori che gli hanno prospettato alcune criticità non solo relative a Lucca, ma anche delle scuole ubicate nella Piana, soprattutto nei comuni di Capannori e di Altopascio. Le problematiche erano conosciute e comuni a tutta la provincia ed erano prevalentemente relative a classi troppo numerose su cui era già intervenuta ripristinando i numeri di alunni corretti per classe.
Questa operazione, derivata dalla comparazione dell’organico di diritto con l’organico di fatto, era scaturita anche dal calo demografico inerente della popolazione scolastica. Pur non entrando in tecnicismi, la professoressa Baroni dava una lettura dell’analisi che aveva eseguito e che le consentiva di affermare che il numero medio di alunni nelle scuole primarie e dell’infanzia era di 20 - 21 alunni e che questo dato era confortante perché buono per la garanzia del diritto allo studio e all’istruzione, facendo un raffronto con la realtà pistoiese da cui proveniva che era sicuramente peggiore.
Dalla sua prima ricognizione conoscitiva su Lucca, anche grazie alle criticità segnalate dai dirigenti scolastici, vi erano delle anomalie su Lucca 7 e Lucca 4 che erano state già risolte lavorando sull’organico di fatto e con i posti aggiuntivi in deroga, che significava ulteriori docenti di sostegno a supporto degli istituti scolastici interessati. Spiegava che i docenti di sostegno pur avendo preminente il compito di assistenza a soggetti richiedenti particolari attenzioni, erano comunque docenti a tutti gli effetti che potevano prestare la loro opera anche in favore degli altri alunni presenti nelle classi. Concludeva che gli interventi eseguiti, che avevano ricevuto anche il consenso delle organizzazioni sindacali, saranno sicuramente efficaci e consentiranno di superare le difficoltà riscontrate ed evidenziate. Ringraziava tutti dell’ascolto e della cortesia di aver potuto intervenire per prima. Il Presidente Torrini contraccambiava il ringraziamento le formulava ancora, anche a nome del consiglio comunale il benvenuto e gli auguri di un buon lavoro.
Veniva presa la parola dal consigliere Ilaria Maria Vietina che illustrava il motivo che aveva portato a chiedere il consiglio comunale aperto in relazione all’ordine di convocazione dello stesso e precisava che l’iniziativa era di tutti i partiti del centro sinistra appartenenti all’opposizione. Esplicitava il motivo della richiesta chiarendo che del mondo della scuola bisognava occuparsi sempre ma a maggior a ragione bisognava farlo nel periodo in cui si approssimava l’inizio delle attività scolastiche. Si diceva ben felice dell’intervento precedente e soprattutto del fatto che il parametro utilizzato è quello demografico che doveva essere tenuto sempre presente per le comunità scolastiche e del fatto che essendo Lucca il comune capoluogo si doveva rendere protagonista anche nelle realtà più vicine condividendo le problematiche scolastiche che dovevano avere la più ampia e complessiva visione territoriale del mondo scolastico.
Nel fare una panoramica generale dei tanti problemi che affliggevano il mondo della scuola, dovuti principalmente alle normative prodotte dai governi nazionali e che venivano da molto lontano, infatti erano dibattuti fin dal 2008 e continuavano ad essere ancora persistenti. Richiamava il fatto, con una punta di velata polemica, che il 13 dicembre 2022 i gruppi di opposizione avevano presentato una mozione sulle problematiche della scuola e che poi avevano ritirato, perché avevano ricevuto assicurazione, con una chiara apertura in tal senso dalla maggioranza, che sarebbero state trattate in sede di commissione cultura e scuola, ma ciò non era mai avvenuto e quindi per questo motivo avevano inteso richiedere il consiglio comunale aperto.
