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Scritto da Redazione
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28 Luglio 2020

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera firmata che denuncia un episodio allucinante avvenuto alcuni giorni fa all'obitorio intercomunale dell'ex Campo di Marte. Forse qualcuno dovrebbe dare una spiegazione. Noi ci limitiamo a restare basiti:

In altre province vengono chiamate “Cappelle del Commiato”, un modo più delicato per indicare quello che a Lucca è semplicemente l’”Obitorio”

A distanza di pochi giorni dall’accaduto, voglio rendere pubblico una storia che ha dell’incredibile, che mi riguarda personalmente e che non riesco a dimenticare con tranquillità.

All’improvviso muore mio fratello di 55 anni, viene chiamato il 118, arriva sia il medico che l’ambulanza, tentano a lungo la rianimazione, ma invano. Viene constatato il decesso. Il medico non può stabilire la causa della morte, perciò richiede l’esame autoptico, non avendo mio fratello sofferto di patologie croniche in passato

Naturalmente tutto questo si svolge nella più grande disperazione di tutti i presenti, soprattutto della sua compagna. Vi sono anche una moglie da cui si era separato e due figlie. Mio fratello era molto conosciuto e stimato, perciò cominciano ad arrivare messaggi da tutta Italia, tutti si vogliono riunire per ricordarlo

Tutti nella disperazione più assoluta.

Il corpo viene “custodito” dal reparto di medicina legale dell’Ospedale Campo di Marte di Lucca, reparto che ha la base negli spazi della Camera Mortuaria.

“Ci vorrà qualche giorno” ci dicono, dal venerdì in cui è accaduto il fatto al successivo mercoledì, giorno previsto per l’autopsia. Da parte nostra, da parte dei parenti e amici, ci eravamo rassegnati ad attendere qualche giorno, naturalmente senza nel frattempo poterlo vedere, in attesa della ricomposizione della salma dopo l’autopsia.

Poi sarebbe andato in una stanzina dell’Obitorio nella giornata di mercoledì, a distanza di 5 giorni dal decesso, a disposizione di parenti ed amici per l’ultimo saluto.

Ma così non è avvenuto, nessuno di noi ha potuto vederlo e salutarlo per l’ultima volta.

Perché?

“Non è la prima volta che succede” ci è stato detto. “Era verde, come avremmo potuto?" dicono altri giustificando la chiusura immediata della cassa.

La cella frigorifera ha cessato di funzionare, o non funzionava nemmeno al momento della deposizione della salma, non lo sappiamo e forse non lo sapremo mai. Il corpo è stato trovato mercoledì mattina ad oltre 20 gradi, chi dice 22 chi dice 23 invece che ad una temperatura prossima allo zero.

Tutto questo lo abbiamo saputo quando ci siamo recati presso l’Agenzia Funebre a firmare i documenti per la cremazione, non ci ha avvertito l’Azienda Sanitaria. “Chi informa la famiglia?”. “Non è compito nostro” rispondono dalla direzione dell’Istituto di Medicina Legale, ai dipendenti dell’Agenzia funebre. Ed è così che lo abbiamo saputo io e la moglie recandoci presso l’Agenzia Funebre a firmare l’autorizzazione alla cremazione. Questo incidente, per la direzione dell’Istituto di Medicina Legale, non valeva nemmeno una telefonata di scuse alla famiglia.

Una cella frigorifera ha una sola funzione da svolgere, non è un complicato computer, deve mantenere un corpo per qualche ora nella maggior parte dei casi, per alcuni giorni nei casi più sfortunati, ma quella cella frigorifera non è riuscita a compiere nemmeno questo semplice compito. In qualsiasi frigorifero che acquistiamo, c’è sempre un sistema di allarme in caso di cattivo funzionamento o di mancanza di alimentazione, e in quel caso sono a rischio solo dei cesti di verdura, delle bottiglie di latte e poco più. Nel caso della cella frigorifera di un obitorio in ballo c’è il corpo di una persona!

Bastava un piccolo sensore di temperatura collegato all’esterno con un termometro, o ad un allarme, ma nessuno ha pensato di doverlo montare: il personale usa i macchinari che gli vengono messi a disposizione, non possono mica pensare anche a fare in modo che funzionano regolarmente! “Le celle vecchie di 35 anni sono allarmate, quelle più nuove, di pochi anni fa, no” afferma una infermiera dell’Istituto.

“Non è la prima volta che succede”, ma allora non potevano ovviare al problema anche solo facendo una ricognizione delle salme all’inizio e alla fine di ogni turno per accertare il regolare funzionamento delle celle frigorifere? Non ci vuole molto e degli operatori sanitari consapevoli del loro ruolo, sapendo di custodire delle salme perché poi vengano sottoposte ad autopsia e successivamente esposte al saluto dei parenti, lo avrebbero fatto! Tra l’altro ci è già stato detto che molti degli esami previsti nell’esame autoptico, non saranno attendibili o non saranno possibili. L’autopsia viene fatta proprio per cercare le cause del decesso, che possono essere legate a malattie genetiche e congenite, ci può essere una certa ereditarietà.

Mi piacerebbe pensare che tutto ciò non abbia a ripetersi in futuro, che la gente prenda coscienza, che nessuno più debba soffrire come abbiamo sofferto noi, che l’Istituto di Medicina Legale faccia sottoporre da chi di dovere i macchinari a revisione, ma mi piacerebbe anche che chi si è trovato nella mia stessa situazione, mi contatti attraverso la Redazione, in modo da amplificare la mia denuncia/protesta ed in modo tale da riuscire a fare in modo che gli operatori sanitari, da ora in poi, portino avanti il loro lavoro con maggiore consapevolezza e professionalità e denuncino, denuncino ogni volta che si trovano davanti un ostacolo al loro lavoro in modo da chiedere di rimuoverlo, non accettino passivamente l’assenza delle Istituzioni o dei Vertici dell’Azienda.

 

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