Partiva quindi la richiesta alla presidente della commissione scuola e cultura Laura Emanuela Da Prato e all’assessore Simona Testaferrata di avere un nuovo approccio e sensibilità nell’affrontare le questioni afferenti la scuola e l’istruzione, assumendo impegni precisi coinvolgendo l’intero consiglio comunale. Continuava dicendo che l’istruzione era necessaria non solo per l’elevazione culturale individuale ma con ricadute nel più ampio contesto sociale facendo riferimento anche al dettato costituzionale. La stessa non doveva essere era limitata alla sola impartizione e ricezione delle nozioni, ma doveva essere guardata in una più ampia visione che riguardava anche l’organizzazione degli spazi in cui avveniva e quindi all’edilizia scolastica. Il solo dato demografico era un indicatore ormai obsoleto che ci aveva fatto perdere, fin dal 2008, l’aspetto quantitativo degli organici ma che ora, grazie anche ad una nuova visione dell’Europ dal 2020, doveva essere rivisitato prendendo anche altri indicatori che riguardavano anche l’aspetto qualitativo dell’offerta formativa con ulteriori investimenti . Terminava e ringraziava tutti per l’ascolto ricevuto.
Il Presidente Enrico Torrini dava la parola all’assessore all’istruzione e l’edilizia scolastica Simona Testaferrata che iniziava il suo intervento chiarendo che le problematiche sul territorio erano presenti da moltissimi anni e dava atto al nuovo governo nazionale di cercare di dare soluzioni e lo si poteva apprezzare già nella nuova contrattazione con i docenti che aveva avuto l’approvazione delle maggiori sigle sindacali nazionali. L’assessore rappresentava che per quanto riguardava l’istituzione comunale c’era la più buona volontà a superare ogni difficoltà per quanto di competenza ma la rete è fondamentale e quindi il comune lavorerà insieme a tutti gli altri enti coinvolti a migliorare la situazione non solo per quanto riguarda gli aspetti di edilizia scolastica ma anche le relazioni amicali, di inclusione e quant’altro concorreva a raggiungere una scuola di qualità. Insisteva che solo se la rete funzionava, allora la scuola funzionava. L’obiettivo era quello dell’inclusione e di qualità e bisognava lavorare in maniera sinergica non solo con le istituzioni ma anche con le associazioni che si occupano a vario titolo della problematica. Terminava il suo intervento ringraziando per l’ascolto e ribadiva che la scuola era di fondamentale interesse non solo a livello comunale ma per l’intera comunità nazionale .
Il presidente del consiglio comunale dava la parola al consigliere regionale della Toscana di FdI Vittorio Fantozzi che iniziava dichiarando il suo apprezzamento per tutti gli interventi che lo avevano preceduto e per la competenza e la qualità degli oratori che li avevano pronunciati. Lo stesso ricordava che la scuola è un mondo che non riguardava soltanto l’edilizia scolastica, il personale docente e non docente o gli alunni, ma afferiva anche l’inclusione, l’amicalità, la condivisione ed altri valori positivi che dovevano interagire per influire e migliorare la società nel suo complesso.
Prendeva atto che il solo indice demografico non è più il solo da utilizzare, che il sovraffollamento delle classi era un problema soprattutto delle scuole superiori e che doveva essere certamente affrontato con maggiori investimenti, che dovevano riguardare certamente l’assunzione di maggiore personale operante a tutti i livelli nella scuola, ma anche con una maggiore attenzione all’edilizia scolastica e all’uopo ricordava che proprio a Lucca vi era stato un periodo in cui le lezioni si erano tenute anche in container.
Ribadiva che sarebbe servita una nuova progettualità a tutto tondo sul mondo scolastico, facendo rete come aveva precedentemente affermato l’assessore Testaferrata, ma nel frattempo bisognava adoperare tutti gli strumenti di deroga utilizzabili per fornire una istruzione di livello che consentisse di rispondere alle problematiche emerse.La situazione era costantemente monitorata a livello regionale ed aveva richiesto, insieme ad altri suoi colleghi, di conoscere i dati da parte del competente assessorato di quell’ente perché se il calo demografico incideva molto sulle città, era addirittura ferale nelle aree montane dove si aggiungevano anche le problematiche dello spopolamento e della denatalità. Proprio per questi ultimi problemi che aveva evidenziato, rappresentava di aver lavorato insieme a deputati nazionali del suo partito nei mesi precedenti, per una proposta di abolizione del decreto 81/2009 che era fortemente limitativo nell’ambito del mondo della scuola.Terminava il suo intervento ringraziando per l’attenzione e l’ascolto ricevuti.
Prendeva la parola il consigliere regionale della Toscana Mario Puppa del Pd che esordiva rinunciando a parlare negli specifici ambiti della problematica in disamina, perché già ampiamente affrontati da coloro che lo avevano preceduto e perché appariva ormai assodato bipartisan che la questione era seria ed andava affrontata tutti uniti senza distinzione di colore politico, ma nell’interesse generale.
Rappresentava che da molti anni, in diverse vesti di incarichi politici ricoperti durante la sua militanza, si occupava della scuola ed il problema maggiore riscontrato era sempre quello delle due tesi contrastanti in quel delicato settore sociale, che volevano che fossero i politici a dare delle soluzioni ai tecnici e al contrario che fossero i tecnici a darle ai politici. La verità, come sempre, stava nel mezzo e sarebbe stata necessaria una consapevolezza politica ed una mobilitazione vera tesa a contrastare quella problematica invece derivante dal tempo e dallo spazio.
Il tempo era quello degli anni 2008 e 2009 che avevano visto una drastica riduzione degli investimenti sia nelle infrastrutture che nelle risorse umane dovuta alla crisi economica ma soprattutto al conseguente e famigerato decreto 81. Lo spazio invece era inerente proprio alla territorialità, ai luoghi in cui erano presenti le infrastrutture scolastiche con forti riduzioni delle classi nelle aree montane per lo spopolamento e la denatalità, con il sovraffollamento delle classi nelle città dove erano presenti gli istituti superiori tutto a totale svantaggio dell’offerta formativa soprattutto sotto l’aspetto qualitativo.Il problema principale era quindi di natura spazio/temporale e dato dal fatto che la politica dell’istruzione era strettamente collegata alla politica economica ed era quindi giunto il momento di affrontarlo tutti uniti con una richiesta unanime e bipartisan all’attuale governo nazionale di abolire il decreto 81/2009.Terminava il suo intervento insistendo sull’unione di tutti, perché riguardava tutti, aldilà di ogni appartenenza partitica, ad affrontare il problema facendo rete e ringraziava per l’attenzione che gli era stata prestata.
Il presidente Enrico Torrini concedeva la parola al signor Leonardo Gilardetti della CGIL che si complimentava con le minoranze del consiglio comunale per aver ottenuto il consiglio comunale aperto a distanza di circa un mese dalla richiesta. Lo stesso proseguiva con l’affermazione che la problematica definita nell’ordine di convocazione si riproponeva ogni anno e la sua sigla sindacale se ne occupava da diversi anni perché l’organico di fatto, altro problema nel problema, andava abrogato perché nella realtà serviva una maggiore assunzione di personale. Polemizzava con il governo nazionale rappresentando che anche il provvedimento dell’autonomia differenziata andava in contrasto con il principio della buona scuola proposto da precedenti governi. Terminava affermando che concordava sull’affrontare la problematica in rete e ringraziava per l’attenzione ricevuta.
Veniva concessa la parola a Gianni De Perdis della GILDA-UNALS che quale rappresentante di un sindacato degli insegnanti aveva voluto ribadire che il loro intento principale era quello di avere una buona scuola, Ricordava che la vicenda dei tagli è annosa, ma nessuno aveva mai voluto porvi rimedio ed era stata persa una occasione d’oro con il covid che aveva permesso, con il distanziamento ed una minore presenza di alunni, di ottenere migliori risultati per gli studenti . Auspicava che i fondi del PNRR potessero aiutare a risolvere parte della problematica sollevata, quindi salutava ringraziando tutti per l’ascolto prestato.
Il presidente Enrico Torrini concedeva la parola ad Anna Iorio della CISL ed anche questa aveva esordito plaudendo e ringraziando per il consiglio comunale aperto. La stessa chiariva che la problematica era comunque a livello nazionale e dichiarava che la sua organizzazione sindacale non si discostava dai diritti dell’apprendimento e di una migliore istruzione che dovevano essere sempre garantiti. Confidava nella continuazione di una creazione di rete di tutti gli attori interessati e incitava tutti a proseguire in tale direzione. Terminava ringraziando per l’attenzione ricevuta.
Interveniva poi Pietro Zucchelli, presidente della Consulta degli Studenti di Lucca, che dopo aver ringraziato per l’opportunità ricevuta iniziava il suo intervento richiamando anche lui il problema delle cosiddette “classi pollaio”, specialmente nelle scuole superiori, che andava ad inficiare anche sulla qualità dell’insegnamento. Richiamava l’attenzione anche su un problema di riflesso che si produceva quale quello dell’abbandono scolastico che in Italia superava le medie di altri nazioni europee. Aveva anche evidenziato il problema delle strutture scolastiche e della stessa sicurezza sia degli studenti che del personale docente e non. Chiariva anche lui che la qualità dell’insegnamento sarebbe stata sicuramente maggiore se il numero dei ragazzi fosse stato minore di quello attuale ed avrebbe avuto ricadute positive sul mondo del lavoro eliminando il precariato e assumendo personale docente che sarebbe più motivo anche dalla stabilità lavorativa raggiunta. Terminava ringraziando.
Prendeva la parola Paolo Ernesto Mazzoni, rappresentante degli studenti del Liceo Vallisneri, che dopo i ringraziamenti di rito e premetteva che portava il punto di vista degli studenti che, con gli insegnanti, erano i maggiori protagonisti della scuola. Lo stesso dichiarava che gli studenti lamentavano il fatto che molto spesso erano la burocrazia e le politiche calate dall’alto un altro problema atavico del mondo scolastico che non trovava terreno di incontro con loro. Anche lui rappresentava che i tagli continui alla scuola erano stati lo strumento principale che aveva condotto alla situazione in argomento e che urgeva dare una soluzione che la ribaltasse totalmente. Concludeva che tutto ciò che si diceva sulla scuola era la pura e terribile verità, condannando sia il centro sinistra che il centro destra, il primo per le ipocrite politiche scolastiche condotte e il secondo per le altrettante politiche demagogiche professate. Affermava che si stava formando un nuovo movimento di protesta studentesca a Lucca, formato dal collettivo studenti Vallisneri, dal collettivo Nuova Resistenza e dai Giovani Comunisti, che insieme agli insegnanti e ai lavoratori daranno inizio al cambiamento
Veniva data la parola alla professoressa Elena Baroni, garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che ringraziava il presidente e il consiglio comunale per averla invitata e averle dato l’opportunità di intervenire. Anche lei lamentava la perdita dell’occasione fornita con il covid che aveva permesso di ridurre gli utenti delle classi con un maggior profitto degli utenti e che con il termine della pandemia aveva riportato la situazione allo stato precedente ed attuale. In qualità di garante rappresentava che c’era il forte rischio di avere degli accorpamenti di classi che saranno deleteri anche più di quelli attuali e quindi era necessario fare rete per abolire il decreto 81/2009 .
Chiedeva ed otteneva di intervenire la professoressa Maria Grazia Previti, docente di sostegno e rappresentante precari della provincia di Lucca e del direttivo Toscana, che affermava che a Lucca i docenti di sostegno sono oltre mille e le immissioni in ruolo per il prossimo anno scolastico saranno novantaquattro. Chiedeva al comune di Lucca di fare pressioni a livello governo nazionale, confidando nella stessa identità politica, di fare assunzioni ed immissione a ruolo di personale docente di sostegno. Aggiungeva poi come genitore se si poteva verificare la possibilità di unificare gli orari scolastici e la chiusura il sabato dei vari istituti superiori presenti in città, anche se conscia dell’autonomia scolastica vigente, perché consentirebbe una maggiore frequentazione familiare con ricadute anche sull’economia cittadina come succede già in diverse località del nord Italia. Terminava ringraziando per l’attenzione ricevuta.
Il consiglio comunale veniva sospeso alle ore 17:24 per una momentanea esigenza del segretario comunale e riprendeva alle successive ore 17:41 momento in cui il presidente Torrini salutava il consigliere regionale Mario Puppa che abbandonava l’aula per altri impegni.
Chiedeva ed otteneva la parola la dottoressa Serena Manzani che ringraziava per averle concesso di intervenire e lo faceva nella duplice veste di psicologa e genitore, preoccupata dello stato in cui versava il mondo della scuola. Portava il suo contributo affermando che i tagli nella scuola non erano dovuti soltanto alla situazione economica, perché notevoli erano le somme disponibili e reperite con il PNRR ma nonostante ciò ci sarebbero state le famose “classi pollaio”.
Attaccava tutte le novità tecnologiche digitali che saranno acquistate per la scuola e denunciava che invece del “piano scuola 4 punto zero” sarebbe stato meglio parlare di “piano industria digitale 4 punto zero”. Informava che faceva parte di un gruppo di oltre mille cittadini che avevano depositato una petizione con altrettante firme all’ufficio protocollo comunale con cui si richiedeva al sindaco Mario Pardini e all’assessore Simona Testaferrata, di avviare un tavolo di confronto sul pericolo del digitale in età evolutiva molti genitori erano molto allarmati anche in relazione al piano scuola 4 punto zero e confidava su una favorevole accoglienza della richiesta inoltrata agli amministratori citati e che avvenisse in tempi ristretti. Salutava e ringraziava per l’ascolto.
Il presidente Torrini invitava Silvia Giusti, referente dell’associazione Mamà dalla parte dei bambini che aveva richiesto di parlare e le era stato concesso. Rappresentava che c’erano state delle difficoltà per alcuni bambini in affidamento e disabili per l’inserimento nella scuola. Affermava che aveva ascoltato tante belle parole per la scuola e rammentava che comunque la scuola doveva essere garantita a tutti come dettato dalla costituzione, quindi si aspettava delle soluzioni da parte degli enti preposti. Terminava ringraziando.
Veniva data la parola a Nicoletta Gini dell’Unione Popolare che essendo anche un insegnante precaria di sostegno affermava che non era assolutamente vero che si pensava ai bisogni degli ultimi perché i posti messi a bando per gli insegnanti di sostegno l’anno scolastico prossimo erano solo cento a fronte di diverse centinaia veramente occorrenti, quindi i fatti smentivano le parole. Continuava che il problema era dato dal fatto che la scuola veniva vista solo come un costo e non una risorsa. Concludeva ringraziando.
Interveniva anche il professor Matteo Masini del COBAS scuola, che esordiva dicendo: “meglio tardi che mai”. Questa frase veniva esplicitata dallo stesso chiarendo che i presidi e le manifestazioni fatte negli ultimi tre anni dalla sua e dalle altre sigle sindacali, per denunciare i tagli alla scuola, non hanno mai visto la presenza di soggetti istituzionali a qualsiasi livello per interloquire seriamente sull’argomento. Anche lui insisteva sul fatto che paradossalmente la pandemia aveva permesso di ridurre il numero degli alunni nelle classi e che se tale politica fosse stata proseguita avrebbe permesso l’assunzione di molti precari ed invece terminata l’esigenza pandemica si è tornati alle classi pollaio e continuare ad utilizzare personale docente e non precario. Continuava denunciando che poco si era investito sulla realizzazione ex novo o alla ristrutturazione di edifici scolastici e che molti studenti avevano e terminato le scuole superiori nei container. Concludeva con l’invito anche lui alle forze politiche presenti in comune ad essere compatte ed unite nel portare avanti il proposito espresso con la convocazione del consiglio comunale aperto.
Chiedeva ed otteneva di intervenire Elena De Nicola in qualità di genitore e che esprimeva la preoccupazione di tanti altri genitori per la scuola e che negli anni scorsi non avevano ottenuto, nonostante presidi e manifestazioni, la presenza di interlocutori istituzionali neanche a livello locale. Rappresentava che la scuola doveva riprendere il suo ruolo sociale e manifestava disponibilità ad interloquire con chiunque volesse farlo per aiutare a riconquistarlo. Salutava e ringraziava.
Prendeva la parola, con il permesso del presidente Torrini, Ilenia Marongiu, altro genitore che anche lei esprimeva perplessità sulle classi pollaio e il diritto allo studio e all’apprendimento che devono essere garantite agli studenti. Rappresentava anche lei che necessitava l’abolizione o la revisione del decreto 81/2008 ritenuto colpevole di quanto riscontrato nell’ambito scolastico. Ringraziava per l’attenzione ricevuta.
L’ultimo intervento è stato quello di Daniela Bartolini, certificatrice delle competenze della Regione Toscana, che ringraziava Torrini, Pardini seppure non presente e il consigliere di opposizione Vietina che aveva sollecitato il consiglio comunale aperto e l’assessore Testaferrata per la disponibilità dimostrata nell’affrontare il problema che riguardava anche l’imminente apertura del nuovo anno scolastico. Il suo contributo era inerente la cosiddetta performance ossia competenza e conoscenza. Rappresentava che proprio per la performance c’erano delle difficoltà oggettive anche da parte delle agenzie formative che avevano ricadute sulla comprensione dei testi, sia in forma cartacea che digitale, da parte degli studenti. Nel terminare aveva voluto precisare di aver parlato a nome personale e come libera cittadina di Lucca.
Alle 18:32, il presidente Torrini rappresentava che, come deciso precedentemente nella conferenza dei capo gruppo, il consiglio comunale aperto aveva un carattere puramente conoscitivo e ricognitivo sulla situazione della scuola e al termine del quale non doveva essere prodotto alcun documento da sottoporre a votazione, quindi ringraziava nuovamente gli intervenuti, salutava ed augurava buone ferie a tutti i presenti.
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Duro intervento delle consigliere e dei consiglieri dell'opposizione (Partito Democratico, Lucca Futura, Lucca è un grande noi, Lucca Civica - Volt - Lucca è popolare) rispetto a quanto sta avvenendo negli impianti sportivi lucchesi, a partire dalla vicenda del campo di San Cassiano a Vico.
"Ci sembra che l'assessore Barsanti, incalzato in consiglio comunale dal consigliere Alfarano in merito alla sospensiva del Tar dello sgombero del campo di San Cassiano a Vico ordinato dall'amministrazione comunale, - spiegano - sia alquanto nervoso. Da noi può anche non accettare lezioni, ma intanto le lezioni le ha prese dalla giustizia amministrativa. Certo, come lui nervosamente ricorda sui social e sulla stampa, c'è da aspettare il merito. Ma se l'amministrazione si fosse comportata in modo impeccabile, come lui aveva fatto credere, non sarebbe stato così facile per il privato ottenere una sospensiva. Segno che l'atteggiamento del Comune e dell'assessore non è, forse, così esente da vizi. Noi naturalmente speriamo che l'amministrazione possa aver ragione nel merito altrimenti i cittadini di Lucca rischierebbero di pagare risarcimenti solo per l'impulsività di un amministratore che, sotto pressione, sembra proprio far fatica a tenere sotto controllo i suoi impulsi.
Intanto il provvedimento provvisorio del Tar dovrebbe servirgli da lezione, per rendersi conto che lui per primo deve aspettare l'esito dei processi prima di esternare contro chiunque non la pensi come lui in modo arrogante e aggressivo, specie sui suoi social. E per capire che i problemi passati della gestione degli impianti sportivi - che nessuno vuole negare, ma che in parte saranno risolti anche grazie ai progetti PNRR che Barsanti ha avuto in eredità da chi lo ha preceduto - non possono diventare la scusa per una gestione assolutamente permissiva in alcuni casi e punitiva in altri.
Ci sono tante situazioni complesse, tante situazioni delicate, tante realtà aggregative oltre che sportive che svolgono anche funzioni sociali di primo piano: per tutti questi motivi non sono lo scontro, il pugno duro, la presunzione le carte da giocare. Al contrario, il dialogo, l'ascolto e anche la capacità di trovare soluzioni concrete e fattibili: ricordiamo all'assessore Barsanti, così come al sindaco Pardini, che non sono stati eletti in Comune per fare continui paragoni con la precedente amministrazione, ma per governare e risolvere i problemi che - come sempre è accaduto e sempre accadrà - si presentano alla porta. Possibilmente senza alimentare conflittualità tra le società come Barsanti sta facendo, tutto preso dall'ansia di dimostrarsi diverso e migliore.
Capiamo l'ardore, ma forse a volte merita mettere da parte l'ansia da prestazione e procedere con prudenza.
E magari anche acconciarsi ad accogliere le critiche senza bullizzare chi si permette di rivolgersi a sua maestà con un atteggiamento diverso dalla reverenza. Perché fa, sì, l'assessore ma, ahilui, in una città democratica nella quale c'è anche chi non la pensa come lui".